Un'agile guida per la chiesa di Santa Croce

Ne La chiesa di Santa Croce in Padova (Scripta, pp 72, euro 8,00) Patrizia Dal Zotto descrive in forma agile ma accurata come sono nati e cresciuti il borgo e la comunità religiosa a sud della città, la chiesa parrocchiale e gli annessi oratori del Redentore e della Madonna della Salute

Un'agile guida per la chiesa di Santa Croce

Sono passati otto anni dalla prima uscita, ma è ancora vivo il progetto del museo diocesano di proporre, innanzitutto all'attenzione degli stessi parrocchiani che le frequentano, i luoghi e le opere della secolare tradizione cristiana della diocesi. Dopo la guida sul Torresino, ora esce quella dedicata a Santa Croce, un'altra comunità cittadina ricca di storia, d'arte e di devozione come testimoniano l'adiacente Scuola del Redentore, magnificamente affrescata nel Cinquecento come sede della omonima confraternita, e l'oratorio della Madonna della Salute che, dietro a una facciata novecentesca, cela otto secoli di storia. È infatti agli inizi del Duecento, come spiega la guida, che «fu costruita su un'area di pertinenza del monastero di Santa Giustina l'ospitale di San Giacomo “della spada”» distinto dal lebbrosario di Santa Croce di cui si trova menzione qualche decennio prima. Bisogna tener conto del fatto che la zona era allora lontana dal centro abitato, ma sulla via Annia, l'arteria romana che portava verso il Nord Europa, e che qui si trovava un approdo sul Bacchiglione.

La Madonna della Salute

L'antico oratorio avrà il suo momento di gloria nel Seicento, in occasione della peste “manzoniana”, quando fu dedicato alla Madonna della Salute in segno di ringraziamento per la liberazione dal contagio. Ogni 21 novembr, fino agli inizi dell'Ottocento, la statua della “Madonna vestita” veniva portata in processione per le vie della città.

La chiesa parrocchiale

La bella chiesa parrocchiale deve invece la sua attuale fisionomia settecentesca alla presenza dei padri somaschi, fondati da Girolamo Miani nel 1568 e chiamati a Padova dai conti Sambonifacio, giuspatrono di Santa Croce, nel 1606. L'architetto che la disegnò era infatti un chierico somasco, Francesco Vecelli. La guida descrive in forma piana e attenta, raccordata alle immagini, l'edificio e le sue opere, rinviando a specifici quadri di approfondimento la descrizione della pala di Giambattista Mariotti su san Miani e delle altre opere settecentesche, dell'architetto Francesco Vecelli, interprete del gusto rococò ed erede ideale di Girolamo Frigimelica, progettista del Torresino.

La scuola del Redentore

Un altro specifico capitolo della guida è dedicato all'oratorio del Redentore, con il suo ciclo di affreschi cinquecenteschi con gli episodi della Passione di Gesù ideato da Girolamo Dal Santo e dipinto, oltre che da lui, da Domenico Campagnola e Stefano dall'Arzere. L'oratorio è legato alla presenza della confraternita “del Corpo di Cristo di Santa Croce o del Santissimo Redentore”, anch'essa ben descritta nella guida, attiva nel mutuo soccorso e nell'aiuto ai poveri tra la fine del Quattrocento e i primi dell'Ottocento. La sua presenza è legata anche alla reliquia della Croce, che la tradizione vuole portata da Gerusalemme e donata alla chiesa per rafforzarne l'intitolazione.

I destinatari

Il volume è completato da una chiara tavola cronologica, da un piccolo glossario e un invito bibliografico all'approfondimento. Apparati che rendono evidente l'obiettivo didascalico della linea editoriale del museo diocesano, nata a seguito dell'inventariazione dei beni artistici della diocesi con l'intenzione di “far innamorare” le comunità dei loro tesori d'arte e di fede, anche di quelli che oggi non vengono più utilizzati, ma che non per questo devono essere cancellati dal ricordo. Un proposito che si è incontrato con il progetto di restauro e valorizzazione dei beni della parrocchia al quale, spiega l'attuale parroco don Egidio Chelin, con lungimiranza aveva aderito il parroco don Moreno Nalesso.

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