È mancato mons. Claudio Bellinati, "erede" di Petrarca

Giovedì 18 gennaio è tornato alla casa del Padre mons. Claudio Bellinati, che avrebbe compiuto 96 anni a febbraio. Storico archivista e bibliotecario della curia e della biblioteca Capitolare, fu anche direttore del museo diocesano. Se ne va il "custode" del patrimonio artistico e culturale della nostra diocesi.

È mancato mons. Claudio Bellinati, "erede" di Petrarca

Nella Difesa l’abbiamo nominato appena due numeri fa, parlando del Capitolo della Cattedrale. Quando era stato nominato canonico, nel 1984, aveva chiesto e ottenuto di avere il “titolo” di San Giacomo, lo stesso che era stato di Francesco Petrarca. Ed effettivamente mons. Bellinati, scomparso giovedì 18 gennaio, un mese prima del suo 96° compleanno, si sentiva “erede” del grande aretino, non tanto per eguagliarne la fama poetica, ma piuttosto per tenerne viva la memoria di grande intellettuale e, ancor più, di fervente cristiano, proteso, non senza inquietudini, verso un’autentica e profonda ricerca interiore.

Ma Petrarca era solo uno dei tanti “capitoli” dell’immane ricerca condotta da mons. Bellinati, che è stato per 43 anni, dal 1961 al 2004, archivista e bibliotecario della curia e della biblioteca Capitolare, per poi continuare quest’incarico come “emerito” praticamente fino al suo ultimo respiro. Lo testimoniano i suoi recenti interventi, anch’essi donati alla Difesa, sulla Cappella dell’Arena, un’altra delle sue grandi passioni di ricerca, e sulla figura di Enrico Scrovegni. Ma non ci sono stati angoli della storia della nostra diocesi che non siano stati almeno sfiorati dalla sua curiosità erudita, sempre pronto com’era ad impreziosire ogni capitolo della storia, non solo padovana, con documenti e informazioni provenienti dall’immenso tesoro storico-archivistico che gli era stato affidato.

La “carriera” ecclesiale e culturale di don Claudio è segnata da alcune tappe significative: oltre alla nomina di responsabile degli archivi e delle biblioteche del vescovo e del Capitolo, bisogna almeno ricordare l’incarico di direttore del museo diocesano, assunto nel 1973. In quegli anni la funzione del museo era quella di “cassaforte” dei beni ecclesiali minacciati di furto e sparizione per l’inesistenza del sistemi di sicurezza nelle chiese parrocchiali, ma la sua ambizione fu sempre quella di arrivare a una adeguata valorizzazione. Un altro incarico importante è stato quello di presidente della Commissione diocesana per l’arte sacra, svolto a partire dal 1982, e poi consultore della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa.
Ma egli andava egualmente orgoglioso del suo lavoro di insegnante, in seminario Minore, al collegio Barbarigo e al liceo classico Tito Livio.

«Una felice occasione – ci disse – per sperimentare il profondo messaggio religioso contenuto nelle opere d’arte di tutti i tempi e quanto anche i giovani siano attenti a questi contenuti se vengono loro porti con serietà e competenza».

I funerali di mons. Bellinati saranno celebrati martedì 23 gennaio, alle 10, in Cattedrale a Padova.

Nel corso del pomeriggio di venerdì sono giunte le condoglianze della comunità civile di Padova a nome del sindaco Sergio Giordani:

«È con grande dispiacere che ho appreso della scomparsa di monsignor Claudio Bellinati, una delle figure di maggior rilievo della cultura padovana, e non solo, negli ultimi 50 anni. La sua immensa passione per l’arte ha contribuito alla conoscenza, alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio artistico della città. Non possiamo che dirgli grazie per quanto ha fatto in tanti anni, con passione e competenza, ma anche con grandissima umanità. Tra tutti i suoi contributi, voglio ricordare quelli sulla Cappella degli Scrovegni e sulla figura stessa di Enrico Scrovegni. Tanti padovani lo ricordano anche per il suo lungo impegno come insegnante al Liceo Tito Livio e al Collegio Barbarigo. Padova ha perduto uno dei suoi cittadini eccellenti».

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