Un toccasana per tutta la famiglia. L'iniziazione cristiana nel vicariato di Maserà

Il racconto di com'è partita l'iniziazione cristiana nei vicariati della diocesi di Padova fa tappa questa volta a Maserà. In vicariato, dopo i primi mesi di cammino, emerge chiaramente come le maggiori sorprese vengano da quegli adulti che si erano allontanati dalla fede e ora tornano ad appassionarsi alla chiesa in qualità di genitori. Intanto nell'unità pastorale di Due Carrare si rivela preziosa la sinergia con gli educatori dell'Acr.

Un toccasana per tutta la famiglia. L'iniziazione cristiana nel vicariato di Maserà

Il vicariato di Maserà si presenta vasto e complesso: quindici parrocchie, quattro comuni, un’unità pastorale. Nonostante tutto, però, non mancano i segnali di un cammino fatto assieme. Uno di questi germogli è il coordinamento catechistico vicariale. È stato anche grazie all’impegno di questo coordinamento, animato fino a qualche mese fa da Fiorenzo Babetto, che è progressivamente maturata la disponibilità da parte delle singole parrocchie di affacciarsi al nuovo percorso di iniziazione cristiana senza particolari timori.

In questi ultimi anni, i catechisti, in tante occasioni, hanno incoraggiato il consiglio pastorale, il parroco e i diversi operatori a preparare la comunità, i genitori dei bambini e i futuri accompagnatori per dare inizio alla grande avventura. E alla fine tutti abbiamo detto di sì, rispettandoci nei tempi e nelle comprensibili inquietudini di un percorso che a tutti sembrava opportuno ma anche ignoto. È stata sorprendente la partecipazione di tanti adulti al corso per accompagnatori fatto a Carceri, disponibili ad affrontare non pochi disagi per partire assieme alla diocesi e con il piede giusto.

Come coordinamento catechistico vicariale, ora animato da Alberto Faranda, ci siamo impegnati a favorire una certa comunicazione tra gli accompagnatori del nuovo percorso e i catechisti del “vecchio” percorso. Ci teniamo a non dividere i cammini ma a continuare a far sì che l’uno alimenti e stimoli l’altro. Da subito abbiamo anche colto la necessità di un certo confronto e aiuto tra parrocchie vicine: il percorso di iniziazione cristiana è veramente nuovo e questo fatto favorisce il senso di bisogno e di collaborazione; qualcosa anche su questo versante, pur lentamente, incomincia a muoversi. Ho la sensazione che da parte dei genitori, dopo un imbarazzo iniziale, si stia muovendo qualcosa.

Probabilmente alcuni hanno già fatto la scelta di non lasciarsi coinvolgere. La maggioranza invece si è fatta avanti, anche se con modalità e tempi diversi. Credo che il nostro compito sia quello di mostrare che incontrarsi in parrocchia è bello, fa bene alla famiglia, alla coppia e alla persona. Credo siano proprio i genitori dei nostri bambini a chiederci non solo di continuare su questa strada ma a renderla sempre più capace di rispondere alle grandi domande di senso e di fiducia che il mondo della famiglia e degli adulti sente in maniera forte. La parrocchia, con la sua esperienza forte di Gesù e di comunità, sarà la nostra risposta.

Don Sandro De Paoli
coordinatore della catechesi nel vicariato di Maserà di Padova

Finalmente si cambia, senza disprezzare nulla di tutto ciò che ognuno di noi rifarebbe rispetto al passato. Finalmente si cambia, perché tutti i cambiamenti non avvengono mai linearmente, come una sorta di tirare avanti cercando di modificare l’atteggiamento o l’impegno in ciò che facciamo. Le novità introdotte nell’iniziazione cristiana richiamano l’esigenza di trasmettere la fede come una ricchezza affettiva e non come uno status sociale – così come avveniva ai primordi della quaresima, quando si battezzavano le persone per renderle allo stesso livello sociale. Si tratta di una scelta epocale, per dirla con il nostro vescovo Antonio, in quanto le novità stravolgono il nostro modo di pensare.

