Apre a Dolo il trentesimo centro d'ascolto vicariale di Caritas Padova

Un nuovo centro d'ascolto vicariale Caritas: questa volta tocca a Dolo. In autunno aprirà uno sportello a Fiesso d'Artico, come frutto di un percorso che dura dal 2015, tra discernimento e formazione, ma già domenica 23 aprila a Casa Madonnina i volontari ricevono il "mandato". La sfida più importante: ascoltare il territorio, in collaborazione con le Caritas parrocchiali.

Apre a Dolo il trentesimo centro d'ascolto vicariale di Caritas Padova

Abbiamo fatto 29, facciamo 30. Nei prossimi mesi, probabilmente al ritorno delle ferie estive, aprirà a Dolo il trentesimo centro d’ascolto vicariale di Caritas Padova, come orecchio attento alle esigenze del territorio, capace di fare squadra con le parrocchie e le amministrazioni civili per accompagnare le persone che si trovano in una situazione di disagio.
Non sarà un’apertura improvvisata, ma il frutto di un lungo cammino, prima di discernimento, poi di formazione, che vede domenica 23 aprile una tappa fondamentale: a Casa Madonnina, a Fiesso d’Artico, i volontari e i parroci, di fronte ai loro consigli pastorali, ricevono il “mandato” che li investe a nome della Chiesa a mettersi al servizio.
E sarà proprio a Fiesso che il centro d’ascolto vicariale avrà la sua sede operativa, anche in virtù della sua posizione sulla direttiva Padova-Venezia.

«Questo percorso – racconta Lorenzo Rampon di Caritas Padova – è iniziato nel 2015, con la partecipazione della Caritas diocesana al consiglio pastorale vicariale di Dolo per la presentazione di un progetto di avvio del centro d’ascolto vicariale».

C’è voluto un intero anno di riflessione, poi però, anche confortato dai risultati dei centri negli altri vicariali, è stato deciso di avviare l’esperienza, prima con la ricerca di nuovi volontari, in modo da non domandare ulteriori sforzi alle persone già impegnate nelle Caritas parrocchiali e allo stesso tempo coinvolgere più persone, poi con un percorso di formazione, iniziato nell’ottobre 2016 e terminato a febbraio 2017.

«ll corso – continua Lorenzo Rampon – era costituito da sei incontri di due ore, più un’intera giornata conclusiva. Lo scopo era quello di amalgamare il gruppo dei volontari impegnandoli in attività di simulazione, di colloquio e di discernimento comunitario, sostenendo però le motivazioni personali».

Il percorso ha anche illustrato il senso del servizio Caritas in parrocchia e in vicariato, offrendo una panoramica del servizio che presta il centro. Tra i cardini del bravo volontario la capacità di ascolto e di empatia, la capacità di fare squadra, il lavoro in rete nel territorio e riuscire ad accompagnare le persone non con risposte standard, ma con progetti personalizzati pensati su di loro.

«Il gruppo di volontari – osserva Rampon – ha risposto in modo attivo alle attività proposte: tutti si sono messi in gioco. Sono emerse le loro competenze personali e professionali e ognuno si è ben integrato con gli altri. È stato molto confortante percepire un buon livello di motivazione personale e di energia in vista dell’avvio del servizio, ma anche il desiderio di vivere questa nuova sfida come servizio evangelico, in connessione con l’esperienza di fede di ciascuno». Non saranno volontari “solitari”: «Sanno che non stanno offrendo una semplice disponibilità personale, ma stanno intraprendendo il servizio come risposta ad un mandato della comunità dei loro confronti», mandato che si manifesta nel momento di “investitura” di domenica 23 aprile.

Molto felice di questo nuovo inizio don Alessandro Minarello, vicario foraneo di Dolo: «Il centro d’ascolto sarà un segno non solo dell’attenzione delle comunità cristiane nei confronti delle povertà del territorio, ma anche di una condivisione e di una presa in carico. Sarà importante per questo prima di tutto mettersi in ascolto, capire le criticità del territorio, e poi lavorare in stretto contatto con le Caritas già attive nelle parrocchie e con i servizi sociali dei comuni che compongono il nostro vicariato».
Il vicario avverte: «Il centro d’ascolto nasce da un vissuto già presente: sarà importante mantenere lo specifico cristiano nel nostro operare».

Coordinatore del nuovo centro d’ascolto è Flavio Baldan di Fiesso d’Artico. Anche lui concorda con don Minarello: «Non andremo ad escludere o a minimizzare il grande ruolo che hanno le Caritas parrocchiali: il fatto di avere responsabilità diverse ci porterà a operare in aree dove le parrocchie fanno più fatica.

Saranno proprio le Caritas parrocchiali, da cui comunque molti di noi provengono, a inviarci le persone con maggiori necessità perché, facendo gioco di squadra, ci prodighiamo per trovare le soluzioni migliori e più personalizzate».

«È un’esperienza nuova – ammette – c’è tanta voglia e tanto fermento: ci siamo ritrovati a pochi giorni dal mandato, mercoledì 19 aprile, per capire come partire concretamente, anche presentandoci agli enti del territorio, come i comuni di Fiesso, Dolo e Pianiga». Le aspettative sono tante, ma per ora un po’ vaghe: «Non sappiamo ancora cosa succederà: è un mondo nuovo».

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