Chiesanuova, tutta la comunità mobilitata accanto ai suoi poveri

Una borsa della spesa per incontrare le persone. Succede nella parrocchia di Chiesanuova, dove dal 2011 è attivo il servizio di raccolta generi alimentari e di prima necessità per le famiglie povere della comunità. Tradizionalmente proposta nei tempi forti di avvento e quaresima e a conclusione del Grest, in queste settimane è partito un appello a tutti i parrocchiani a una rinnovata e maggiore generosità nel sostenere l'iniziativa, per aiutare chi abita nelle stesse vie e condomini e si trova in maggiore difficoltà.

Chiesanuova, tutta la comunità mobilitata accanto ai suoi poveri

Una borsa della spesa per incontrare le persone.
Succede nella parrocchia di Chiesanuova, circa 6000 abitanti, alla periferia ovest di Padova, dove dal 2011 è attivo il servizio di raccolta generi alimentari e di prima necessità per le famiglie povere della comunità.
“Lo facciamo normalmente nei tempi forti di Avvento e Quaresima – spiega Serena Zampieri, coordinatrice dei volontari della Caritas parrocchiale - e anche settembre, a conclusione del Grest, data che è maggiore il coinvolgimento delle famiglie e dei bambini”.

In queste settimane la raccolta è proseguita in chiesa e presso il patronato, ma con donazioni che hanno iniziato a scarseggiare. Da qui è partito un appello a tutti i parrocchiani ad una rinnovata e maggiore generosità per aiutare chi abita nelle stesse vie e condomini e si trova in maggiore difficoltà.

“Rinnoviamo l’invito – dice Serena – non solo e non tanto a fornire l’aiuto materiale quanto ad aprire gli occhi e il cuore verso chi vive situazioni di povertà nella nostra stessa parrocchia. Citando San Paolo, dovrebbe essere l’intero corpo della comunità che si fa carico di aiutare i membri più deboli. Paradossalmente lo scopo della Caritas non è tanto e solo di aiutare i poveri, quanto di sensibilizzare la comunità a farsi carico delle persone. Raccogliere il cibo in chiesa serve allo scopo materiale, ma soprattutto poi ad incontrare le persone che si rivolgono a noi per un aiuto”.

Sono una quindicina i volontari che svolgono servizio in alcuni locali del patronato
Ogni giovedì dalle 9.30 alle 11.30 le porte sono aperte per la distribuzione delle borse della spesa (cibo, in collaborazione col Banco Alimentare, e prodotti per l’igiene, per un valore medio di una ventina di euro) e soprattutto per incontrare le persone, conoscere la loro situazione personale, familiare ed economica, per rispondere nel modo migliore alle necessità.

“Attualmente seguiamo una cinquantina di famiglie, prevalentemente di origine straniera, ma sono aumentati anche gli italiani. Per i nostri connazionali la difficoltà maggiore è superare il senso di vergogna nel rivolgersi a noi. Ci siamo organizzati con un accesso regimentato (tramite i numeri per rispettare l’ordine di arrivo) per poter parlare con le persone una alla volta e dare uno spazio maggiore all’ascolto. La borsa infatti è solo uno strumento per entrare in relazione con la persone; la povertà infatti non è tanto quella economica, che ha il suo peso, ma è più a livello di affetti e di relazioni".

Nell’apertura dello sportello il giovedì, una signora volontaria si occupa anche di dare gratuitamente consulenza e aiuto per le pratiche fiscali.
E laddove necessario per difficoltà di orario ci si reca in casa delle famiglie per la consegna e l’incontro. Come succede in tutte le realtà della Caritas si fanno verifiche sulle effettive e reali situazioni di bisogno delle persone, indirizzandole agli sportelli più vicini alla loro residenza; questo serve ad evitare gli abusi e le furberie.

“Il povero – racconta Serena – va aiutato, ma anche educato a non pretendere. Noi ci mettiamo molto impegno anche per adattarci alle diverse tradizioni culturali e alle abitudini di chi si rivolge a noi. C’è poi negli altri giorni diversi dal giovedì l’accompagnamento e il coinvolgimento emotivo, affiancando le persone, anche con una semplice telefonata: è la parte più difficile e più importante che si svolge in collegamento con le assistenti sociali, per aiutare le persone a risollevarsi. Non dobbiamo fare assistenzialismo, che non aiuta le persone a rendersi autonome. Invitiamo tutta la comunità a farsi sentinella delle situazioni di disagio che magari si trovano nella porta accanto”.

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