Saccolongo va in bici alla Gmg, per un pellegrinaggio del cuore

A Cracovia in bicicletta. I giovani di Saccolongo hanno scelto di vivere l’esperienza affrontando su due ruote 1.204 chilometri. «In otto arriveranno a Cracovia solo e unicamente cavalcando la propria bici – racconta l’animatore Francesco Peraro – altri tre, i nostri “angeli”, ci seguiranno in furgoncino e ci faranno da supporto logistico, nonché alimentare». 

Saccolongo va in bici alla Gmg, per un pellegrinaggio del cuore

È da gennaio che la programmazione del viaggio ha preso avvio: nessun vero primo referente, ma tutti i ragazzi, dai 18 ai 31 anni, corresponsabili.
«Chi ha cercato i posti dove trascorrere le notti, chi ha trovato i furgoni a seguito, chi si è occupato della cucina e chi ha organizzato tutta la logistica, la meccanica e i momenti di preghiera. Ognuno ha avuto qualcosa da fare».

Agli 11 giovani padovani, se ne sono aggiunti negli ultimi giorni tre della diocesi di Verona e due di Torino.
«Hanno sentito notizia della nostra proposta e hanno voluto partecipare: per noi è stata una grande emozione, perché l’iniziativa è nata nel piccolo, all’interno della nostra parrocchia, e non pensavamo avesse una tale risonanza nelle vicinanze».

Compagno di viaggio, nonché guida spirituale, un prete novello: don Francesco Dal Sasso.

«I giovani mi hanno fatto questa proposta un paio di mesi fa e mi è parsa un’occasione da non perdere: non solo perché li conoscevo già quasi tutti, avendo vissuto l’esperienza pastorale da seminarista nella loro parrocchia i primi due anni di seminario, ma anche perché mi pareva giusto, come prete, seguirli in questo percorso e accompagnarli in modo fraterno e gratuito. Ogni giorno avremo modo di celebrare l’eucaristia e condividere quanto vivremo alla luce della parola di Dio: insomma oltre ai momenti di condivisione “fisica” del pedalare anche quella spirituale». 

Sarà un pellegrinaggio del cuore.
«Fatica, collaborazione, scoperta e vangelo si uniranno nel donarci il senso della giornata mondiale e prepararci a vivere quei giorni di Grazia. Ci siamo divisi i luoghi in cui chiedere ospitalità trovando, onestamente, tanta generosità. Torneremo a casa il 2 agosto. La scorsa settimana abbiamo incontrato un prete polacco, don Cristoforo, che ci ha raccontato la storia della Polonia e come questa chiesa si stia preparando a vivere la Gmg».
Il desiderio non è tanto quello di portare a casa un bel ricordo di una grande esperienza, ma di fare propria una consapevolezza. «Quella che nasce dalla gioia dell’essere chiesa, comunità di credenti che, seppur formata da culture e lingue diverse, accomunata e raccolta nell’unica fede, cammina, prega, fatica guardando al volto del Signore che la chiama a sé – sottolinea il giovane prete – Mi piacerebbe, inoltre, che questi giovani si sentissero anche provocati nelle loro scelte future, venissero a casa con un bagaglio carico di interrogativi, che non creino confusione ma che li, e ci, facciano sentire vivi e umilmente disposti a camminare anche molto sui sentieri della vita e della nostra continua conversione. Sarà anche occasione per iniziare assieme non un momento che inevitabilmente si concluderà, ma che rappresenta una tappa significativa volta ad aprire un cammino condiviso umanamente e spiritualmente, non solo tra loro, ma con la nostra diocesi. Vivere questa esperienza non per essere più bravi o per aver fatto più fatica, ma portare a casa una nuova ricchezza e consapevolezza che serva alla loro vita, da uomini e cristiani».

E la Gmg diventa un’occasione importante anche per arricchire il ministero sacerdotale.
«La sento come opportunità per iniziare a vivere e comprendere sempre di più la grazia viva ed efficace che il Signore mi ha posto tra le mani come suo sacerdote – conclude don Dal Sasso – Il tempo, nel quale il Signore mi dona di accompagnare questi giovani nel cammino della loro fede, è importante e denso di misericordia anche per me. Sarà un’opportunità per formarmi, capire le esigenze del ministero, fare esperienza di cosa significa benedire e nutrire questi giovani! Stando in mezzo a loro, raccogliendo desideri e speranze, offrendo il ristoro quotidiano della preghiera e dell’eucaristia, potrò anch’io crescere e maturare con umiltà e gratitudine. La gioia che già sperimento nell’accompagnarli con affetto e amicizia si moltiplicherà in giorni densi di fede, incontri e momenti gratuiti che porteranno il volto della semplicità e creatività giovanile che non ha paura di nulla e ci racconteranno ancora una volta il volto di Dio che gioisce nel vedere tutti questi giovani radunati nel suo nome».

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