Il bene che c'è… in una tazza di tè

È con un gesto semplice, quasi scontato, nato per caso, ma che nasconde una certa profondità, che la parrocchia di Valli di Chioggia ha proposto alla comunità di scoprire il “bene che c’è tra noi” in questo periodo di avvento. Portare l’acqua a ebollizione, immergere la bustina e lasciare in infusione per un paio di minuti, aggiungere limone e zucchero a piacimento e mescolare: il tè è servito! 

Il bene che c'è… in una tazza di tè

Vero e proprio rito per gli inglesi e per la loro regina, il tè ha influito molto sul modo di interagire e socializzare di un intero popolo. In Giappone ancora oggi la cerimonia del tè si svolge nella religiosa osservanza di gesti affascinanti e lentissimi e di una definita filosofia di vita.
Così nella parrocchia di Valli di Chioggia, una tazza di tè, quasi per caso, è diventata un momento importante e ricco di contenuti. Tutto nasce un anno fa, quando l’ingresso di tre nuove “reclute” nel gruppo animatori di Azione cattolica ha fatto sorgere immediatamente l’esigenza di trovare momenti di condivisione e scambio tra due generazioni. Così, spontaneamente, subito dopo aver concluso i rispettivi incontri, è nata la consuetudine di ritrovarsi nella sala da pranzo della canonica per un’ultima battuta davanti a una buona tazza di tè.
Il momento del tè si è così trasformato in un’occasione per parlare e dibattere, ridere e scherzare, fare il punto delle attività in parrocchia, ma anche lasciare spazio a qualche confidenza o confronto, dando vita, col contributo di don Simone Bottin, anche a veri e propri momenti profondamente formativi per tutti.
Lentamente il tè ha così assunto il sapore buono del confronto, della condivisione e della crescita, l’aroma forte delle discussioni e quello dolce delle risate, il profumo del servizio in parrocchia e il calore dell’amicizia. Da questa esperienza è nata l’idea, alla presentazione dell’anno pastorale, di proporre l’iniziativa della teiera alle famiglie della parrocchia in avvento, con l’obiettivo di estendere a tutta la comunità gli effetti positivi riscontrati nel gruppo animatori.
Ma non solo, tutto si lega anche al tema diocesano lanciato per quest’anno che mira a scoprire e valorizzare il “bene che c’è tra noi”, un’occasione per volgere lo sguardo alla stessa parrocchia, ponendo una rinnovata attenzione sulle famiglie, sugli amici e sui compaesani per scoprire, o semplicemente ritrovare, i talenti e i tesori che sono custoditi nella semplicità e nella quotidianità.
«Sono una trentina a oggi le famiglie che hanno aderito all’iniziativa – spiega don Simone – Stabiliscono l’orario in base agli impegni familiari, utilizzano una delle teiere benedette e aprono la porta della propria casa a chiunque volesse partecipare. È stata una bella soddisfazione vedere nascere gruppi trasversali a tutte le età, dal gruppo di giovani al gruppo chierichetti fino a quello degli anziani, tutti insieme per ritrovarsi e scrivere in una busta, al termine della tazza di tè, cosa è per loro il bene che c’è tra noi. Tutti gli incontri, inoltre, terminano con la lettura della riflessione lanciata dall’inziativa diocesana “Un’attimo di pace”».
«Abbiamo accolto subito la proposta – raccontano Francesco ed Elisabetta, che hanno inviato nella loro casa altre due coppie che conoscevano solo di vista – Sono passate tre ore senza che ce ne accorgessimo. Abbiamo scoperto di avere molte cose in comune sia noi adulti che i nostri figli, e che il bene che c’è tra noi lo possiamo far crescere insieme».

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