Il vicariato di Limena si confronta sui migranti con i sindaci del territorio

Due serate, il 28 aprile e il 5 maggio, organizzate dall’Osservatorio sul territorio nato 12 anni fa a Curtarolo che ruoteranno attorno alla domanda: sappiamo davvero accogliere? Lo scopo è affrontare questa questione centrale a partire dalle informazioni, in un confronto aperto con i sindaci della zona. Lo spunto è arrivato da un’omelia di don Marcello Milani a Curtarolo. Il 28 aprile, sarà lo stesso docente a inquadrare il fenomeno anche dal punto di vista biblico

Il vicariato di Limena si confronta sui migranti con i sindaci del territorio

Nel solo fine settimana di Pasqua sono stati 8.500 i migranti che hanno raggiunto le coste del nostro paese, a bordo di imbarcazioni della Guardia costiera o delle navi delle Ong operative nel Mediterraneo giunte in soccorso di gommoni e carrette del mare. La tendenza è dunque tutt’altro che in diminuzione.

Gli sbarchi aumentano ed è ora di guardare al fenomeno migratorio per quello che è: una costante, non certo un’emergenza.

La questione insomma va affrontata, a viso aperto, senza perdere altro tempo.

L’iniziativa

E proprio confrontarsi, raggiungere una consapevolezza condivisa, informarsi e cercare una soluzione sul grande tema dello spostamento delle masse sono gli obiettivi che si è dato l’Osservatorio sul territorio, nato una dozzina di anni fa nella parrocchia di Curtarolo e ora attivo in sinergia con tutto il vicariato di Limena.

Saranno due i momenti di riflessione e discussione: il 28 aprile e il 5 maggio alle 20.45 nella sala parrocchiale di via Dalmazia 2 a Curtarolo.

«Si tratta di un fenomeno centrale per la nostra epoca. Parlarne è doveroso – spiega la portavoce Renata Michielon – Ci rendiamo conto, da un lato, di essere completamente disinformati: di queste persone non conosciamo lo status, non sappiamo la differenza tra migrante, richiedente asilo e profugo, per esempio. Dall’altro lato non possiamo lasciarci andare alla paura che fa dire a molti nostri concittadini: “rimangano a casa loro”. Siamo consapevoli che accogliere non può significare solamente creare ammassamenti come le basi di Cona e Bagnoli, dove vengono meno i presupposti del vivere civile e possono generarsi situazioni rischiose. Siamo partiti chiedendoci: qual è la sensibilità del nostro territorio su questo tema? Ascoltiamo e confrontiamoci».

Due serate, l’approccio biblico, il prefetto, i sindaci

Il 28 aprile l’approccio sarà anzitutto informativo, con l’intervento di Giorgio Romagnoni, ricercatore dell’università di Trento che metterà ordine su numeri e terminologia del fenomeno migratorio. Quindi don Marcello Milani, docente di sacra scrittura alla Facoltà teologica del Triveneto, inquadrerà la questione dell’alterità in chiave biblica. Infine, don Marco Galante porterà la sua esperienza di accoglienza nell’ex monastero di San Giacomo a Monselice.

Il 5 maggio, l’avvocato Marco Ferrero riannoderà i fili del discorso del primo incontro per poi lasciare la parola al confronto fra tre sindaci del territorio: il primo cittadino di Curtarolo (che accoglie 15 migranti nell’ambito dello Sprar) Fernando Zaramella, Luciano Salvò di Villafranca Padovana e Paolo Tonin di Campo San Martino.

Tre domande ai primi cittadini

«Sono tre le questioni che sottoporremo ai sindaci – aggiunge Michielon – Anzitutto quali siano le difficoltà e le perplessità nell’inserire “l’altro” all’interno delle nostre comunità. In secondo luogo, quali siano gli strumenti che abbiamo a disposizione per affrontare questa situazione e per arrivare a una situazione positiva. Infine, come immaginare in prospettiva le nostre comunità».

A supporto dell’Osservatorio e del vicariato di Limena, anche la scuola di Formazione all’impegno sociale e politico.

«In un’epoca di estrema semplificazione di una realtà complessa – riflette il direttore Luigi Gui – è fondamentale che i cristiani decidano di guardare in faccia le grandi dinamiche in atto senza cedere alla tentazione di schierarsi per partito preso: a Limena la scelta chiara è quella di mantenere occhi e orecchi bene aperti anziché chiuderli».

Molte prospettive per cercare soluzioni

Cercare di conoscere e cercare di comprendere, sono i due percorsi che il sociologo intravvede.

«Di fronte a un tema scivoloso che divarica le opinioni, la scelta di unire personalità portatrici di punti di vista diversi e di cercare soluzioni a partire non solo dalle informazioni ma tenendo conto anche delle sensibilità, è un gesto saggio e coraggioso. Il fatto poi che si sia aperto alle prospettive sociologica, normativa, politica, istituzionale, ma anche a quella biblica, nell’ottica dell’ecologia integrale che papa Francesco descrive nella Laudato si’, fa di questa iniziativa un paradigma di come la comunità cristiana possa affrontare le problematiche nel mondo d’oggi».

Ascolta l'intervista rilasciata a BluRadioVeneto da Renata Michielon

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