La scuola d'italiano della Sant'Egidio insieme ad anziani e profughi

Anziani di vari quartieri della città e profughi giunti da qualche giorno a Padova sono stati tutti inviati alla festa di fine anno della scuola d'italiano della comunità di Sant'Egidio. Un momento di convivialità per tutti, ma soprattutto la «promozione del mutuo rispetto attraverso l'educazione» come insegna papa Francesco.  

La scuola d'italiano della Sant'Egidio insieme ad anziani e profughi

Una bella serata estiva. Tavole addobbate sotto un tendone. Profumi di cibi di vari paesi. La parrocchia dell’Arcella ha ospitato, nelle scorse settimane, la cena di fine anno della scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di sant’Egidio. La scuola è presente in molte città italiane ed europee.

A Padova, a oggi, hanno frequentato la scuola più di 350 studenti di varie nazionalità. Alcuni sono lavoratori da più di dieci anni nel nostro paese, altre sono madri di famiglia, altri ancora profughi residenti da pochi mesi in città. Un mosaico variegato fatto di persone diverse per provenienza, storia, aspirazioni, tutte accomunate da un forte desiderio di imparare la nostra bella lingua.

Gli studenti hanno invitato a partecipare altri profughi arrivati da pochi giorni a Padova e anziani provenienti da vari quartieri della città. Gli anziani hanno assaggiato cibi dei vari paesi, ma soprattutto la serata è trascorsa in un clima di autentica simpatia. Cristiani e musulmani hanno cenato insieme dopo il tramonto, festeggiando l’Iftar, la rottura del digiuno nel mese del Ramadan. L’italiano è stato davvero la lingua della simpatia che ha unito europei e nuovi europei, giovani ed anziani. È stato commovente vedere certi dialoghi tra studenti desiderosi di applicare quanto hanno imparato alla scuola e anziani che si sono sforzati di parlare in italiano, ma non hanno disdegnato di usare espressioni divertite in dialetto. Emilia ed Ofelia, due anziane che vivono insieme con il sostegno della Comunità di sant’Egidio in una casa proprio vicino al luogo della festa, hanno raccontato dell’amicizia speciale nata con due ragazzi profughi del Mali, che hanno deciso di andarle a trovare con regolarità, desiderosi di fare qualcosa per gli altri. Una lezione di umanità da chi si è sentito interrogato dalla domanda di solitudine degli anziani della nostra città e ha trovato una via originale di risposta, al di là degli schemi.

Una proposta per tutti in un periodo come l’estate, in cui il problema della solitudine degli anziani si acuisce. Davvero nessuno è così straniero da non poter aiutare gli altri. Dalla serata sono nate tante richieste. Anzitutto, quella di non interrompere la scuola, che infatti proseguirà anche durante l’estate. Dall’altra quella di moltiplicare le occasioni di incontro e amicizia. È così che è nato l’invito da parte degli amici musulmani a festeggiare insieme la fine del mese di Ramadan, ’Id al-Fitr, la sera del 18 luglio.

Lo scorso anno, papa Francesco, nel suo messaggio per la festa di fine Ramadan, ha invitato a riflettere sulla “promozione del mutuo rispetto attraverso l’educazione”. «Per ottenere questo scopo – ha affermato – hanno un ruolo da svolgere le famiglie, le scuole, l’insegnamento religioso e ogni genere di mezzi di comunicazione sociale». È un messaggio che interpella tutti. L’amicizia cresce nella conoscenza e nella stima reciproca. Alla scuola di italiano questo si realizza molto concretamente. Uno spazio del vivere insieme che dimostra che questo non solo è possibile, ma è bello ed è già oggi il nostro futuro.

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