Iniziazione cristiana e vicariati al centro dell'incontro degli organismi di comunione

Decimo incontro congiunto degli organismi diocesani di comunione, il secondo con il vescovo Claudio (il primo, di conoscenza, si è tenuto in dicembre). Al centro Civitas vitae dell’Oic, si sono ritrovati i membri del consiglio pastorale, consiglio presbiterale, collegio dei vicari foranei, presidenza della consulta delle aggregazioni laicali, coordinamento di pastorale e consiglio episcopale. 

Iniziazione cristiana e vicariati al centro dell'incontro degli organismi di comunione

Sul piatto due attenzioni pastorali di cui l’incontro congiunto si è già occupato, l’anno scorso, e che sono in continua elaborazione: il quarto tempo del nuovo cammino di iniziazione cristiana dei ragazzi (per comprendere come le comunità possono coinvolgersi con i preadolescenti, accompagnandoli nell’esperienza di fede); i vicariati (per analizzare alcuni aspetti e dinamiche della loro attuale configurazione e individuare ulteriori sviluppi in vista di un rapporto più vivo ed efficace con il territorio).
«Il lavoro di oggi – ha introdotto il vescovo Claudio – completa un cammino già iniziato, quello dell’iniziazione cristiana. È molto stimolante... Voglio che sia completato, poi lo verificheremo chiedendoci come le nostre parrocchie lo stanno vivendo».

Il vescovo ha sottolineato, rifacendosi alla Evangelii gaudium (n. 28), la centralità della parrocchia «che è ancora punto di riferimento. Il papa ci dice che è la scelta missionaria, perché ci permette di arrivare a tutti. Però la parrocchia, la chiesa, non sono i preti. C’è una comunità, fatta di tante forme diverse, che è chiamata a costruire ponti. A farsi serva. Questa comunità è chiamata in causa nell’iniziazione cristiana. Ecco perché, completato il cammino, va poi ricollocato responsabilizzando le nostre comunità».

Per continuare a riflettere sul quarto tempo dell’iniziazione cristiana, e per decidere concretamente come orientarlo, sono stati proposti quattro interventi: quello di Stefano Bertin, che ha fatto memoria del cammino che ha portato la chiesa di Padova a impegnarsi nel rinnovamento dell’iniziazione cristiana; don Gianandrea Di Donna, dell’Ufficio diocesano per la liturgia, ha poi approfondito la centralità della veglia pasquale; Eleonora, educatrice Acr di Bastia, ha infine raccontato la sua esperienza con i preadolescenti.
Don Giorgio Bezze, direttore dell’ufficio diocesano per l’annuncio e la catechesi) ha poi presentato – e consegnato alla discussione – alcune attenzioni per il quarto tempo dell’iniziazione cristiana dei ragazzi, a partire da quanto condiviso nell’incontro congiunto dello scorso anno, ma anche da altre occasioni di scambio come, ad esempio, incontri zonali con i preti avvenuti nelle scorse settimane.

Queste, in estrema sintesi, le attenzioni per il quarto tempo:

  1. sia in continuità con i tempi precedenti. «La celebrazione dei sacramenti – ha spiegato don Bezze – non conclude il cammino di iniziazione cristiana, ma necessita di un tempo in cui i ragazzi vengono accompagnati a entrare più profondamente nel mistero pasquale celebrato, per tradurlo nella pratica della vita, adeguatamente alla loro età»;
  2. sia caratterizzato da delicatezza e “leggerezza” «che non vuol dire superficialità o mancanza di sollecitudine, ma è quell’attenzione a creare percorsi possibili e praticabili dai ragazzi che stanno vivendo l’inizio della vita cristiana»;
  3. il ragazzo sia accompagnato a “immergersi” sempre più nella relazione con Gesù;
  4. che siano messe al centro eucaristia e penitenza, da cui attingere contenuti, metodo, percorsi e stile. 

E ancora: presenza dei genitori ed educatori “a misura” di preadolescenti. Senza dimenticare che «il loro accompagnamento è compito di tutta la comunità ecclesiale, in particolare la “comunità educante”».

Sui vicariati in rapporto con il territorio, don Marco Cagol ha ripercorso il cammino compiuto e ribadito che «l’attenzione al territorio deve essere stabile». Ha poi dato la parola a don Giorgio De Checchi, che ha raccontato come i vicariati di Arzergrande, Piove di Sacco e Pontelongo stanno ragionando su come camminare insieme (e già ci sono passi in questo senso).
Sono poi state presentate le esperienze di “legame” con il territorio/vicariato dell’ufficio famiglia e della Caritas diocesana.

L’incontro congiunto si è concluso con le parole del vescovo Claudio: «Siamo in movimento. È certamente faticoso... ma è un momento di grazia. Ci viene chiesto, in questo momento, di essere in cammino. Senza scoraggiarsi! Anzi, guardando avanti con un atteggiamento di comunione spirituale tra di noi. Questo deve darci sicurezza per continuare il cammino intrapreso».

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