Appassionati di Gesù fatevi avanti. Si rinnovano gli organismi di comunione

Nelle comunità il rinnovo consigli pastorali entra nel vivo. Nella seconda tappa dell'inchiesta della Difesa, il dialogo tra don Leopoldo Voltan, vicario per la pastorale, e Stefano Bertin, vicepresidente del consiglio pastorale diocesano.

Appassionati di Gesù fatevi avanti. Si rinnovano gli organismi di comunione

Il momento è topico. E le parrocchie padovane lo sanno.
I bollettini settimanali che puntuali giungono in redazione pullulano di riflessioni sul significato del consiglio pastorale, sulla sua relazione con il consiglio degli affari economici; le unità pastorali provano a coordinare tra le singole comunità le tappe del rinnovo imminente di questi organismi di comunione.

Insomma, il quinquennio è scaduto, è il momento di cambiare
Nuovi volti stanno per rimpolpare le fila dei laici che hanno coordinato la vita pastorale delle 459 comunità sparse nel tessuto ecclesiale della diocesi di Padova ed è un passaggio da curare nei minimi dettagli.

La seconda tappa del cammino che la Difesa compie accanto alle parrocchie in queste domeniche che precedono la Settimana della comunità non poteva dunque non dare adeguato risalto al rinnovo degli organismi.

Per comprendere il valore di questi giorni basta volgersi per un attimo indietro.
Cinque anni fa la diocesi era guidata dal vescovo Antonio e la chiesa stava per essere scossa dalla “rinuncia” di papa Benedetto; il nuovo cammino di iniziazione cristiana emetteva i suoi primi vagiti mentre il governo Monti muoveva i suoi primi passi in un’Italia non del tutto consapevole della portata della crisi economica in atto. Nulla lasciava presagire che il fenomeno migratorio, che oggi vede molte nostre parrocchie in prima linea, avrebbe assunto i contorni che oggi conosciamo.
E in tutto questo migliaia di battezzati nelle comunità hanno pregato, riflettuto accanto al proprio parroco e messo in atto azioni che stanno facendo la storia dei singoli luoghi. Laici che vanno ringraziati, mentre si accompagnano i nuovi che proprio in questi giorni stanno dicendo il proprio «sì» a un altro quinquennio di responsabilità.

«Siamo in una fase delicata della vita della chiesa. Questo è un tempo che come credenti ci interpella molto – riflette don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale – Eppure sono convinto che a tutti i nuovi amici che diventeranno consiglieri pastorali siano richiesti i requisiti di sempre: la passione grande per Gesù; la corresponsabilità cordiale e competente dentro la propria parrocchia; l’umiltà profonda per riuscire a costruire e a progettare insieme ad altri».

La parola chiave è discernimento comunitario, lo stesso che stanno sperimentando i giovani del sinodo.
Un esercizio costante che permette di consigliare nel vero senso del termine, come dono dello Spirito. Si tratta di lasciarsi condurre non dalla convenienza di singoli e gruppi, o dai progetti di alcuni, «ma dai pensieri e dai sentimenti di Gesù».

Un discernere che prende però l’avvio da alcune priorità

«Anzitutto l’attenzione alle relazioni – interviene Stefano Bertin, che si appresta a chiudere il suo secondo mandato da vicepresidente del consiglio pastorale diocesano – L’abbiamo compreso: per l’annuncio occorre un contesto caloroso, interessato, fraterno. Quindi insistiamo sul concetto di comunità non in contrapposizione a quello di parrocchia, ma nell’accezione di un insieme di fratelli, che non si sono scelti, ma che con gioia vivono alla sequela del vangelo, senza richiudersi in un comunitarismo asettico e di pochi. Infine la comunità come soggetto della pastorale».

«Questo significa riconoscere che ogni nostra comunità ha una storia – riprende don Leopoldo – una trama di relazioni viventi, delle domande/esigenze originali che nascono dalla propria gente. Una comunità è tale quando ha la consapevolezza e l’intenzionalità di essere una comunità credente e quindi diventa il soggetto delle proprie scelte e dei propri orientamenti per riuscire a raggiungere e a lasciarsi raggiungere dall’eccedenza del vangelo. Soggettività è anche riscoprire tutte le ricchezze di persone e risorse in ordine all’evangelizzazione presenti nelle nostre parrocchie».

Da una prima ricognizione, si è visto come gli organismi di comunione (accanto al consiglio pastorale parrocchiale si pone il consiglio pastorale per la gestione economica) siano sbocciati nella nostra diocesi negli anni ‘80 e da allora «hanno reso tangibile – sottolinea il vicario – l’ecclesiologia di comunione. Questo rende chiaro che la comunione ispira tutta la vita della chiesa, in una dinamica che non è solo un “orizzontale” andar d’accordo tra credenti, ma in relazione con il Signore che ci rende suo popolo».

Ma che cosa significa, in un tempo segnato dalla tensione alla frontiera, all’uscita, far parte di un organismo “istituzionale” come il consiglio pastorale?
«Significa essere casa per tutte le diverse componenti della comunità. Tutte le realtà, anche le più originali o di periferia, nascono qui e qui rimangono in relazione con il resto della parrocchia – precisa Bertin – Far parte del consiglio significa compiere un servizio prezioso, nel silenzio, per orientare l'agire della comunità, coniugare le differenze, facendo i conti con priorità anche scomode: marginalità, lavoro, fatica. Ma soprattutto significa operare in concreto perché la parrocchia sia davvero grembo che genera alla fede e non si trasformi in una ong o peggio in un gruppo spiritualistico». La parola chiave in questo caso è sinodalità.

«Sono due i polmoni attraverso cui una parrocchia respira – spiega ancora don Leopoldo – il consiglio pastorale e quello per la gestione economica. La relazione è strettissima. Anche l’uso dei beni e delle strutture è Annuncio e questo è reso evidente dal fatto che il cpge viene eletto in gran parte proprio dal consiglio pastorale».

La gestione dei beni serve per le finalità prime della parrocchia dunque, «ma servono serietà e competenza e trasparenza – conclude Stefano Bertin – La nostra testimonianza non procede a compartimenti stagni. Non deleghiamo ad alcuni la gestione, manteniamo viva la comunicazione tra organismi. Sappiamo che dovremo alleggerirci, ma non possiamo abbandonarci alla nostalgia di un passato mitico che forse è tale solo nei nostri ricordi falsati dal tempo».

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Parole chiave: consiglio-pastorale (1), organismi-di-comunione (1), cpp (1), elezioni (169), sinodalità (6)