A tal proposito porto l’esperienza di confronto con le tante persone del vicariato, che quando si parla di cambiare si riferiscono sempre a migliorare ciò che già fanno; eppure il termine cambiare, in italiano, è molto chiaro: bisogna lasciare le certezze per un qualcosa di ignoto. Bisogna abbandonarsi allo Spirito, a quello Spirito che spesso nella bibbia viene paragonato al vento: non si sa da dove viene e non si sa dove va. Questa è l’avventura mistica di ogni cristiano che si lascia trasportare dalle braccia amorevoli del consolatore. All’inizio accennavo a qualcosa di nuovo che non è un cambiamento lineare, quindi bisogna mettersi nello stato d’animo adatto e fare in modo che questo vento di novità risulti per noi un cambio di livello, lasciando alle spalle ciò che di buono abbiamo fatto in passato e salendo a un piano diverso, che la nostra mente fino a oggi non aveva ancora concepito. Il lavoro cominciato con chi mi ha poi lasciato il posto (Fiorenzo Babetto), aveva chiara una cosa: gli sforzi degli inizi, sono il prezzo che pochi pagano, perché tutti ne godano. 

Leo Alberto Faranda
della parrocchia di Mandriola coordinatore vicariale catechisti

Noi catechiste dei bambini del primo gruppo di iniziazione cristiana, abbiamo cominciato con le basi della cristianità, con la conoscenza di Dio e di Gesù, abbiamo fatto i primi passi per conoscere la bibbia e in queste settimane stiamo affrontando il tema del prezioso amico che viene affidato sin dalla nascita a ognuno di noi, l’Angelo custode. Per quanto riguarda la testimonianza ai genitori ci siamo affidate al prezioso aiuto di una suora delle piccole ancelle del Sacro Cuore che ha cominciato a inizio anno una serie di incontri con i genitori stessi su varie tematiche, anche con l’obiettivo di introdurli al mondo della nuova cristianità. La scelta importante che loro hanno fatto concedendo ai ragazzi il battesimo deve ora diventare scelta di vita, essere portata avanti nel quotidiano e in modo concreto, e i genitori devono diventare i primi testimoni di fede per i propri figli. In questi anni noi catechisti ci siamo resi conto del distacco che si andava a mano a mano creando tra una comunità in generale più estranea alle vicende della parrocchia; ritenevamo quindi importante fin da subito stabilire un filo diretto, un rapporto concreto con i genitori, per farli sentire parte di una comunità che deve diventare come una grande famiglia, luogo di maturazione, di testimonianza, di scambio. Solo in questo modo essi potranno diventare per primi “catechisti” dei loro figli.

Sandra Fiorese
catechista dei ragazzi del primo gruppo di iniziazione cristiana a San Lorenzo

L’inizio di questo cammino è stato un momento indimenticabile, il rapporto instaurato con le famiglie è stato veramente originale. La tempistica degli incontri (una volta al mese) sembra piacere a tutti i genitori, questo favorisce anche momenti di dialogo proficui. Le persone più attive nella parrocchia alla fine sono rimaste più indifferenti, mentre le famiglie che prima non praticavano tanto hanno risposto positivamente.

Giancarlo De Rossi
accompagnatore degli adulti a San Tommaso di Albignasego

La parrocchia di San Tommaso è la più grande del comune di Albignasego e la partecipazione dei genitori si attesta attorno all’80 per cento di coloro che sono residenti sul territorio parrocchiale. L’età dei genitori è molto bassa, questo è dovuto al fatto che alcuni quartieri sono recenti e molte famiglie di nuova costituzione provengono dai paesi limitrofi e quindi con uno o massimo due bambini, anche se non mancano le eccezioni. Il vento di cambiamento lo notiamo molto bene, perché tra queste famiglie neo costituite alcune ci hanno chiesto anche il battesimo per figli che frequentano già le scuole elementari, segno che la religione nella cultura odierna non è più una priorità.

Michele Guzzon
accompagnatore degli adulti a San Tommaso di Albignasego

L’unità pastorale di Due Carrare ha una forza particolare rispetto alle altre parrocchie, ovvero il numero di operatori impegnati in questo nuovo progetto di iniziazione cristiana. Un altro punto di forza è l’apertura con cui il mondo dell’Acr ha aderito attivamente all’accompagnamento dei bambini del nuovo percorso. Quello che abbiamo notato fin da subito è stata la facilità con cui gli animatori Acr riuscivano a rapportarsi con i fanciulli, il loro modo di fare, il loro linguaggio, la loro visione delle cose ci sono sembrati immediatamente adatti e per questo più proficui. L’attività con gli adulti invece non ci ha sorpresi perché nell’intera comunità già si vivevano momenti simili, attraverso il gruppo delle famiglie in cammino e il percorso sul vangelo seguito da don Luciano. L’unità pastorale, grazie all’esperienza di Andrea Aghito, oggi ha un percorso per quelle famiglie che anno bambini con un’età inferiore ai sei anni, riuscendo quindi anche a riempire quel vuoto pastorale che negli anni si era creato per i bambini subito dopo il battesimo.

Davide Massa
accompagnatore degli adulti nell’up di Due Carrare

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