Triduo del Crocifisso nel monastero di via Cavalletto

Anche quest'anno, nel monastero di via Cavalletto 15 a Padova viene esposto alla venerazione dei fedeli il quadro del Crocifisso miracoloso. Tre giorni – 30 aprile, 1 e 2 maggio – in cui la chiesa del monastero è aperta tutto il giorno e sono numerosi i momenti di preghiera che coinvolgono i fedeli di Padova e provincia

Triduo del Crocifisso nel monastero di via Cavalletto

Torna – il 30 aprile, 1 e 2 maggio – il triduo a Gesù crocifisso nel monastero di San Bonaventura in via Cavalletto 15 a Padova. La chiesa è sempre aperta, dalle 7 alle 12 e dalle 15 alle 19; alle 7 vengono recitate le lodi mattutine, mentre i vespri si tengono alle 16 e a seguire è previsto il santo rosario. Tre gli orari delle messe, ogni giorno: 7.30, 10 e 18. Questa occasione, che raduna ogni anno numerosi fedeli di Padova e provincia, ruota intorno a un prezioso quadro che raffigura Gesù crocifisso e viene esposto in chiesa durante il triduo. «Proporre questo quadro alla devozione dei fedeli – sottolineano le sorelle clarisse del monastero – è condividere con loro tre giorni di intensa spiritualità».

Il monastero di San Bonaventura è stato fondato nel 1612 da madre Graziosa Zechini. Di famiglia veneziana, nata il 24 maggio 1586, presto manifestò il desiderio di abbracciare un istituto di stretta osservanza francescana. Superate le opposizioni della famiglia, entrò in un monastero di cappuccine a Padova, ma dovette uscirne per una grave malattia. Ristabilitasi, tornò nella città del Santo e, aiutata da Lucia Noventa, la quale le offrí tre case in contrada Pontecorvo, il 10 agosto 1612 diede vita al monastero, accogliendo alcune giovani. Il 13 dicembre seguente, assieme a cinque compagne, emise i voti religiosi. L’istituto trovò opposizioni varie, anche dalle autorità veneziane, ma alla fine ne ottenne la protezione. Costruita una chiesetta intitolata a San Bonaventura, il monastero ricevé in dono l’icona bizantina della “Madonna del Patrocinio” e l’immagine miracolosa del “Crocifisso”, due tesori per la vita dell’Eremo, approvato da Innocenzo X nel 1645. Dopo aver predetto il momento della sua morte, volò in cielo il 31 gennaio 1655, salutando le consorelle cosí: «Vi lascio eredi di tutti i miei desideri». Le monache, nel 1682, si trasferirono in un luogo piú appartato, nell’eremo attuale, circondato da alte mura.

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