Cinque giorni di convivenza e due parole chiave: collaborazione e sostegno

Dal 17 al 21 febbraio i giovanissimi dell’up della Cattedrale hanno vissuto un tempo di fraternità. «Cinque giorni passano velocemente, cinque giorni in convivenza sono passati veloci come la luce, però ciò che ne abbiamo tratto rimarrà molto a lungo». 

Cinque giorni di convivenza e due parole chiave: collaborazione e sostegno

«Fraternità o convivenza? Noi animatori – spiegano Elena ed Enrico – abbiamo insistito molto per chiamare questi giorni di vita insieme fraternità, ma gli 11 ragazzi che hanno partecipato non volevano, perché, dicevano: «Noi stiamo vivendo insieme è vero sì da fratelli... ma quello lo siamo anche fuori, quando veniamo al gruppo al sabato, ora noi qui con-viviamo!».
A questo punto non abbiamo avuto più nessun’arma per controbattere e quindi: convivenza è stata».

L’esperienza è stata programmata dagli animatori insieme ai sacerdoti dell’unità pastorale.
«Abbiamo pensato di dividere la parabola del Padre misericordioso in quattro grandi blocchi, ogni giorno eravamo aiutati a capirla in profondità e soprattutto abbiamo cercato il più possibile a renderla attuale alle vite dei nostri ragazzi. Ogni anno vediamo sempre più i frutti del nostro camminare insieme, non solo per il numero che ormai è aumentato, ma soprattutto per clima davvero bello».

Ecco come i ragazzi, grazie alla penna di Antonio Mazzarolli, hanno vissuto l’esperienza.
«E così, dopo sette lunghi mesi di stacco, noi intrepidi avventurieri siamo tornati a vivere una nuova esperienza di convivenza nella canonica di San Nicolò. Le novità non sono ovviamente mancate: il gruppo si è allargato e ora conta quattro membri in più, noi siamo cresciuti sia d’età che interiormente, e questo ci ha portato a fare considerazioni più profonde e a vivere questa particolare avventura in un modo più maturo, pur restando sempre immersi nel più totale divertimento.
Come le altre due volte, durante la giornata ognuno di noi ha passato il pomeriggio insieme agli altri all’interno della canonica, eccetto che per frequentare attività sportive o di sorta, insomma, avevamo come base la canonica anziché le nostre case e per coinquilini questo originale gruppo di animatori anziché i nostri genitori e i nostri fratelli! Le parole-chiave principali, noi pensiamo, sono state solo due, poche ma essenziali: collaborazione e sostegno. Infatti tutti abbiamo contribuito allo svolgimento delle faccende domestiche e abbiamo tentato, a volte con successo, altre volte non proprio, di aiutarci nei compiti o mansioni varie.
Sicuro è, lasciando perdere quanto poi siano stati d’aiuto i vari interventi, che ognuno di noi ha offerto molto agli altri e, forse ancora più importante, ha ricevuto molto dagli altri. Cinque giorni passano velocemente, cinque giorni in convivenza sono passati veloci come la luce, però ciò che ne abbiamo tratto rimarrà molto a lungo».

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