Bollettini parrocchiali, un vademecum per farli ancora più belli

È on line sul sito della diocesi il vademecum sulla composizione grafica dei bollettini: un primo strumento agile che potrà essere fruito dai parroci e da quanti nelle comunità si occupano – e preoccupano – della stesura del foglietto settimanale.

Bollettini parrocchiali, un vademecum per farli ancora più belli

È on line da mercoledì 21 giugno sul sito della diocesi (www.diocesipadova.it ) il primo vademecum sulla composizione grafica dei bollettini: un primo strumento agile che potrà essere fruito dai parroci e da quanti nelle comunità si occupano – e preoccupano – della stesura del foglietto settimanale.

Il vademecum è il primo frutto del lavoro di analisi che l’ufficio diocesano di pastorale della comunicazione, grazie ai coordinatori vicariali della comunicazione, sta affrontando sui bollettini parrocchiali, dopo esser riuscito a raccogliere per ciascuna parrocchia, una copia del numero stampato la seconda domenica dopo Pasqua.
E su queste, grazie anche a una ricercatrice universitaria, sta affrontando un serio lavoro di studio e di confronto, che verrà a completare la ricerca Sonar sulla comunicazione nella chiesa padovana affidata all’Osservatorio socio religioso del Triveneto. Passaggi più cospicui verranno quindi prodotti al termine della ricerca e analisi completa.

I bollettini sono stampati in circa 200 mila copie in diocesi e ogni settimana trovano spazio alle porte della chiesa, nelle cassette della posta o addirittura sui banconi del bar del paese. Di fatto si confermano come lo strumento di comunicazione ancora più “gettonato” dentro le nostre comunità cristiane.

«Pur essendo il più diffuso – afferma don Marco Sanavio, direttore dell’ufficio di pastorale della comunicazione – dalla ricerca Sonar emerge come il bollettino non riesca sempre a rappresentare la vita delle comunità. Come ha opportunamente rilevato Alessandro Castegnaro, curatore di Sonar, non è detto che eventi di rilievo che toccano la comunità rientrino, poi, nelle notizie che vengono pubblicate nel fine settimana».
Da qui la necessità di ritrovare la mission di questo strumento che è sempre più necessario arrivi a coordinarsi con gli altri mezzi scelti dalla parrocchia per comunicare (dal sito alla pagina Facebook, dall’email al messaggio Whatsapp).
«Il 16 giugno scorso – prosegue don Sanavio – nella riunione triveneta dei direttori degli uffici comunicazioni sociali, abbiamo scoperto con sorpresa che anche le diocesi di Verona, Udine e Trento stanno compiendo ricerche sugli strumenti di comunicazione delle parrocchie e sui bollettini. La diocesi di Trento, in particolare, ha commissionato all’agenzia Swg una ricerca per certi versi simile a Sonar, sullo stato della comunicazione in diocesi. Quest’attenzione alla capillarità delle informazioni sul territorio ci porta a concentrare energie specifiche per aiutare le comunità sul territorio a comunicare in modo più efficace».

Al termine dell’incontro, infatti, la Commissione regionale del Triveneto per le comunicazioni sociali ha scelto di elaborare un progetto comune proprio per poter fornire in futuro strumenti più adeguati a parrocchie e vicariati, utilizzando al meglio quelli già messi a disposizione da tempo dalla Cei.
«Una sala della comunità – spiega Christian Mosele, il referente per la diocesi di Padova – ovvero un cinema parrocchiale, è stato spiegato in occasione del nostro incontro nazionale di inizio giugno, utilizza ben sette canali contemporaneamente per comunicare i suoi programmi e nessun canale esclude gli altri, ma li potenzia».
Oggi, infatti, chi si occupa di comunicazione nell’ambito pastorale sottolinea come tutti i mezzi, dagli avvisi vocali agli schermi digitali, debbano essere usati in sinergia, ognuno potenziando la propria specificità d’utilizzo, e con un necessario coordinamento progettuale.

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