San Michele delle Badesse in festa col vescovo Claudio per il nuovo centro parrocchiale

Il 2 ottobre, alle 10, il vescovo Claudio inaugura a San Michele delle Badesse il nuovo centro parrocchiale. Nuovo in tutti i sensi: costruito con le tecniche più moderne e rispettose dell’ambiente, pensato, progettato e gestito interamente dai laici.

San Michele delle Badesse in festa col vescovo Claudio per il nuovo centro parrocchiale

San Michele ora può godersi il suo nuovo patronato.
Interamente in legno, pensato per resistere terremoti e inondazioni, il centro parrocchiale “San Michele Arcangelo” è il frutto del desiderio di decenni e di un duro lavoro durato quattro anni.

Sarà il vescovo Claudio, domenica 2 ottobre, ad inaugurare ufficialmente questo nuovo polo di aggregazione per la comunità cristiana – e non solo – di San Michele delle Badesse e del circondario.
«Ci è sempre mancato un vero centro parrocchiale – racconta con soddisfazione il parroco don Marcello Bettin – usavamo solo alcune salette sopra la scuola materna che raggiungevamo salendo per un’ostica scaletta di ferro».
Poi, quattro anni fa, la comunità ha scelto di fare il grande passo. Grande fin dal metodo, oltre che nel merito: «Abbiamo costituito un gruppo di cinque laici che per tutto questo periodo si è riunito una volta alla settimana per progettare, ideare e vigilare. Hanno fatto tutto loro».
I laici in questione, cinque professionisti dai 30 ai 50 anni, tutti appartenenti alla parrocchia, sono l’ingegnere Massimo Comacchio, l’architetto e direttore ai lavori Gianni Peggion, l’ingegnere Giulio Ruffato e l’impresari Stefano Micheletto, coordinati dall’ingegner Enrico Favaro, che sarà d’ora in avanti anche il responsabile della gestione del centro.

Pur essendo professionisti del settore, questi cinque laici non solo hanno prestato la loro opera in modalità completamente gratuita, ma hanno anche evitato – per correttezza – di coinvolgere le loro aziende.
«Dire che l’esperienza sia stata positiva sarebbe riduttivo – racconta il coordinatore Enrico Favaro – già ci conoscevamo, ma decidere di incontrarci sempre è stato il motivo del successo, mantenendo il ritmo dei lavori e l’attenzione costante. È stata un’avventura che ci ha permesso di crescere dal punto di vista professionale ma soprattutto umano».

Quale visione ha guidato la progettazione e la costruzione del centro parrocchiale? «Volevamo – precisa Favaro – un polo di aggregazione per tutti, anche per chi non crede o professa altre religioni. Lo spazio è davvero per tutti: ci sono aule per attività formativi e spazi comuni per giovani, adulti e anziani».

L’opera è costata, al lordo delle tasse, un milione e 200 mila euro
La comunità ha già pagato il primo milione, mentre per i restanti 200 mila euro è stato acceso un mutuo.
Il centro è stato costruito dietro la chiesa, su una collinetta artificiale e su un unico piano, senza l’uso di mattoni: solo legno naturale e pannelli fotovoltaici capaci di produrre ben 10 kW di energia elettrica ogni ora.
Ad est trova spazio il salone comunitario, in grado di ospitare 250 poltroncine di solito stipate in un vicino magazzino, al centro il bar dal quale si possono controllare entrambi gli ingressi, mentre a ovest si trovano tre salette per attività e incontri, coibentate e isolate acusticamente.

Il circolo Noi che ne gestirà il bar è stato fondato lo scorso anno e conta già 500 tesserati
Il centro ha già ospitato numerose attività e, fino al 10 settembre, il grest parrocchiale.
Ora si aspetta l’inaugurazione ufficiale: il vescovo alle 10 celebrerà nella chiesa di San Michele delle Badesse il sacramento della confermazione, poi, con i ragazzi della cresima, si muoverà nel salone del nuovo centro parrocchiale per la benedizione.

Domenica 9, infine, l’avvio ufficiale dell’anno pastorale, con la consegna ai fedeli del programma: alcune righe con i punti focali dei prossimi mesi.

«I punti – conclude il parroco don Marcello – sono famiglia, la fede condivisa nella comunità, la scuola dell’infanzia, l’attenzione ai giovani e il territorio, sia come vicariato, sia come mondo civile verso il quale aprirci sempre di più».

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