Essere custodi della "casa comune". Al via i seminari di etica ambientale della fondazione Lanza

Si comincia martedì 31 ottobre con un appuntamento dedicato allo stato del dibattito dopo l'enciclica Laudato si'. Interviene padre Martin Lintner dei servi di Maria, nato a Bolzano nel 1972, titolare della cattedra di teologia morale allo Studio teologico accademico di Bressanone e presidente di Insect, la rete internazionale delle società teologiche cattoliche.

Essere custodi della "casa comune". Al via i seminari di etica ambientale della fondazione Lanza

A trenta mesi dalla pubblicazione dell'enciclica sulla "cura della casa comune", la Laudato si' di papa Francesco, la fondazione Lanza promuove un ciclo di seminari per fare il punto della situazione sulla recezione del documento, non solo in ambito ecclesiale, e per rilanciare la riflessione sull'etica ambientale. 
«In questo tempo fortemente caratterizzato dall’intervento umano sull’ambiente e le sue risorse – scrivono i ricercatori nel depliant di presentazione – che ha oltrepassato alcuni delicati equilibri ecologici del pianeta andando ad interessare la stessa esistenza umana, la riflessione in etica ambientale assume una rinnovata centralità».
La via per la costruzione di una nuovo umanesimo solidale, responsabile, relazionale e sostenibile, sulla cui base edificare la società del futuro passa da qui.

Nel primo appuntamento, in calendario per martedì 31 ottobre dalle 16.45 alle 19 nella sede di via Dante 55 a Padova, si preannuncia un confronto assai stimolante che prenderà il largo proprio dallo stato del dibattito attorno alla Laudato si'.

A portare il loro contributo saranno Romana Bassi, docente di etica pubblica e filosofia morale all'università di Padova, Simone Morandini, teologo, fisico e responsabile del progetto Etica filosofia e teologia della fondazione, e padre Martin Lintner dei servi di Maria, nato a Bolzano nel 1972, titolare della cattedra di teologia morale allo Studio teologico accademico di Bressanone e presidente di Insect, la rete internazionale delle società teologiche cattoliche.

Padre Lintner, quanto la Laudato si' è divenuta patrimonio comune delle diocesi? 
«Non ho una visione globale della ricezione dell’enciclica nelle varie diocesi italiane. Mi sembra però che la Laudato Si’ abbia goduto di una vasta e positiva accoglienza, non solo in ambito ecclesiastico ma anche in quello socio-politico. Ho perfino l’impressione che in alcuni ambiti extraecclesiastici l’attenzione all’enciclica sia stata più forte. Ritengo però che l’impatto sostenibile dell’enciclica ancora non sia soddisfacente, che cioè dobbiamo mirare a una recezione più duratura ed effettiva. Credo che l’enciclica meriti di essere letta e discussa a lungo perché offre una lettura e percezione integrale e globale della questione ambientale. Essa stimola a rendere fruttuoso il concetto biblico e cristiano di “creazione” nel contesto di una società secolare come la nostra, che troppo spesso segue logiche tecnocratiche ed economiche».

«Secondo me le grandi assenti sono le mancate misure concrete a livello pratico e operativo delle diocesi, delle parrocchie e delle istituzioni ecclesiastiche. Per esempio, la questione di quale energia usare, quali prodotti comprare, magari ecologici ed equo-solidali se si organizza una festa parrocchiale. L’obiezione è: tutto questo ci costa troppo. È vero: le misure ecologiche hanno un prezzo. Ma questo non deve e non può essere una scusa per non prenderle».

Per quale ragione oggi l'etica ambientale è fondamentale? Qual è il suo rapporto con l'etica sociale?
«Prima di tutto l’uomo ha una responsabilità nei confronti del creato, dell’ambiente, degli animali, delle altre persone. L’ambiente è la “casa di vita comune” di tutti gli esseri viventi e delle generazioni future. 
Il rapporto con l’etica sociale consiste nel fatto che gli effetti negativi dell’inquinamento ambientale li pagano per prime le persone che già sono le più povere e svantaggiate a livello mondiale. Loro pagano il prezzo, le loro condizioni di vita peggiorano ulteriormente. La questione ambientale fa parte dell’impegno per la giustizia sociale ed economica a livello sia regionale sia globale. 
Senza dimenticare che il nostro consumo delle risorse non rinnovabili e il nostro inquinare l’ambiente condizionano la vita delle generazioni che verranno dopo di noi».

Quali sono i contributi che i cristiani possono portare in un contesto di degrado e minaccia dal punto di vista ambientale? 
«Interpretando la natura, l’ambiente e la vita come dono di Dio, come espressione e frutto del suo amore creativo, noi cristiani abbiamo una particolare motivazione a impegnarci fortemente per la cura ambientale. Papa Francesco comunque rivolgendosi non solo ai cristiani, ma a tutti gli uomini del nostro pianeta, giustamente sottolinea che questa responsabilità la condividiamo con tutti. 
Come cristiani abbiamo una particolare attenzione nel non ridurre il mondo a un concetto scientifico e tecnocratico, oppure siamo sensibili a criticare fortemente il primato dell’economia sulle questioni ambientali e sociali. Sul piano formativo mi sembra molto importante sensibilizzare sugli intrecci complessi tra i vari livelli economici, ecologici, socio-politici, culturali ecc. Alcuni suggerimenti concreti sono quelli menzionati sopra».

L'azione politica è fondamentale da questo punto di vista. Come si può declinare in quest'ambito la categoria della "cura"?
«Io cercherei di declinare la categoria della “cura” attraverso il concetto della responsabilità, inteso come solidarietà, cioè come responsabilità per le “cose” che sono comuni, il fondamento comune del vivere su questa terra, e come responsabilità di tutti per tutti, soprattutto di quelli più forti per quelli più deboli – come lo intende papa Giovanni Paolo II nella sua enciclica sociale Sollicitudo rei socialis. Inoltre nella categoria della “cura” è inclusa a mio avviso anche la motivazione della benevolenza e dell’amore, cioè di un prendersi cura dell’altro che prevede la propria dedizione all’altro. Questo aspetto del “farsi dono”, cioè di lasciarsi coinvolgere personalmente e di includere nell’azione politica il proprio amore per gli altri, ma anche per gli animali, per l’ambiente e la natura, è stato richiamato giustamente come un aspetto etico-sociale da parte di papa Benedetto XVI nella sua lettera enciclica Caritas in veritate».

Gli altri appuntamenti

Dopo il primo seminario, il percorso di etica ambientale della fondazione Lanza continua martedì 28 novembre e martedì 23 gennaio.
Nel secondo dei tre seminari, intitolato “Natura, politica, economia: prospettive per una società sostenibile” e coordinato da Davide Pettenella, docente di estimo forestale a Padova, interverrà Karl-Ludwig Schibel, presidente di Alleanza per il clima Italia, che poi dialogherà con Ilaria Beretta della Cattolica di Milano e Matteo Mascia, coordinatore del progetto di Etica e politiche ambientali della fondazione.
A gennaio il focus verrà posto invece sulla gestione della risorsa fondamentale acqua, con gli interventi di Giulio Tosti dell’università di Trieste, Giustino Mezzalira, direttore della sezione Ricerca e gestione agroforestale di Veneto agricoltura, e Andrea Crestani, direttore di Anbi Veneto, l’associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela delle acque irrigue.

I seminari iniziano alle 16.45 nella sede della fondazione di via Dante 55 a Padova. La partecipazione è libera, è gradita la registrazione: 049-8756788 oppure info@fondazionelanza.it

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