"Esercizi di fraternità", gli orientamenti pastorali per il 2017-18

Dopo la sosta – che pure ha prodotto molto - arrivano gli esercizi. E a farli dovranno essere tutte le comunità, in pieno stile di fraternità. Saranno queste le parole chiave per quanto riguarda il prossimo anno pastorale in diocesi. Saranno tre i cuori pulsanti del cammino annuale: il sinodo dei giovani, il rinnovo dei consigli pastorali e il quarto tempo dell'iniziazione cristiana. In programma quattro serate, a partire da lunedì 26, per presentare gli orientamenti

"Esercizi di fraternità", gli orientamenti pastorali per il 2017-18

C’è stata la sosta... ora ci sono gli esercizi.

Una battuta per lanciare gli orientamenti pastorali 2017-18, che hanno come titolo “Esercizi di fraternità”. Ma non solo: si “affidano” all’evangelista Giovanni, che racconta di Gesù a cena con Lazzaro, dopo che era resuscitato dai morti, Marta e Maria. Quest’ultima, a un certo punto, «prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo» (cfr. 12, 1-11).

Ecco che quest’ultimo frammento – “... e tutta la casa si riempì del profumo” – diventa il contenuto, il fine, il senso degli “esercizi di fraternità” nei quali è coinvolta tutta la chiesa di Padova. Fraternità che è richiamata anche dai protagonisti di questo brano, oltre a Gesù: tre fratelli. Ma qual è il cuore degli orientamenti pastorali?

«È l’esperienza comunitaria – spiega don Leopoldo Voltan – Gli “esercizi di fraternità” proposti hanno al centro le nostre comunità cristiane, intese come luoghi di relazioni intense e feconde, e ciò che è essenziale e decisivo per loro. Questi tre “esercizi” si esprimono nel sinodo dei giovani, nel rinnovo degli organismi di comunione e nella formazione dell’equipe del quarto tempo dell’iniziazione cristiana. Ci sembrava che il gesto di Maria, che unge di olio i piedi di Gesù, richiamasse l’idea della comunità in cui tutti offrono tutto per la vita dell’altro. Quest’unzione è già un segno di risurrezione: si offre tutto a partire da Gesù risorto. Per l’altro. Allo stesso tempo ci piaceva l’immagine di sovrabbondanza che è tipica del Signore. Solo lui è sovrabbondante. Alla sua scuola impariamo a essere tutti sovrabbondanti».

L’immagine scelta per i nuovi orientamenti, realizzata da Martina Piva, mostra una mano che unge un piede. «Non è raffigurato nessun volto, perché potremmo esserci tutti noi in quel gesto. C’è poi una goccia di olio che scende... È un momento fissato come se fosse eterno. Ogni dono che si compie diventa qualcosa che ha il sapore dell’eternità. E poi ci sono tre vasetti di nardo. Contengono il logo del sinodo dei giovani; l’immagine di una parrocchia con una strada che si apre all’esterno e che rimanda al rinnovo degli organismi di comunione; infine un cerchio di ragazzi fa intuire il quarto tempo del cammino di iniziazione cristiana. I tre vasetti di nardo diventano tre “esercizi di fraternità” a cui è chiamata la nostra chiesa di Padova».

Tre vasetti, tre esercizi... un unico profumo?

«Chi si mette a disposizione per il sinodo dei giovani, per gli organismi di comunione, per la cura del quarto tempo... dona il suo vasetto di nardo. Ma queste esperienze non sono dei singoli, il riferimento è sempre la comunità cristiana. Sono cerchi concentrici con varchi aperti in cui si innestano, in entrata e in uscita, tutti gli altri soggetti, le realtà, le esperienze della comunità cristiana. Sono tre “esercizi di fraternità” per l’edificazione dell’intera comunità cristiana a servizio della nostra gente».

In questo senso, gli orientamenti riprendono alcuni “temi” in cui è implicata tutta la comunità: la centralità dell’eucaristia domenicale, lo stile della prossimità e fraternità, il rinnovamento necessario di fronte a questo tempo di cambiamenti, il dialogo con il territorio e la necessità di una formazione che non vorrebbe essere solo per soggetti specializzati, ma è una crescita per tutti.

Sinodo, rinnovo degli organismi di comunione e quarto tempo coinvolgono certamente specifici soggetti delle nostre comunità, ma – per recuperare l’immagine dei cerchi concentrici aperti – sono contagiosi come un profumo. «Chiederemo agli organismi di comunione, ad esempio, che si facciano raccontare dai propri giovani come sentono e vivono la loro vita, la comunità e la fede. Quest’esperienza sarà un’occasione di rinnovamento per l’intera comunità, perché ciascuna potrà fare tesoro del contribuito dei giovani. Allo stesso tempo vorremmo che gli organismi di comunione, a conclusione del mandato di cinque anni, consegnassero alle loro comunità ciò che di prezioso è stato vissuto. Lo faremo anche all’assemblea pastorale del 25 novembre, che sarà preceduta da un tempo congruo di verifica per “restituire” al vescovo e alla diocesi le perle preziose di questo mandato. Rispetto al “Tempo della fraternità” desideriamo che sia per i ragazzi l’occasione per respirare la bellezza di essere riconosciuti, apprezzati e sentiti importanti in comunità. E di come la comunità, è importante per loro».

Dalla sosta... all’esercizio, dicevamo in apertura. Ma come si abbracciano le due esperienze?

«Il tempo della sosta “che rinfranca” ha prodotto molto. Sono emerse domande e prospettive importanti, che aprono lo sguardo oltre il prossimo anno pastorale. Domande come: cos’è essenziale per le nostre comunità? La nostra pastorale risponde ancora alle esigenze della nostra gente? Quale vita di relazione ci permette davvero di rendere concreto il vangelo? Come vivere come chiese sorelle nel territorio? Qual è il ruolo dell’unità pastorale? Come valorizzare la singola comunità? Quale sarà il ruolo del vicariato?».

Per don Leopoldo Voltan, l’anno di sosta ha espresso che il cambiamento è necessario,

«che non possiamo continuare solo con schemi usati fin qui... Sento che il tempo è favorevole, e che dobbiamo cogliere questa sfida. A volte ci sono visioni più pessimistiche, ma sento che le nostre comunità hanno ancora tanta forza e vitalità. Non siamo di fronte a qualcosa da rianimare. C’è un corpo vivente e generativo che sta camminando».

Quattro serate per presentare i nuovi orientamenti

Gli orientamenti pastorali del prossimo anno vengono presentati in quattro incontri (tutti con inizio alle 21):

  • lunedì 26 giugno per la zona nord della diocesi, nel centro parrocchiale di Romano d’Ezzelino
  • martedì 27 per la zona est, nel centro parrocchiale di Sant’Anna di Piove di Sacco
  • mercoledì 28 per la zona centro, nella palestra del seminario minore a Rubano
  • giovedì 29 per la zona sud, nel centro parrocchiale del Redentore di Monselice

Sono invitati i parroci, i vicepresidenti dei consigli pastorali parrocchiali o altri delegati dalle parrocchie. È possibile prenotare gli orientamenti all’indirizzo mail: coordinamento pastorale@diocesipadova.it

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