Frati minori, una sola provincia per tutto il Nord Italia

Lunedì 16 maggio, tra San Francesco e la Basilica del Santo a Padova, è nata la nuova provincia dei frati minori del Nord Italia. È intitolata a sant’Antonio e riunisce le sei province preesistenti. 627 i religiosi coinvolti, distribuiti in 66 case, 40 i frati in missione.

Frati minori, una sola provincia per tutto il Nord Italia

È un evento di gioia, pur con una stilla di sofferenza quello che coinvolge l’ordine dei frati minori del Nord Italia
Lunedì di Pentecoste, 16 maggio, in basilica del Santo, alla presenza del ministro generale frate Michael Anthony Perry, si è dato inizio alla nuova provincia, intitolata a sant’Antonio, che nasce dalla fusione delle sei preesistenti di Veneto-Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte e Trentino.

«Sofferenza – commenta padre Vittorio Bellè, parroco di San Francesco Grande in Padova, la chiesa da cui ha preso il via alle 9 la celebrazione della nuova nascita – perché termina la storia e la vita di una provincia come la nostra, che in certi periodi è stata la più grande dell’ordine e che è stata gloriosa in tutti i sensi: nelle iniziative missionarie, nell’aiuto a tante realtà di sofferenza, in Calabria, in Emilia, in Sardegna, in Corsica. Abbiamo dato il nostro contributo a tante iniziative assistenziali come l’Onarmo o la Poa. Ma tutto questo è superato dalla gioia per la vita nuova che parte, con entusiasmo e fiducia, nell’ottica della speranza cristiana che il Signore non ci abbandonerà e ci darà nuove vocazioni».

È infatti quello delle vocazioni il problema generale che le sei province del Nord Italia stanno già affrontando insieme e che la “Provincia di sant’Antonio di Padova dei frati minori” (questo il nome ufficiale) eredita.
La nuova unità territoriale parte con 627 religiosi distribuiti in 66 case, cui si aggiungono le presenze in terra di missione in Guinea Bissau e Senegal, altri 40 frati, e Burundi. Ma solo la provincia veneta, che oggi giunge alla fusione con circa 300 frati, fino a pochi decenni fa ne contava 800.

«Il problema vocazionale – commenta padre Bellè – va di pari passo con la capacità di essere visibili con la nostra vita, quindi con un recupero della nostra identità religiosa. Uno dei motivi per cui si dà avvio a questa grande comunità, senza fasi intermedie, è proprio il desiderio di rendere la nostra proposta di vita ancora più visibile, autentica, coinvolgente, perché possa essere significativa anche per i giovani di oggi. Quelle che arrivano al nostro ordine sono tutte vocazioni adulte, dai vent’anni in su, perché i seminari minori sono stati chiusi. Quindi puntiamo, e lo stiamo già facendo in modo unitario, sulla pastorale giovanile, su quella universitaria, e da lì sulla pastorale vocazionale. Un altro momento unitario riguarderà la cura pastorale dei santuari come cliniche dello spirito curando la liturgia e la riconciliazione. E poi c’è l’attenzione alle opere caritative, la mensa dei poveri, l’accoglienza degli immigrati, dei disabili, degli emarginati. Stiamo puntando su nuove forme di evangelizzazione, come la comunità di Roncajette (ma altre di simili ce ne sono in Liguria e in Emilia), che raccoglie quattro giovani frati inseriti nel territorio, che operano accanto alle varie forme di emarginazione, dalle cucine popolari ai senzatetto della stazione».

Il nuovo capitolo provinciale, il raduno cioè dei frati della provincia, che si tiene dal 16 al 19 maggio e poi dal 19 giugno al 1° luglio, a compiere un’indagine sullo stato attuale e proporre i mezzi opportuni di crescita, discutendo e decidendo le iniziative di maggiore importanza da intraprendere.

La giornata del 16 maggio dopo l'inizio alle 9 a San Francesco Grande con la cessazione del mandato dei ministri provinciali e la riconsegna del sigillo nelle mani del ministro generale, è continuata alle 10.30 con il corteo-pellegrinaggio al Santo dietro all’icona di sant’Antonio effigiata per l’occasione da Giovanni Mezzalira (nella foto).
Alle 11 in basilica avviata la proclamazione della nuova provincia con la lettura del decreto e lo svelamento del nuovo sigillo. Sarà quindi proclamato il nuovo governo provinciale con il ministro, il vicario e i definitori.
Alle 12.30 la messa conclusiva, aperta dal saluto del rettore della basilica padre Enzo Poiana.

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