Up Medio Brenta. Da gennaio, una mensa quotidiana per i poveri

Sarà inaugurata il 6 gennaio prossimo (ma la data non è ancora ufficiale) la mensa di solidarietà allestita dall'unità pastorale Medio Brenta. L'iniziativa è collegata a quella analoga avviata nel maggio dello scorso anno a San Giacomo di Romano d'Ezzelino.

Up Medio Brenta. Da gennaio, una mensa quotidiana per i poveri

La mensa di solidarietà dell’unità pastorale Medio Brenta sarà un bel regalo della Befana a tutti quelli che hanno bisogno di un pasto caldo, di condividerlo con qualcuno, di amicizia. L’iniziativa nasce per gemmazione da quella avviata nel maggio dello scorso anno dalla parrocchia di San Giacomo a Romano d’Ezzelino. Come spesso accade, un gesto solidale mette in moto un circolo virtuoso i cui effetti sono amplificati dalla provvidenza.

Il cammino che ha condotto alla mensa di solidarietà di Solagna è cominciato due anni e mezzo fa con il corso di formazione per i volontari dei centri di ascolto della Caritas diocesana nel vicariato di Valstagna–Fonzaso.

«Il centro di ascolto – spiega Michela Bellò – ti aiuta ad entrare in contatto con le persone e a vedere in modo diverso i loro bisogni. Da lì, nel gennaio scorso, è venuta l’idea di creare un centro di distribuzione degli indumenti, che ha come priorità l’incontro, in particolare tra donne. Lo scambio materiale ci aiuta a creare delle relazioni. Siamo partiti con poco, ma abbiamo visto e toccato con mano cos’è la Provvidenza. E tu non puoi fare altro che dire grazie».

Nei gruppi del centro di distribuzione degli indumenti e del centro di ascolto, che sono collegati, ci sono anche persone che vengono dalla parrocchia di San Giacomo ed è naturale un costante scambio di esperienze. Così un giorno è arrivata una telefonata da Renzo Zarpellon, responsabile della Caritas parrocchiale di San Giacomo.

«Loro hanno una cucina a norma – dice Roberta Campana – e ogni sera distribuiscono una novantina di pasti, trenta dei quali sono consumati sul posto. C’è un giro di solidarietà molto bello e grazie a quello che viene donato da supermercati, ristoranti e altre realtà c’è cibo in abbondanza. Così, dato che a Valstagna abbiamo la possibilità di allestire un ambiente nell’ex casa di Isetta, annessa alla canonica di Solagna, abbiamo pensato di utilizzarlo per offrire i pasti preparati a San Giacomo e riscaldati al microonde».

Dopo un percorso di riflessione passato anche attraverso il consiglio dell’unità pastorale, Michela e Roberta, d’accordo con il parroco don Massimo Valente, hanno quindi indetto una riunione, per verificare la disponibilità dei volontari, e sono rimaste sorprese dal numero dei partecipanti, provenienti dai quattro paesi dell’unità pastorale (Campese, Campolongo, Solagna e San Nazario) e oltre, dalla loro voglia di fare, dal senso di solidarietà, dalla varietà della loro estrazione.

«C’erano cristiani, mussulmani, persone che non fanno parte delle nostre comunità parrocchiali, ma che sono alla ricerca – dice Michela – e questo conferma che la solidarietà è un valore trasversale. Qualcuno se ne andrà e qualcuno si aggiungerà strada facendo. Ma vogliamo persone che ci mettano il cuore».

A gennaio si parte con una griglia di turni, di due volontari ciascuno, dalle 17.30 alle 20. Uno va a San Giacomo a prendere i pasti, che saranno serviti dalle 18.30 alle 19, e l’altro prepara. La mensa sarà anche un osservatorio sulle problematiche sociali del territorio.

«I volontari ceneranno insieme agli ospiti – spiega Roberta – perché il lavoro più importante è quello della relazione, di condividere con il cibo anche la solitudine, l’umanità, il tempo, l’amicizia». 
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