Kenya, Canada, Albania. Don Siro, il globetrotter della missione

Dove lo Spirito soffia lui va. Kenya, Canada, Albania: l’annuncio da portare è sempre lo stesso. Don Siro Lunardon, nato a Valle San Floriano di Marostica (Vi) è prete dal 7 luglio 1963. Un ministero interamente vissuto lontano dalla sua diocesi, ma sempre con Padova nel cuore.

Kenya, Canada, Albania. Don Siro, il globetrotter della missione

Fin da subito sa che il suo ministero non si svolgerà, come per tanti suoi compagni di ordinazione, in una parrocchia
«Mi ero già messo a disposizione del vescovo Girolamo Bortignon per partire per la missione. Con don Giuseppe Magrin, mio compagno di scuola, sono partito per il Kenya, verso la regione del Nyandarua».
Quattro anni e mezzo di scoperte: «È stato bello vedere come lo Spirito santo, in questi anni, abbia messo le “fondamenta” grazie a tutti i bravi missionari pieni di entusiasmo e di coraggio».

Al rientro dal Kenya, nel 1969, don Siro parte per il Canada per andare a far visita ai suoi genitori, lì emigrati per cercare lavoro
«Dal primo giorno in cui sono arrivato (era il giorno dei Santi), ho speso ore e ore in confessionale: non c’erano infatti sacerdoti italiani che potessero prendersi cura dei tantissimi emigrati. Toronto era praticamente una città italiana, con mezzo milione di nostri concittadini».
Per don Siro è quasi naturale scegliere di restare lì: «Dio ha mandato alla chiesa di Toronto una popolazione da evangelizzare. È stato un cammino faticoso ma bello. A Toronto ogni domenica la messa viene celebrata in più di trenta lingue: è lo splendore della Pentecoste».
Alla messa in lingua italiana nelle parrocchie di migranti non c’erano però solo gli italiani, ma anche tanti vietnamiti che chiedevano il battesimo.

Poi, nella vita di don Siro, si spalanca un nuovo orizzonte: l’Albania.
«Un ragazzo albanese, scappato dal regime, era venuto a stare nella nostra parrocchia. Lo abbiamo ospitato in canonica e mi ha chiesto di andare a trovare i suoi genitori, a Scutari». All’inizio degli anni Novanta don Siro va a scoprire le realtà di un paese che riemergeva dopo 40 anni di dittatura marxista: «Ho chiesto all’arcivescovo di Toronto di vivere il mio anno sabbatico in Albania».
Incontra tanti preti – alcuni di loro nominati vescovi da Giovanni Paolo II – che sotto l’ateismo di stato avevano conosciuto il carcere e i lavori forzati. Ma la fede è rimasta: «Quando andavo a benedire le case tutta la famiglia mi aspettava sulla soglia, mentre il più anziano, come la nonna, benediva me e il Signore perché tornava un prete. Il marxismo aveva cercato di distruggere il mistero della Croce, ma una volta sparito il marxismo gli albanesi cristiani hanno messo croci dappertutto: non è il regno del male che va avanti, ma il regno di Dio».
Dopo alcuni anni in Albania, poi ancora in Canada, ora don Siro, in pensione dal 2010, lavora nella diocesi di Scutari a disposizione del vescovo Angelo Massafra.

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