Riparte "Viaggiare per condividere". Giovani, pronti a cambiar vita?

Domenica 26 novembre a casa Madonnina a Fiesso d'Artico prende il via il cammino che da anni il centro missionario diocesano rivolge ai giovani che hanno sete di conoscere il mondo per conoscere se stessi, maturando uno sguardo che va oltre la superficie della quotidianità. Le iscrizioni sono ancora aperte. Ecco le testimonianze dei ragazzi che quest'estate hanno viaggiato.    

Riparte "Viaggiare per condividere". Giovani, pronti a cambiar vita?

«Sono partita con la convinzione che non sarebbe stato il mio viaggio “missionario” fin quando almeno non avessi risolto un conflitto interiore che da tempo non mi permette di vivere in pienezza l’esperienza dell’andare, dell’incontrare. Lì, però, questo è successo. L’Africa mi ha acceso un interruttore che pareva spento».

Ci sono parole più azzeccate di quelle di Ambra Galli (Manerbio) che quest’estate ha viaggiato in Tanzania con i volontari dell’Alm per descrivere un’esperienza missionaria? La risposta è no. Il viaggio cambia letteralmente la vita, a patto di partire pronti a lasciar spazio allo stupore che genera l’incontro vero tra esseri umani. A questo serve “Viaggiare per condividere”, il cammino rivolto ai giovani che il Centro missionario diocesano di Padova organizza con successo da anni, come confermano le testimonianze degli ultimi partiti per l’esperienza missionaria la scorsa estate.

Domenica 26 novembre a casa Madonnina a Fiesso d’Artico il percorso riprenderà e un nuovo gruppo di giovani che hanno sete di conoscere se stessi condividendo uno spezzone della propria vita con il mondo è pronto a riprendere il cammino.

Lo sa bene Elisa Bortolozzo, una mamma di Dolo, che a luglio è stata in Albania con le suore maestre di santa Dorotea. «Quello che io ho portato a casa con me e che nel mio cuore ha trovato un posto per la vita, sono gli occhi dei bambini del villaggio vicino a Suc. Con loro ho ritrovato un pezzo della mia anima e sono riuscita a donare completamente la mia persona».

Ma lo sanno anche i tre ragazzi che hanno trascorso il mese di agosto in Brasile, a San Paolo, nelle missioni delle suore maestre di Santa Dorotea. Giulio Lago (18 anni di Belvedere di Tezze sul Brenta), Marco Callegaro (24, di Sant’Andrea di Campodarsego) e Riccardo Botter (di Asolo) hanno fatto l’esperienza sconvolgente e fantastica di essere ospitati in famiglia.«Ora che sono tornato – racconta Giulio - posso dire con orgoglio che ho guadagnato una nuova famiglia con cui misento quotidianamente tuttora. Mi sono commosso in occasione della festa per il papà quando ho letto il biglietto che Jennifer, la mia sorellina brasiliana aveva scritto a papà Davì. Riportava:“Sei il migliore papà del mondo!” firmato “Mamma Patricia e i tuoi figli Jennifer, Thiago e Giulio”». Ma commovente è anche la mamma di Giulio che, con estrema gratitudine, scrive all’«altra mamma di mio figlio» per ringraziarla di tutto ciò che questo viaggio ha significato.

Africa, America Latina, Asia. I racconti dei ragazzi sono pieni di luoghi esotici, racconti al limite dell’incredibile che rimandano a villaggi, foreste, il Tamil Nadu, l’arsenale della pace di san Paolo dove il Sermig di Torino accoglie ogni notte 1.200 poveri. Ma ciò che più di tutto emerge è lo scavo interiore che questi giovani hanno sperimentatoe che ora stanno generando cambi di stile di vita e scelte per l’oggi e il domani.«In questo viaggio ho raggiunto delle consapevolezze che forse non volevo neanche vedere, ma che sono necessarie per crescere –scriveElisa Carraro,24 anni diVillanovadi Camposampiero, che è stata in India con i padriGiuseppini– La gente, i bambini mi hanno insegnato che dio prima di tutto sta in ciò che ci circonda, nella natura, nelle persone. E quando ahi il cuore pieno di queste cose allora ringrazi con una preghiera.E così ritrovi la tua fede, il tuo spirito riceve tanto e ti arricchisci di autenticità e di vita!».

Sono giovani della diocesi, ma anche da fuori, arrivati grazie alle relazioni o ai religiosi che fanno parte della commissione. Come gli scalabriniani che hanno permesso a tre giovani di vivere per tre settimane a borgo Mezzanone in Puglia, in uno dei centri di accoglienza per richiedenti asilo più grandi d’Europa, dove i migranti sono sitemati alla bell’e meglio su una pista aerea dismessa dalla Nato esottoposti alla schiavitù del caporalato. O come i dehoniani che hanno aperto a Silvia Missaglia e ad altre tre ragazze le porte della loro missione in Mozambico, ad Alto Molocue.

Le iscrizioni a “Viaggiare per condividere” sono ancora aperte. Tutti gli incontri si terranno a casa Madonnina dalle 9.30 alle 17.30 a eccezione del weekend “Strada facendo” (16-17 dicembre). Per info: cmd.viaggiare@diocesipadova.it

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