Montegalda attende il vescovo per l'ultima tappa della visita pastorale vicariale

Sarà il vicariato di Montegalda, tra venerdì 15 e sabato 16 maggio, la meta dell’ultima visita pastorale vicariale del vescovo Antonio Mattiazzo.
Tredici parrocchie diffuse in sei comuni e due province. Comunità ormai abituate a lavorare insieme, in cammino nei nuovi percorsi di iniziazione cristiana, chiamate sempre più a essere tessuto vivo e accogliente nel territorio in cui si estendono.

Montegalda attende il vescovo per l'ultima tappa della visita pastorale vicariale

Don Silvano Silvestrin, arciprete di Montegalda, amministratore della parrocchia di Trambacche e vicario foraneo si prepara a vivere l’intensa due giorni.

Che vicariato si troverà di fronte il vescovo Antonio il 15 e il 16 maggio?
«Incontrerà un vicariato nel quale i laici si sono resi sempre più attivi, compartecipi e impegnati. Dopo l’ultima visita pastorale del 2008 si è attivato il coordinamento e la collaborazione tra parrocchie a vari livelli. I laici si sono presi a cuore alcuni ambiti della pastorale, come ad esempio il cammino di formazione dell’Azione cattolica e la Caritas. È un vicariato che si è aperto alla mondialità, anche grazie alla presenza di tre sacerdoti stranieri studenti nella parrocchia di Montegalda».

Quali sono le sfide principali che il vicariato si trova ad affrontare oggi?
«La prima è certamente quella di portare a pieno regime il nuovo cammino di iniziazione cristiana: quasi tutte le parrocchie hanno iniziato il percorso. Siamo al secondo anno ormai, bisogna pensare al terzo: i gruppi aumentano, e non sempre è facile reperire adulti accompagnatori. La seconda sfida è quella di dare corpo alle Caritas parrocchiali, realtà fondamentali e in crescita, grazie anche all’egregio lavoro del diacono permanente Giorgio Toffanin».

Come dialoga il vicariato con il territorio che lo circonda, che comprende sei comuni e due province?
«Non sempre è facile, data anche la conformazione geografica del territorio: nei nostri comuni vi sono infatti frazioni appartenenti ad altri vicariati o addirittura ad altre diocesi. Nonostante questo, il rapporto con le istituzioni civili è funzionale ai singoli temi, a partire dalle situazioni di necessità delle famiglie e dalle scuole materne».

Che cosa chiederete al vescovo in questa sua ultima visita pastorale?
«Come sacerdoti chiederemo al vescovo Antonio indicazioni su come procedere alla costituzione delle attese unità pastorali. Poi, esporremo la situazione di difficoltà delle nostre scuole materne, sette parrocchiali e una gestita dai genitori dentro gli spazi della parrocchia. Infine, gli chiederemo di esortare gli adulti a lavorare ancora di più insieme, proprio come fanno i giovani e i catechisti, al di là di ogni ormai inutile campanilismo».

IL PROGRAMMA
28 ore per abbracciare la realtà di un vicariato.
La visita pastorale del vescovo Antonio nel vicariato di Montegalda inizia venerdì 15 maggio, alle 16 a Mestrino, con l’incontro con i preti.
Alle 17.45, sempre a Mestrino, appuntamento con il coordinamento pastorale vicariale, a cui seguiranno i vespri alle 19 e l’abbraccio con i consigli pastorali parrocchiali alle 21.
La giornata di sabato 16 si svolgerà prevalentemente a Cervarese Santa Croce: alle 8.30 la celebrazione delle lodi, alle 9.45 l’incontro con i consigli delle scuole materne e i consigli per la gestione economica.
Alle 11, presso l’ex oratorio di Santa Croce, confronto con il mondo civile, i sindaci e i consiglieri comunali.
Alle 15, in patronato, appuntamento con gli educatori coinvolti nei seguenti ambiti: iniziazione cristiana, pastorale familiare, Azione cattolica, scout, Caritas e missioni. Alle 16.30 il vescovo arriverà a Montegalda: nel teatro Stella Maris incontro con i giovanissimi, i giovani e l’Acr.
Alle 19, celebrazione dell’eucaristia con tutti i fedeli del vicariato.

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