L’antica abbazia “veglia” sulla festa di Carrara Santo Stefano

Continua fino a mercoledì 3 agosto la sagra di Due Carrare, dedicata al patrono Stefano. Sono 70 i volontari della festa, alcuni dei quali cuochi provenienti anche da altre parrocchie, con il desiderio di dare una mano. Domenica 31 luglio alle 10.30 sono in programma la messa solenne e la processione in onore del santo patrono.

L’antica abbazia “veglia” sulla festa di Carrara Santo Stefano

Continua fino a mercoledì 3 agosto la sagra di Due Carrare, dedicata al patrono Stefano.
«Il patrono si festeggerebbe il 26 di dicembre – racconta Stefano Muzzolon, del comitato organizzatore – ma la sagra viene fatta in questo periodo per celebrare il ritrovamento delle reliquie del santo, avvenuto il 3 agosto».
Sono 70 i volontari della festa, alcuni dei quali cuochi provenienti anche da altre parrocchie, con il desiderio di dare una mano. «Lo stand gastronomico – continua Muzzolon – è di ottima qualità e offriamo una specialità che non si trova in molte altre sagre: l’anguilla ai ferri».
Per tutta la durata dei festeggiamenti non manca per i giovani l’appuntamento con il torneo di calcio a 7; è presente un’area giochi per i bambini con i gonfiabili sempre aperta e ogni sera vi è un’orchestra diversa per scatenarsi in pista. Si possono visitare i mercatini esposti e tentare la fortuna con la pesca di beneficenza.

Domenica 31 luglio alle 10.30 sono in programma la messa solenne e la processione in onore del santo patrono.
Per ritrovarsi in allegria lunedì 1° agosto la serata sarà dedicata al cabaret con un duo d’eccezione, Marco e Pippo, ospiti molto graditi con l’intento di far ridere a crepapelle il pubblico con le loro gag. Infine il 3 agosto alle ore 18.30 si celebrerà la messa di chiusura con il ricordo del ritrovamento delle reliquie di santo Stefano.

Durante la sagra non sono previsti incontri culturali, ma è sempre aperta per i visitatori l’antica chiesa, un tempo abbazia.
Una chiesa che «merita davvero di essere visitata – racconta ancora Muzzolon – Fu fondata intorno al 1027 ed è il primo insediamento religioso fuori dalle mura di Padova. In breve tempo ottenne molto potere sul territorio, tanto da minare la supremazia dell’abbazia di Santa Giustina a Padova».
Con l’avvento dei veneziani nella città del Santo, il monastero cadde in disgrazia e nel 1776 fu messo “all’incanto” e venduto a un marchese che distrusse buona parte del luogo sacro. Solo verso la fine del Settecento l’abate Ceoldo comprò ciò che restava del monastero e che è ancora preservato.
«Ci aspettiamo una buona riuscita per il numero di visitatori e soprattutto per la raccolta fondi – conclude Muzzolon – I proventi derivanti dai mercatini, dallo stand e dalla pesca di beneficenza serviranno per i lavori di restauro dell’abbazia».

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