Piovene, Rocchette e Grumello. Un'unità pastorale in missione

Dall'8 al 19 novembre 35 missionari, tra i quali frati, suore francescane e laici, si sono ritrovati nell'unità pastorale di Piovene, Rocchette e Grumello per una missione al popolo.

Piovene, Rocchette e Grumello. Un'unità pastorale in missione

Nonostante il lungo periodo di incubazione, la missione al popolo nell’unità pastorale di Piovene, Rocchette e Grumello è stata accompagnata da una sorta di trepidazione. «Ho avuto l’impressione di aver forzato un po’ la mano – ammette il parroco don Romeo Presa – ma poi dal primo giorno ho capito che la missione stava suscitando molto interesse». Per più di dieci giorni, dall’8 al 19 novembre, un gruppo di 35 missionari, tra i quali frati, suore francescane e laici, hanno invaso le strade, le piazze, le case, i negozi, gli abituali punti di incontro dell’unità pastorale. Un’invasione pacifica, che ha coinvolto tutta la comunità, nel rispetto del principio “Nessuno è escluso”.

«Hanno passando a tappeto tutte le realtà dell’unità pastorale – prosegue don Romeo – non soltanto con celebrazioni, ma anche con incontri, centri d’ascolto nelle famiglie, visite nelle scuole e con un recital curato da loro stessi».

Lo scopo della missione è infatti quello di portare la Buona notizia per le strade e nelle case, secondo il mandato che Gesù affidò ai discepoli, con lo spirito semplice e gioioso di san Francesco. Questa in particolare si ispira alle parole che Gesù disse a Zaccheo: “Oggi mi fermo a casa tua”. «L’esperienza della missione – scrive don Franco Canton, direttore del Centro diocesano missioni al popolo, in un messaggio rivolto alla comunità – ha proprio il sapore dell’incontro con un Amico che domanda di essere accolto nell’intimità per ascoltare, dialogare, consolare, illuminare la vita di ciascuno di voi».

I missionari si sono trovati nell’unità pastorale dall’8 novembre e hanno ricevuto il mandato nel corso di una messa solenne presieduta dallo stesso don Franco Canton, delegato del vescovo Claudio. La missione è entrata nel vivo dal giorno successivo con incontri per giovani (dai 18 ai 32 anni) e giovanissimi (dalla prima alla quarta superiore), per le coppie di sposi o conviventi, per le persone separate, divorziate e risposate e con i centri d’ascolto nelle famiglie. C’è ovviamente anche una parte celebrativa di preghiera e adorazione, con momenti di incontro e dialogo personale con i frati e le suore. E ci sono momenti di festa, come la “Festa delle famiglie” nella prima domenica di missione e il recital Il sogno di Dio, la sera di sabato 18 al capannone Lanerossi, sulla vita di san Francesco, che ha coinvolto anche parte dei giovani incontrati durante le serate di catechesi.

«Da quando, nel 2011, è nata l’unità pastorale – ricorda don Romeo – abbiamo cominciato a pensare di organizzare qualcosa di nuovo. La mia idea era quella di creare l’occasione per un momento importante. Dal 2014 abbiamo incontrato questo gruppo di religiosi. Per due anni sono venuti durante i fine settimana nelle nostre parrocchie per una programmazione a tappe della missione». E dopo?

«Alla fine di questa missione non vogliamo che si crei un vuoto. Il lavoro fatto sfocerà nel cammino delle dieci parole, perché chi ha partecipato alla missione possa continuare l’esperienza in altro modo. Un gruppetto di missionari aiuterà la comunità a proseguire il commino iniziato».

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