Domenica 22 il Rito di ammissione dei catecumeni. Una vera esperienza di chiesa

Domenica 22, alle 16 in Cattedrale, si terrà il rito di ammissione al catecumenato, presieduto dal vescovo Claudio. Un trentina di persone di varie nazionalità inizieranno il percorso che condurrà ai sacramenti dell’iniziazione cristiana: battesimo, cresima ed eucaristia.

Domenica 22 il Rito di ammissione dei catecumeni. Una vera esperienza di chiesa

Ci sono interi nuclei familiari, persone sposate e giovani di varie nazionalità, provenienti dall’Albania, dalla Bosnia, dalla Serbia, dalla Nigeria, dal Mali, dal Camerun, dalla Sierra Leone ma anche dall’Italia.

E molte sono le parrocchie della nostra diocesi coinvolte in questa storia di grazia: Bresseo, Carmine, Ca’ Oddo, Cazzago, San Lorenzo di Abano Terme, Cittadella, Legnaro, Limena, Mortise, Noventana, Noventa Padovana, Santa Giustina in Colle, Santissima Trinità, Santo Stefano d’Ungheria, Solesino, Veggiano, Vigonza e altre ancora.

È un rito antico e sempre coinvolgente nel quale chi si è avvicinato a Cristo chiede di poterlo seguire. In questo rito, come dice Gesù nella parabola della rete gettata nel mare, si raccoglie «ogni genere di pesci» (cfr Mt 13, 47): lo scopo è proprio quello di raccogliere tutti, il più possibile. La cernita sulla qualità della sequela avviene dopo, nel rito della elezione, che si celebra nell’ultima quaresima.

Questo è solo l’inizio
Non è chiesta la parresia, che nel testo greco del Nuovo Testamento indica il coraggio e la sincerità della testimonianza, non si domanda quindi la prontezza a lasciare tutto per seguire Gesù, la sollecitudine della fede, ma si ha semplicemente cura del germoglio che si affaccia, della fiammella che si sta accendendo.

Il segno più forte del rito di ammissione è quello dell’ingresso: passare attraverso la porta, simbolo di Cristo, è il primo passo per chi vuole entrare nella chiesa di Dio.

I due momenti, divisi da questo ingresso, mostrano prima un raduno sul sagrato, il luogo di transizione fra il sacro e il profano, successivamente la liturgia della Parola vissuta da persone che ora possono partecipare alla liturgia con un titolo diverso.

Il catecumenato, scandito dai suoi riti e dalle sue liturgie, ci mostra il significato antropologico del rito: un gesto, un segno, una parola è capace di cambiare la realtà delle cose e quindi anche la percezione che uno ha di se stesso. Si comincia fuori dalla Cattedrale con la chiamata dei singoli per poi proseguire tracciando il segno della croce sulla fronte e sui sensi dei simpatizzanti.

Il tutto avviene con la chiesa e nella chiesa
La presenza di fratelli già battezzati, di rappresentanti della parrocchia, rende questo rito una grande esperienza di chiesa: «Vedere tutta la gente attorno a me, a dirmi con la sua presenza che era felice del mio cammino, mi ha donato tanta forza… Ho capito che non sono sola, che ho dei fratelli e delle sorelle accanto a me», ha dichiarato l’anno scorso una giovane donna proveniente da Cuba.
Per questo è importante la presenza non solo delle parrocchie coinvolte, ma di tutti coloro che si occupano di catechesi, di annuncio del vangelo, di missione. Dopo la liturgia della Parola, il vescovo consegna il libro dei vangeli ai catecumeni perché qui possano conoscere e incontrare Gesù.

L’appuntamento annuale con questa grazia per la chiesa di Padova, ci spinge a raccoglierci con il nostro vescovo per essere tutti il grembo accogliente per questi nuovi compagni di viaggio.
La missione viene a noi: la carità ci interpella, la preghiera ci incita a essere presenza di amore per chiunque voglia incontrare Gesù.

Elide Siviero
servizio diocesano per il catecumenato

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: rito-di-ammissione (1), elide-siviero (1), catecumeni (4), catecumenato (5)