Per la festa del Crocifisso tutta la comunità si mette in gioco, anche i piccoli

Dal 27 maggio al 13 giugno la parrocchia del Crocifisso è in festa. Non c’è ballo liscio in programma, ma proposte di musica e teatro per aggregare la comunità in questi giorni di festa che vengono vissuti da tutti come un’opportunità per stare insieme, rinsaldare relazioni e coinvolgere anche giovani e ragazzi delle medie.

Per la festa del Crocifisso tutta la comunità si mette in gioco, anche i piccoli

Dal 27 maggio al 13 giugno la comunità del Crocifisso è in festa.
Undici giorni (le proposte si tengono dal venerdì alla domenica e in più nei giorni del 2 e 13 giugno) per stare insieme e condividere tempi e spazi in un clima familiare e accogliente.

Il programma è quello di una sagra tradizionale
Vi sarà lo stand gastronomico, seguito dal gruppo adulti; lo stand paninoteca e birreria, affidato ai giovani; la pesca di beneficenza; lo spazio spettacoli, affidato sia per la programmazione che per la gestione ai giovani; e lo spazio bimbi, animato con proposte dal gruppo scout e da catechiste e anche aperto ad attività non strutturate utilizzando i giochi raccolti durante l’anno.
«Un aspetto che ci caratterizza – spiega Pietro Teatini, uno dei tre referenti della festa – è l’assenza totale di serate di ballo liscio. La scelta è di stare su proposte teatrali o di musica rock e pop, che possano incontrare il gusto del gruppo più giovane. Vogliamo, infatti, sia una “sagra giovane”, cercando anche di invogliarli a essere attivi e a partecipare. Abbiamo già un bel gruppo di ragazzi che si dà da fare e lasciamo loro libertà di scelta e di movimento rispetto all’organizzazione delle serate».

La sagra non coincide più, ormai da dieci anni, con la festa liturgica del Santissimo Crocifisso.
«Quest’ultima cade in settembre, ma visto che il tempo meteorologico non era sempre favorevole, si è pensato di sdoppiare le due proposte. A giugno, inoltre, i ragazzi sono più liberi dagli impegni scolastici e la partecipazione, come la disponibilità a dare del tempo, è più spensierata e attiva». Resta il fatto che si tratta di una sagra parrocchiale, non organizzata dalla pro loco.
«Ecco perché – sottolinea il referente – vi trovano sempre spazio dei rimandi a quanto come comunità stiamo vivendo. Per l’appunto, a ottobre prossimo, ricorrono i cinquant’anni della costruzione della nostra chiesa e in quell’occasione vivremo anche la missione popolare: negli spazi della festa troveranno quindi sede striscioni e pannelli che illustrano questi momenti».

I volontari coinvolti sono tanti e a tutti vengono offerti spazi e tempi di formazione.
«Siamo circa 150, di cui almeno 50 al di sotto dei 25 anni fino ad arrivare all’età delle medie. Chiediamo infatti anche ai piccoli che lo desiderano di mettersi a disposizione per svolgere alcuni semplici servizi come imbustare le posate o raccogliere le stoviglie sporche. Diciamo che la festa rappresenta anche un’importante e fondamentale entrata a livello economico: tutto ciò che raccogliamo viene convogliato nell’estinzione del mutuo per la costruzione del nuovo patronato, terminata cinque anni fa».

La sagra si rivela quindi di anno in anno occasione di incontri, rinnovo di un impegno e di un mettersi in gioco.
«È importante perché è un momento in cui tutta la comunità si raccoglie per uno stesso scopo – conclude Teatini – I gruppi che durante l’anno camminano ognuno sul proprio binario, qui si ritrovano e mettono tutti lo stesso vestito per sostenere la medesima finalità. Sembra impossibile vedere quante persone arrivano e si danno da fare. Ci troviamo, inoltre, nella prima periferia della città e la nostra festa si connota quasi come una sagra di un piccolo paese. Chi è andato ad abitare fuori, ritorna volentieri: diventa quindi un’occasione per riallacciare relazioni e al tempo stesso aprirsi al territorio. Anche il fatto di affacciarsi sulla trafficatissima via Bembo diventa un’opportunità per richiamare e incontrare persone nuove».

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