Ripensare il lavoro, ecco il contributo degli scout cattolici

Dal 26 al 29 ottobre si svolgerà a Cagliari la 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani. Al centro sarà il tema del lavoro come si coglie dal titolo dell’appuntamento, “Il lavoro che vogliamo libero, creativo, partecipativo e solidale”. È di questi giorni la pubblicazione del contributo dello scautismo cattolico sul tema del lavoro «incentrato sul ruolo che il metodo scout ha nella crescita delle persone e nella loro educazione permanente».

Ripensare il lavoro, ecco il contributo degli scout cattolici

Dal 26 al 29 ottobre si svolgerà a Cagliari la 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani.
Al centro sarà il tema del lavoro come si coglie dal titolo dell’appuntamento, “Il lavoro che vogliamo libero, creativo, partecipativo e solidale”.
Recentemente mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del comitato organizzatore delle Settimane sociali, ha ricordato come questo appuntamento iniziato 110 anni fa da Giuseppe Toniolo sia

«sempre stata un momento decisivo nella vita del paese. A partire dalla dottrina sociale della chiesa – ha sottolineato mons. Santoro – vogliamo proporre qualcosa di concreto agli italiani. Non vogliamo sostituirci alla politica, ma come dice papa Francesco, possiamo aprire dei percorsi».

In vista dell’appuntamento di Cagliari stanno arrivando diversi contributi di riflessione da realtà ecclesiali e associative.
È di questi giorni la pubblicazione del contributo dello scautismo cattolico sul tema del lavoro «incentrato sul ruolo che il metodo scout ha nella crescita delle persone e nella loro educazione permanente».
Lo affermano in un documento i presidenti Sonia Mondin (Masci, Movimento adulti scout cattolici italiani), Antonio Zoccoletto (Fse, Associazione italiana guide e scout d’Europa cattolici), Barbara Battilana e Matteo Spanò (Agesci). «Un metodo che, a seconda delle diverse stagioni della vita, è capace di evolversi per essere al passo con i tempi, mantenendo fermi gli ideali e i valori rappresentati dalla legge e dalla promessa scout».

Il «messaggio cristiano, di cui siamo portatori – si legge ancora nel documento – può diventare cultura e illuminare la politica proprio a partire dal rispetto per l’uomo, per la sua dignità e per i suoi diritti, in primis dai luoghi e dagli ambienti che abitiamo». Per «le persone che ritengono di aver incarnato nel loro cammino di crescita i valori scout, non è sufficiente fare esclusivo affidamento sulla loro responsabilità di singoli, ma è un dovere impegnarsi per attivare processi di cooperazione con tutti gli attori in campo: lavoratori, sindacati, imprenditori, governo e istituzioni, sia a livello locale che a livello nazionale».

Il lavoro, si sottolinea nel contributo, «deve essere espressione di legalità: non è più a lungo sopportabile vedere i ragazzi convinti che non esiste un futuro per loro, essendo tutto in mano sia alla raccomandazione che al lavoro sommerso e che sfrutta. È necessario un cambio di mentalità a tutti i livelli. Una riflessione sulla giustizia della ripartizione dei proventi del lavoro: un’equità – concludono i firmatari del documento – che possa dare dignità a ogni persona».

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