Navarro Valls. Il ricordo di padre Federico Lombardi suo successore alla guida della sala stampa vaticana

Non fu solo il direttore della sala stampa, ma l'alter ego di papa Giovanni Paolo II. Perfettamente all'altezza nel saper interpretare la comunicazione dirompente del papa polacco. «Avevano un rapporto molto intenso – racconta padre Lombardi – Navarro insistette molto per potersi relazionare personalmente con il santo padre. Solo con un legame diretto poteva essere l’interprete del suo pensiero di intenzione e di linea. Si presentava autorevolmente come voce del papa al di là degli apparati». Numerario dell'Opus Dei, Navarro Valls «aveva un fede discreta ma solida. Perfettamente integrata con la sua professione».

Navarro Valls. Il ricordo di padre Federico Lombardi suo successore alla guida della sala stampa vaticana

«È impossibile pensare a Giovanni Paolo II sotto la sua dimensione pubblica senza incontrare la figura di Navarro Valls. Il papa apprezzava la sua intelligenza e, penso, il suo consiglio. Non era uno “strumento” intelligente, era un collaboratore preziosissimo che trovava sempre le formule giuste».

Padre Federico Lombardi, sacerdote e giornalista della Compagnia di Gesù, nel 2006 fu il successore come responsabile della sala stampa vaticana di Joaquin Navarro Valls, numerario dell’Opus Dei, giornalista e medico psichiatra, voce di Karol Wojtyla per oltre vent’anni, dal 1984 al 2006, scomparso a 80 anni mercoledì 5 luglio. «Per il passaggio di consegne – racconta padre Lombardi – ci incontrammo più volte. Mi diede dei consigli e mi spiegò come funzionava la sala stampa. Fu lui a rinnovarla completamente e io in dieci anni non l’ho ritoccata, andava benissimo così».

«Valls era un grande professionista – continua il gesuita – con una notevole capacità di cogliere l’essenza dell’evento, della notizia e di comunicarla. Era esemplare come la dava ai giornalisti, aiutava i colleghi a essere più efficaci. Parlava molte lingue, in ogni situazione era a suo agio, sempre preparato. Era un uomo di grande cordialità e simpatia, una persona distinta, con la quale si stava volentieri, affabile, gentile».

Navarro Valls fu scelto personalmente dal papa come suo portavoce come raccontò a Vittorio Zucconi in un’intervista pubblicata su La Repubblica il 24 aprile 2001: «Mi trovavo nella sede della stampa estera. Mi consegnarono un bigliettino scritto a mano: “Tra un’ora il papa la vorrebbe vedere a pranzo”. “È uno scherzo” pensai. Mi chiese se avessi qualche idea per migliorare la comunicazione della santa sede e mi diede un giorno per decidere se accettare l’incarico».

«La comunicazione cambia sempre da papa a papa – spiega Lombardi – Cambia la personalità, ma cambiano anche gli strumenti a disposizione, i linguaggi. Ai tempi di Giovanni Paolo II il pontificato si proiettava molto all’esterno, il pontefice era una presenza internazionale con i suoi viaggi, le relazioni mondiali. Navarro è stato all’altezza di questo sviluppo, ha gestito perfettamente tutta la dimensione della comunicazione connessa. In quegli anni c’è stato inoltre lo sviluppo delle agenzie di stampa.

Navarro ha saputo essere un interlocutore attivo, in una forma evidentemente non clericale. Era spigliato, disinvolto, brillante. Fu il primo laico, anche se consacrato, che segnò il passaggio da un’informazione più ecclesiastico-clericale a laico-professionale. Usava il Blackberry, inviava così i comunicati, le informazioni».

Padre Lombardi e il portavoce di Wojtyla, si conobbero meglio durante i numerosi viaggi all’estero. «Dal 1991, come responsabile di Radio Vaticana, cominciai a fare parte del piccolo “seguito” di Giovanni Paolo II: oltre agli incontri pubblici ci si trovava spesso in altre occasioni. Abbiamo condiviso momenti di preghiera, le messe la mattina. Valls aveva una fede discreta, ma solida. Una vita spirituale profonda, integrata perfettamente nella sua professione. Il pontefice alla fine di ogni viaggio ci invitata a pranzo nella sua dimora per fare un bilancio sulla comunicazione. Eravamo cinque, sei persone in tutto: il segretario del papa, il direttore della sala stampa, dell’Osservatore Romano, l’addetto alla rassegna stampa, l’organizzatore dei viaggi e io».

Navarro Valls non era solo la voce dei Giovanni Paolo II; era il suo alter ego, l’altra metà della mela, lo spin doctor, l’eco internazionale, lo strumento perfetto per far arrivare l’incredibile nuovo modo di comunicare la Parola al mondo intero.

«Avevano un rapporto molto intenso – racconta padre Lombardi – Navarro insistette molto per potersi relazionare personalmente con il santo padre. Solo con un legame diretto poteva essere l’interprete del suo pensiero di intenzione e di linea. Si presentava autorevolmente come voce del papa al di là degli apparati».

«Ricordo in particolare una delle ultime cene, dopo il viaggio in Croazia. Papa Giovanni Paolo II era anziano, malato, ma ci teneva che ci trovassimo tutti, come sempre. Questo ci aveva molto colpiti». Fu Valls a comunicare al mondo intero la malattia, il Parkinson. «Ero direttore del Centro televisivo vaticano, fu un periodo particolarmente impegnativo che vissi con Valls con molto affetto e partecipazione, cercando di rispettare sempre la volontà di trasparenza di Giovanni Paolo II».

Marta Randon

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