Domenica 26 aprile, Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Di fronte allo slogan scelto per la giornata – “È bello con te. La bellezza di Dio irrompe nella storia” – la domanda è: ci sono ancora ragazzi e giovani desiderosi di incontrare questa bellezza? La diocesi di Padova ha avviato un cammino per trovare risposte, basato su una maggiore sinergia tra animatori vocazionali dei seminari, referenti degli ordini religiosi e parroci. Ma l0idea è anche quella di coinvolgere sempre più i laici impegnati.

Domenica 26 aprile, Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

“È bello con te. La bellezza di Dio che irrompe nella storia” è lo slogan proposto dall’ufficio nazionale della Cei per la 52° giornata mondiale delle vocazioni – in programma domenica 26 aprile – che in diocesi ha avuto come momento centrale la veglia di preghiera con il vescovo, giovedì 23 in Cattedrale.

«La bellezza – spiega don Marco Cappellari, coordinatore diocesano della pastorale vocazionale – non è un semplice concetto astratto, ma la reale presenza di Dio nella nostra storia e oserei dire nella nostra quotidianità. Un Dio di cui ci si può fidare senza alcuna riserva, perché il suo unico e più “nobile” desiderio per l’uomo è che possa essere armonicamente e pienamente felice e realizzato. Nella nostra risposta generosa all’irrompere di Dio nella nostra vita, permettiamo all’autore della bellezza stessa di riplasmarci continuamente a sua immagine e somiglianza per essere santi come lui è santo! La domanda è se oggi ci sono ancora uomini, donne, ragazzi, giovani desiderosi di incontrare questa bellezza». La veglia di giovedì è stata pensata «in continuità con i ritiri degli adoratori fatti in avvento e quaresima, dove abbiamo cercato di riattivare una rete di persone chiedendo di intensificare la preghiera per le vocazioni. E la risposta è stata buona con 120 presenze a ritiro».

La pastorale vocazionale torna quindi all’essenziale: a mettere la preghiera con forza al centro del proprio operare, in un momento, come l’attuale, davvero molto delicato. «Mai come oggi è indispensabile rifarci al mandato di Gesù di pregare il padrone della messe perché mandi operai alla sua messe». Non solo nel seminario ma anche negli istituti di vita consacrata e ordini religiosi, il calo delle vocazioni è visibile a tutti. Ma cosa sta ad evidenziare? «Vi leggo una crisi di fede – sottolinea don Cappellari – Visitando le famiglie, incontrando i ragazzi, in particolare per me i preadolescenti, tocco con mano incertezze, titubanze, incapacità di osare, poca attenzione in ambito vocazionale. Frutto di aver poca cura dell’ambito della fede. Da un lato nei ragazzi c’è la fatica di abbandonare un legame con la famiglia, da parte di quest’ultima la non volontà a lasciarli partire e accompagnare».

Nasce da quest’analisi la necessità di creare una stretta sinergia tra animatori dei seminari, istituti di vita consacrata e parroci. Come pure il desiderio di coinvolgere sempre più laici nella pastorale vocazionale. A questo proposito don Cappellari e don Giovanni Molon, altro referente diocesano, hanno incontrato quest’anno tutti i preti nelle congreghe. «Dal confronto è emerso che anche parroci e vicari parrocchiali avvertono queste nostre stesse difficoltà. È sempre più difficile saper cogliere i germi di vocazione nei ragazzi: il mondo di oggi offre molto e i giovani passano un tempo sempre più limitato in parrocchia, che spesso si riduce all’ora settimanale di catechesi o di gruppo». A livello diocesano, quindi, è partita una fase di rinnovamento della pastorale vocazionale. «Ora come ora esiste un consiglio diocesano per le vocazioni – conclude don Marco Cappellari – composto da animatori vocazionali degli istituti di vita consacrata e di congregazioni religiose. È auspicabile davvero, e stiamo lavorando per questo, arrivare a un consiglio formato da laici. Stiamo spronando i coordinamenti vicariali perché individuino un referente dentro le loro realtà».

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