Anche in Veneto arriva "Un pasto al giorno" della comunità di don Benzi

Arriva anche in Veneto l’iniziativa “Un pasto al giorno”. Il 29 e 30 ottobre, i volontari dell’associazione Comunità papa Giovanni XXIII (Apg23), fondata da don Oreste Benzi nel 1968, in cambio di un’offerta libera, consegnano un pacco di pasta da poco più di 100 grammi: una vera e propria porzione, il pasto di un giorno. 

Anche in Veneto arriva "Un pasto al giorno" della comunità di don Benzi

Con questa donazione la Apg23 potrà continuare a garantire un aiuto agli oltre 41 mila fratelli in difficoltà, gli ultimi, che ogni giorno mette a tavola nelle sue oltre 600 realtà di accoglienza (tra case famiglia, Capanne di Betlemme per i senza dimora, centri nutrizionali) in 38 paesi del mondo.

A Padova è possibile trovare i volontari di “Un pasto al giorno” davanti alla basilica del Santo e alle chiese parrocchiali di Santa Sofia e Cristo Re. Ma anche a Tencarola, Selvazzano Dentro, Abano Terme, Campodarsego, Dolo, Cazzago... (per individuare la postazione più vicina: www.unpastoalgiorno.org).

L’elemento che contraddistingue la Apg23 è la condivisione diretta di vita: chi ne entra a far parte, infatti, apre le porte della propria casa e della propria vita per condividere la quotidianità con i più poveri, i più deboli, con coloro che comunemente vengono definiti gli ultimi della società, per offrir loro un aiuto costante, senza scadenza e senza “orari d’ufficio”.

Tutti, così, diventano fratelli e sorelle, figli, membri di una stessa famiglia. Lotta alla fame piatto dopo piatto, dunque, salvando un fratello e una sorella per volta: è questa la mission dell’iniziativa. Solidarietà, responsabilità e dignità sono le chiavi per riequilibrare questo sbilanciamento, creando da un lato una nuova cultura del riutilizzo e attribuendo dall’altro una dignità nuova sia a chi ha bisogno di aiuto sia a chi lo sostiene, attestando un protagonismo attivo di entrambi e stabilendo tra loro una forte connessione: la fraternità.

Quest’anno, inoltre, “Un pasto al giorno” assume un significato particolare: siamo nell’anno del giubileo della misericordia. Ed è proprio condividendo l’esperienza e la sofferenza dell’altro che si realizza l’ideale più completo di fratellanza. Cibo è stare insieme, è mettere in comune, è espressione della generosità di Dio. Più volte papa Francesco si è soffermato nel mettere in guardia contro la dilagante cultura dello spreco, che concerne non soltanto gli alimenti e le cose, ma tocca, di riflesso, anche le persone.

Lo “scarto” del cibo, dunque, diventa metafora dell’abbandono di chi è più in difficoltà, come gli anziani, i disabili, considerati gli ultimi della società. Lo spiega il responsabile della Apg23, Giovanni Ramonda: «La facilità di “buttar via” è sinonimo di indifferenze e insensibilità, gli stessi atteggiamenti che portano all’emarginazione di tanti nostri concittadini, lasciati soli ad affrontare i problemi e le difficoltà della vita. Il nostro “pacco di pasta”, dunque, vuol essere il simbolo di un nuovo patto sociale, che consente di accrescere se stessi aiutando gli altri, tutelando il diritto al cibo: uno dei diritti umani fondamentali». E allora come si può agire in concreto contro questa cultura dello spreco? La Apg23 prova a farlo attraverso un piccolo ricettario, con le istruzioni per preparare dei piatti sfiziosi utilizzando gli avanzi del giorno prima, oppure le parti di ortaggi e verdure che solitamente si buttano. «Anche attraverso il cibo – spiega ancora Ramonda – si realizza la dignità dell’uomo».

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Fonte: Comunicato stampa