La parola ai preti novelli. Parla Fabio Casotto di Marsango, "don" da due giorni

Quasi trent'anni, originario di Marsango, frazione di Campo San Martino, Fabio Casotto è uno degli otto sacerdoti (cinque diocesani e tre francescani) ordinati nel pomeriggio di domenica 4 giugno dal vescovo Claudio Cipolla. Un passato da ciclista, è arrivato in seminario dopo il gruppo vocazionale e l'anno di Casa Sant'Andrea. Per lui una domanda di stretta attualità: un prete giovane all'inizio di un Sinodo dei giovani, quali reazioni, sentimenti ed emozioni ha colto da ragazzi e coetanei?

La parola ai preti novelli. Parla Fabio Casotto di Marsango, "don" da due giorni

Fabio Casotto (22 agosto 1987) è originario della parrocchia di Marsango. Secondo di due fratelli, ha frequentato a Piazzola sul Brenta l’istituto tecnico commerciale Rolando da Piazzola. Dopo il diploma in ragioneria, nel 2006 si dedica a tempo pieno al ciclismo, praticandolo a livello agonistico. Tra il 2009 e 2010 frequenta il gruppo vocazionale diocesano. Dopo l’anno propedeutico a Casa sant’Andrea, nel 2011 inizia il seminario maggiore. Negli anni della formazione presta servizio nelle parrocchie di Caltana, Battaglia Terme e del Sacro Cuore in Padova, dove ha anche svolto il suo ministero diaconale.

La domanda

Nella nostra diocesi inizia il sinodo dei giovani. In che modo ti senti coinvolto da questa iniziativa e quali sono state le domande, reazioni, provocazioni che hai colto nei giovani?

"Ero presente all’annuncio del sinodo dei giovani fatto dal nostro vescovo a Proszowice: tra la sorpresa di alcuni e l’entusiasmo di altri

ho visto negli occhi dei ragazzi brillare il fascino della proposta che invitava a contribuire a un rinnovamento del volto della chiesa. In questi anni ho condiviso tanto tempo con i giovani, tra Gmg, missioni giovani, campiscuola, grest... e ho colto un desiderio in loro: trovare qualcuno che abiti i loro mondi con stima e affetto, e a partire da quei mondi mostri loro la bellezza e la ragionevolezza della proposta cristiana, qualcuno che aiuti a sentire vera e vicina la presenza di Gesù dentro alle loro passioni. Spero che questo sinodo sia una occasione in questo senso, anche per i miei confratelli nel ministero.

Da quel giorno alla Gmg ho incrociato più volte don Paolo Zaramella e don Mirco Zoccarato negli incontri formazione dove, con competenza e passione, hanno cercato di volta in volta di coinvolgere quei giovani che si sono messi in gioco nel tentativo di rispondere alla domanda del nostro vescovo: secondo te, che cosa vuole il Signore dalla chiesa di Padova?

Tuttavia in questo tempo ho sentito sorgere anche altri interrogativi tra questi giovani: come faremo a coinvolgere altri nostri coetanei nei gruppi sinodali? Facciamo fatica a capire cosa vuole il Signore da noi, come possiamo comprendere cosa vuole il Signore dalla chiesa di Padova? Verrà ascoltato davvero ciò che diremo? E ancora, come mai mancano tanti ragazzi all’appello? Perché alcuni parroci parlano poco del sinodo?

Mi pare siano timori giustificati questi, in quanto la proposta è veramente alta! Mi sembra di capire che non manca la fatica di camminare sulla stessa strada, verso l’obiettivo indicatoci dal nostro vescovo, ma sono convinto che i ragazzi – forse per la prima volta – percepiscono di avere la responsabilità del vangelo, della nostra chiesa. Per questo ringrazio di questa opportunità. Un po’ come ringrazio per l’ordinazione presbiterale che ci chiede di metterci a servizio della porzione del popolo di Dio che è in Padova, nonostante tutte le difficoltà e i cambiamenti che il futuro ci prospetta.

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