I cardinali della Misericordia

Durante l'Angelus di domenica 9 ottobre, papa Francesco ha annunciato a sorpresa la creazione di 17 nuovi cardinali nel concistoro del prossimo 19 novembre, alla vigilia della chiusura del sinodo. Tra i nomi dei nuovi porporati spiccano quello del "prete semplice" don Ernest Simoni, ultimo testimone delle persecuzioni contro i cristiani della dittatura comunista albanese, e quello del veronese mons. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria.

I cardinali della Misericordia

Saranno i cardinali della Misericordia e saranno diciassette tra vescovi e sacerdoti.
L'annuncio è arrivato a sorpresa all'Angelus di domenica scorsa. Dopo essere rientrato dal viaggio apostolico nel Caucaso (tra Georgia e Azerbaijan), aver visitato i luoghi martoriati dal sisma del Centro Italia del 24 agosto, aver convocato un sinodo dei vescovi su "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale" per l'ottobre 2018, il tutto in sei giorni, papa Francesco ha chiuso la settimana annunciando il concistoro durante il quale il prossimo 19 novembre, alla vigilia della chiusura dell'Anno santo della misericordia, creerà diciassette nuovi principi della chiesa.

Tra i nuovi cardinali, sono tredici coloro che prenderanno parte al prossimo conclave, portando così a 121 il numero dei membri del collegio cardinalizio.
Agli altri quattro, esclusi per raggiunti limiti di età, il papa ha voluto conferire la berretta rossa perché «rappresentano tanti vescovi e sacerdoti che in tutta la chiesa edificano il popolo di Dio, annunciando l'amore misericordioso di Dio nella cura quotidiana del gregge del Signore e nella confessione della fede».

E proprio tra questi quattro, scelti esplicitamente per i loro "meriti sul campo", spicca il nome di don Ernest Simoni.
Il "sacerdote semplice" della diocesi albanese di Scutari diventerà cardinale alla soglia degli 88 anni dopo averne trascorsi 28 nelle patrie galere, ai lavori forzati, unico sacerdote vivente testimone della persecuzione del regime di Enver Hoxha, che aveva proclamato l'Albania il «primo Stato ateo al mondo». La sua testimonianza, durante la visita apostolica del settembre 2014, aveva profondamente colpito papa Francesco, che al termine del racconto della sua prigionia aveva abbracciato a lungo i sacerdote commovendosi fino alle lacrime.

Le parole di don Simoni, nell'occasione, erano state impressionanti. Dopo che la sua pena di morte era stata convertita nei lavori forzati, perché ripeteva che «Gesù ci ha insegnato ad amare i nostri nemici e che dobbiamo impegnarci per il bene del popolo», mentre spaccava le pietre aveva continuato a celebrare messa in latino «a memoria, di nascosto, e a confessare. L'ostia la cuocevo di nascosto su alcuni fornelli a petrolio che servivano per il lavoro».

Tra i membri del collegio cardinalizio a balzare immediatamente agli occhi è poi il profilo di mons. Mario Zenari, veronese di Villafranca, che anche da cardinale rimarrà nunzio in Siria.
Una scelta che scardina cento anni di tradizione: anche il nunzio a Parigi Angelo Roncalli divenne cardinale nel 1953, ma nello stesso anno fu anche nominato patriarca di Venezia. «Ringrazio di cuore il santo padre, perché questa porpora va alla Siria, alle vittime della Siria, a tutti coloro che soffrono per questo terribile conflitto - sono state le prime parole del nuovo cardinale a Radio Vaticana - Quindi la porpora è per questa gente, per i tanti bambini che soffrono, per tanta povera gente che paga le conseguenze di questo terribile conflitto».

Gli altri dodici membri del collegio cardinalizio saranno mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui (Repubblica Centrafricana), città nella quale il papa ha aperto la prima porta santa del giubileo in corso; l'arcivescovo di Madrid mons. Carlos Osoro Sierra; mons. Sérgio da Rocha, arcivescovo di Brasilia; e poi i tre statunitensi, mons. Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago, mons. Joseph William Tobin, arcivescovo di Indianapolis, e Mons. Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Riceveranno poi la porpora l'arcivescovo di Dakha (Bangladesh) mons. Patrick D'Rozario, mons. Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Mérida (Venezuela), mons. Jozef De Kesel, arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. Maurice Piat, arcivescovo di Port-Louis (Mauritius), mons. Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla (Messico) e mons. John Ribat, arcivescovo di Port Moresby (Papua Nuova Guinea).

I cardinali ultraottantenni, oltre all'albanese don Simoni, saranno il vescovo emerito di Novara Renato Corti, mons. Anthony Soter Fernandez, arcivescovo emerito di Kuala Lumpur (Malaysia) e mons. Sebastian Koto Khoarai, vescovo emerito di Mohale's Hoek (Lesotho).

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