Attesa a Villafranca, il popolo è in missione

Dal 28 febbraio all’11 marzo le quattro comunità dell’unità pastorale di Villafranca Padovana – che include anche le parrocchie di Taggì di Sopra e di Sotto e di Ronchi di Campanile – vivranno l’esperienza della missione al popolo. Una cinquantina tra laici, suore e frati minori del convento di Montesanto a Todi, in Umbria, invaderanno le vie dei paesi. Inviteranno i cittadini ad ascoltare una parola diversa, portata con lo stile semplice e gioioso di san Francesco, e a partecipare a momenti intensi di preghiera e di festa.

Attesa a Villafranca, il popolo è in missione

Dal 28 febbraio all’11 marzo le quattro comunità dell’unità pastorale di Villafranca Padovana – che include anche le parrocchie di Taggì di Sopra e di Sotto e di Ronchi di Campanile – vivranno l’esperienza della missione al popolo. Una cinquantina tra laici, suore e frati minori del convento di Montesanto a Todi, in Umbria, invaderanno le vie dei paesi. Inviteranno i cittadini ad ascoltare una parola diversa, portata con lo stile semplice e gioioso di san Francesco, e a partecipare a momenti intensi di preghiera e di festa.
«L’obiettivo – spiega il parroco di Villafranca don Giuseppe Alberti – è favorire un incontro nuovo con il Signore, incontro che non è affatto scontato. Lo slogan dell’iniziativa, “C’è Altro… Vieni e vedi”, è ispirato al brano evangelico dell’incontro di Gesù con i primi discepoli. Vogliamo dire che c’è ancora molto da scoprire: un modo di vivere la propria fede mai provato prima».

Alla fine del 2013 papa Francesco scrisse l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, che già nelle prime righe invitava i cristiani a «una nuova tappa evangelizzatrice» marcata, appunto, dalla gioia del Vangelo. «Vedevo invece un cristianesimo vissuto spesso come una tradizione, se non addirittura come un peso. E lo dico con riferimento tanto ai laici quanto a noi sacerdoti. Ci sembrava urgente, quindi, rompere uno schema che snaturava l'esperienza stessa della fede».

Da qui l'idea della missione al popolo, subito girata in “popolo in missione” per sottolineare che l’atteggiamento del battezzato, nello specifico e in generale, non dovrebbe essere di ricezione passiva ma improntato a un dinamismo che lo porti a vivere l’esistenza dal didentro, per esserne lievito. «Non necessariamente la proposta che vivremo tra pochi giorni è rivolta a chi è lontano o non frequenta. Il tentativo, anzi, è quello di recuperare significatività innanzi tutto per noi credenti, per poi portarla anche agli altri». Cinque anni fa la missione al popolo sembrava però lungi dal concretizzarsi a causa della lunga lista d’attesa dei frati umbri. Ciononostante a Villafranca non sono rimasti con le mani in mano, realizzando nel frattempo una missione giovani insieme al seminario.

Inoltre don Alberti aveva chiaro fin dal principio che, affinché la missione al popolo funzionasse per davvero, non si sarebbe dovuto viverla come una scossa forte e bella, ma isolata: «Il cammino di preparazione così come il seguito sono sempre stati parte integrante del progetto. L’avvicinamento, in particolare, non doveva coincidere solo con l’inevitabile impegno organizzativo ma consistere nel mettersi già “in stato di missione”».

Una conversione pastorale in senso missionario che l’unità pastorale di Villafranca Padovana ha provato ad attuare, tra il 2016 e il 2017, attraverso un percorso formativo dedicato, appunto, alla Evangelii gaudium, come del resto, per una felice coincidenza, la diocesi proponeva di fare a tutte le parrocchie. A partire dallo scorso giugno, poi, alcuni dei frati che animeranno la missione al popolo si sono recati ogni due mesi nelle comunità interessate per tenere delle catechesi di avvicinamento. «Le persone maggiormente coinvolte nella preparazione sono già entrate in “stato di missione”. Tutti i fedeli sono comunque informati dell’iniziativa, che ricordiamo nelle nostre chiese anche recitando un’apposita preghiera. Stiamo inoltre lanciando e spiegando la missione attraverso il sito internet cealtro.it e una app con tutti gli appuntamenti».

Per dare seguito alla missione l’unità pastorale proporrà, dopo Pasqua, il percorso formativo sulle “Dieci parole”, animato sempre dai frati minori. «Da tutto ciò ci aspettiamo, senza miracolismi, la riscoperta della bellezza dell’incontro e dell’essere comunità, con la consapevolezza che al centro di tutto c'è la parola del Signore».

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