Santa Rita è equa e solidale. Perché il bene si fa (anche) col portafogli

Oggi si può educare e formare anche vendendo e comprando barrette di cioccolato o caramelle. Come? Da due anni, il circolo Noi Santa Rita dell’omonima parrocchia padovana, si è aperto al commercio equosolidale. E non solo proponendo in bar alcuni prodotti di consumo immediato, ma aprendo un vero e proprio negozio, chiamato L’ago della bilancia. 

Santa Rita è equa e solidale. Perché il bene si fa (anche) col portafogli

Ciuccetti d’inverno, gelati d’estate.
Da decenni nei patronati gestiti dai circoli Noi in tutto il territorio della diocesi di Padova sono queste le ordinazioni che vanno per la maggiore, da parte dei piccoli e dei meno piccoli.

Certo, la creazione di comunità, le attività di formazione e gli incontri di spiritualità rappresentano la spina dorsale della vita dei circoli.

Ma si può educare e formare anche vendendo e comprando barrette di cioccolato o caramelle. Come? Da due anni, il circolo Noi Santa Rita dell’omonima parrocchia padovana, si è aperto al commercio equosolidale. E non solo proponendo in bar alcuni prodotti di consumo immediato, come cioccolata o dolci provenienti dall’impegno, giustamente riconosciuto dal punto di vista economico, di lavoratori del Sud del mondo, ma anche aprendo un vero e proprio negozio, chiamato L’ago della bilancia.

«Il negozio – racconta il vicepresidente del circolo Lorenzo Cristofori – è nato da una riflessione iniziata dal parroco, don Romeo Sinigaglia, sulle attività da proporre ai ragazzi per concretizzare il loro percorso di iniziazione cristiana. Cercavamo attività pratiche, che avessero un significato profondo. Da qui è partita l’idea di costruire, all’interno degli ambienti del circolo Noi, una bottega di commercio equosolidale. In questo senso, il Noi è stato un punto di congiunzione e uno strumento per l’attività di formazione catechistica».

Due anni fa l’avvio del negozio: di mattino alcuni parrocchiani, di pomeriggio sia gli adulti che i ragazzi lo tengono aperto.
Una volta al mese, poi, i ragazzi, all’esterno della chiesa, accolgono i parrocchiani all’uscita della messa con un banchetto per spiegare le motivazioni di questo commercio e per vendere alcuni prodotti, come biscotti, caffè, cacao, zucchero.
Perché anche facendo la spesa si può esprimere la propria vicinanza ai paesi del Sud del mondo, e uno spirito missionario che vive non solo nei grandi aneliti dei fidei donum ma anche nelle scelte quotidiane di che cosa mettere dentro il carrello.

«La nostra intenzione – aggiunge Lorenzo Cristofori – è di aiutare queste realtà, educando la gente a non guardare solo al prezzo dei prodotti, ma soprattutto alla finalità con cui i prodotti vengono acquistati. È chiaro che se si privilegia il prezzo, acquisteremo tutto al supermercato, ma l’equosolidale ha una logica diversa, cioè pagare il giusto nobilitando il lavoro delle persone e aiutandole a proseguire nella loro attività».

Dopo L’ago della bilancia, a Santa Rita, la mentalità equosolidale si è diffusa anche in altri negozi, che hanno aggiunto queste proposte tra i loro scaffali.
La sensibilità della popolazione generale nei confronti di questa modalità per aiutare il Sud del mondo resta però ancora poco diffusa, ma sempre desiderosa di rilanciarsi, specie in questo mese dedicato alle missioni.

Il circolo Noi Santa Rita, che in media oscilla anno dopo anno sui 200 iscritti, è a servizio di una parrocchia di quasi 3 mila anime.
Il presidente è il parroco, don Romeo Sinigaglia; il primo obiettivo è il continuo contributo alla costruzione di comunità, dagli incontri per i gruppi parrocchiali al ritrovo informale di chi frequenta il bar, ogni giorno, per giocare a burraco.

«Il nostro circolo – ricorda ancora Cristofori – vuole essere un luogo in cui i ragazzi, affiancati da adulti volontari, possano muovere i primi passi nel mondo del volontariato e soprattutto, anche attraverso questa collaborazione intergenerazionale, essere sensibilizzati al rispetto della dignità di ogni uomo».

Vicino, e, sulla spinta alla mondialità, anche lontano.
Questa logica, sintetizzata dall’espressione “un mattone alla volta”, è anche il principio che ispira l’“Oktoberfest”, festa organizzata dal Noi di Santa Rita con un’atmosfera teutonica dal 6 all’8 ottobre, per iniziare l’anno associativo con lo spirito giusto.
«L’“Oktoberfest” – racconta Cristofori – ci permette di raggiungere giovani e adulti. Ci si trova insieme, con spirito di fraternità, e si ascolta insieme la musica di qualche gruppo locale che così ha l’opportunità di esibirsi e farsi conoscere».

L’anno che apre l’“Oktoberfest” sarà all’insegna della continuità con i traguardi già tagliati gli scorsi anni: «Il centro è molto frequentato di pomeriggio, in particolare da parte dei ragazzi che partecipano alle attività sportive della società interparrocchiale Real Padova, che quest’anno farà esordire anche una squadra di mini-rugby».

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