Dopo i doni, si aprono gli occhi sulla realtà

Il 6 gennaio si celebra la Giornata missionaria dei ragazzi. Il centro missionario diocesano intende rilanciare la ricorrenza nata nel 1843 per volontà del vescovo di Nancy mons. Charles de Forbin Janson. «Puntiamo sulla liturgia e la messa perché i ragazzi inizino a pregare per le missioni accompagnati dalla comunità».

Dopo i doni, si aprono gli occhi sulla realtà

Non tutti sanno che il 6 gennaio, dal lontano 1843, la chiesa celebra, in concomitanza con l’Epifania, la Giornata missionaria dei ragazzi. Ideatore della ricorrenza fu mons. Charles de Forbin Janson, vescovo di Nancy, che domandò ai giovani francesi «un’Ave Maria al giorno e un soldo al mese» in favore dell’infanzia missionaria.
Non solo dunque aiuto economico, ma soprattutto il ricordo nella preghiera e la comunione spirituale con tutti i ragazzi del mondo. «Da alcuni anni, in diocesi, l’attenzione verso questa giornata era un po’ diminuita – spiega Sandra Zemignan del centro missionario di Padova – Così abbiamo pensato di ridare valore a questa data, per far sì che i nostri bambini e ragazzi siano sensibilizzati nel nutrire attenzione verso i loro coetanei che, in altri contesti del mondo, vivono situazioni di povertà, degrado, mancanza di scolarizzazione e altre situazioni difficili».

La proposta del centro missionario si articola in due punti: «Abbiamo preparato innanzitutto un sussidio per l’animazione della messa del 6 gennaio, e suggerito poi delle attività, per far conoscere le missioni ai ragazzi, in particolare i progetti a sostegno dell’infanzia».
Zemignan continua: «Non è un caso se la Giornata missionaria dei ragazzi si celebra proprio il giorno dell’Epifania. L’Epifania, infatti, è il momento in cui Gesù bambino si rivela a tutti i popoli del mondo tramite i Re magi. Le festività natalizie sono poi un periodo davvero speciale per i nostri ragazzi: ricevono tanti doni, attenzioni, gratificazioni e affetto. Perché non aiutarli, appena dopo questi giorni, ad aprire i loro occhi e il loro cuore alla realtà missionaria? Non serve solo incoraggiarli a dare, nel loro piccolo, un aiuto concreto ai loro coetanei in ogni parte del mondo, ma anche a far capire che Dio è il padre di tutti, che siamo tutti fratelli, che il mondo, l’intera umanità, è la nostra famiglia».
Ma c’è un altro valore: «Puntiamo soprattutto sulla liturgia e la messa perché pensiamo sia importante incoraggiare i più piccoli ad avere una mentalità missionaria che abbia come origine la preghiera, nonché il coinvolgimento di una comunità nel porre attenzione verso l’altro». Tante idee per il 6 gennaio. Tra queste, una molto semplice da attuare: «I gruppi di giovani che cantano la Chiarastella per le vie dei paesi potrebbero, al momento dell’offertorio, devolvere parte del ricavato per i progetti missionari a tutela dell’infanzia».
Tutti i materiali e le proposte di animazione liturgica saranno messi a disposizione sul sito www.centromissionario.diocesipadova.it

Le offerte raccolte il giorno dell’Epifania andranno a sostenere i progetti della Pontificia opera missionaria per l’infanzia, ma l’occasione, a Padova, potrà essere utile anche per far conoscere ai ragazzi e alle loro famiglie i tanti progetti per i bambini che la diocesi incoraggia nei vari continenti. Tra questi, c’è il centro Ol’ Kalou per bambini e ragazzi portatori di handicap in Kenya (a sinistra), seguito dalle Piccole figlie di san Giuseppe, ma c’è anche la scuola dell’infanzia Il giardino della pace, in Costa d’Avorio, dove sono presenti dal 2008 le suore di Nostro Signore degli apostoli.
A Quito, in Ecuador, la diocesi sostiene i centri educativi infantili e i doposcuola Cae, importanti per tenere bambini e ragazzi lontano dalle strade mentre i genitori lavorano, impegnandoli nel frattempo in attività educative.
In Bolivia (sotto) la chiesa di Padova aiuta il centro Casa de los niños, che si occupa di supportare la corretta l’alimentazione dei bambini.
La cura di Padova verso l’infanzia missionaria raggiunge anche l’Asia con i centri educativi seguiti dai fidei donum diocesani in Thailandia, e l’Europa, con i doposcuola delle suore francescane alcantarine di Valona (Albania).

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