Il funerale cristiano oggi. Come mantenerlo un momento di fede

È uno dei momenti più importanti per la vita e per la fede di ognuno. Il rito delle esequie rimane un passaggio di fede fondamentale eppure oggi sono molti i fattori che tendono a renderlo una manifestazione esteriore o a svuotarne il significato. Dall'8 al 10 maggio l'Istituto di liturgia pastorale di santa Giustina organizza un convegno con esperti da tutta Italia a Casa Sacro Cuore a Torreglia.

Il funerale cristiano oggi. Come mantenerlo un momento di fede

È uno dei momenti più delicati: dire addio a qualcuno, nella speranza di rivederlo nella vita eterna. Il funerale cristiano, assieme ai riti che lo precedono e che lo seguono, è fondamentale sia per pregare per chi se n’è andato sia per accompagnare chi soffre per una perdita.

L’Istituto di liturgia pastorale Santa Giustina organizza, dal lunedì 8 a mercoledì 10 maggio, presso la casa Sacro Cuore di Torreglia, il convegno di studio “Riti di Cordoglio”, proposta integrante dell’anno accademico 2016-17, ma aperto a esperti e persone interessate da tutta Italia. Lo scopo è quello di riscoprire il senso più profondo di questi riti, nelle loro radici teologico-pastorali ma anche in quelle della pietà popolare.

«I riti di cordoglio di oggi – spiega il preside dell’Istituto don Luigi Girardi – hanno bisogno di una “messa a punto”. Spesso il rito del funerale, che dovrebbe offrire un grande contributo nell’accompagnare le persone che vivono il lutto per elaborarlo e per viverlo cristianamente, risulta frettoloso, non attento, incapace di svolgere la sua funzione. Un tempo, però, l’abitudine integrava al momento del funerale altri momenti, dall’accompagnamento del moribondo nelle sue ultime ore alla preghiera in famiglia, come la recita del santo rosario, anche ben dopo il funerale. Ora, invece, tutto è concentrato nella celebrazione delle esequie; ma il funerale, da solo, non ci permette di vivere cristianamente questo momento».

Per don Girardi il funerale va protetto “dall’invasione” di cui sarebbe oggetto:

«Molte nuove esigenze rendono difficili questa celebrazione. Mi riferisco agli interventi richiesti alla fine, che non sempre sono nell’ottica della fede, ma che spesso si rivelano degli sfoghi o la rassegna dei gruppi dei quali il defunto ha fatto parte. Nel convegno cercheremo di capire come integrare questi momenti in un contesto di fede, perché le nostre esequie non assumano i contorni di funerali laici».

Al convegno di Torreglia non si parlerà di liturgia in senso astratto, ma di come essa si incarni nel vissuto di chi si trova, nel mondo di oggi, a salutare una persona cara: «Non cerchiamo risposte facili, ma vogliamo domandarci cos’è successo nella nostra cultura e quale sia la fenomenologia del lamento funebre di oggi, capendo cos’è essenziale e che cosa ci può aiutare nell’elaborazione del lutto». Inoltre, uno sguardo benevolo alle tradizioni di popolo: «Momenti di preghiera semplici come il rosario, gesti di attenzione nei confronti dei familiari del defunto non sono codificati né codificabili. C’è una distanza con il rito ufficiale che non è necessariamente negativa, ma è da capire, evitando di introdurre nei riti funebri elementi estemporanei che non ci aiutano ad alimentare il dono della fede ma non fanno che intensificare il lutto della perdita».

Per ulteriori informazioni visitare il sito dell’istituto www.ist-liturgiapastorale.net

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