Vo festeggia cinquant’anni di storia, di cui 23 in unità pastorale

Martedì 24 maggio la comunità di Vo Centro celebra il cinquantesimo della costruzione della parrocchia. La ricorrenza è anche l'occasione per riflettere sul cammino dell'unità pastorale, la prima nata in diocesi ben 23 anni fa.

Vo festeggia cinquant’anni di storia, di cui 23 in unità pastorale

Era il 1965 quando, per agevolare i fedeli sempre più numerosi e lontani dall’arcipretale di Boccon, nella località sede del municipio fu costruito il nuovo tempio intitolato a Maria Ausiliatrice.
L’anno seguente il vescovo Bortignon concesse l’autonomia e un territorio “sottratto” in gran parte a Boccon e, in misura minore, a Zovon.

Dal 1993 è, con le due appena citate a cui si aggiungono Cortelà e Vo Vecchio, una delle cinque parrocchie dell’unità pastorale del comune euganeo, la prima a essere istituita in diocesi.
Alle 19, il vescovo Claudio celebra l’eucaristia insieme ad alcuni sacerdoti che hanno svolto il proprio ministero a Vo; seguono un brindisi e la cena con gli operatori pastorali.
«Il cinquantenario – sottolinea don Mario Gazzillo, parroco moderatore dell’unita pastorale – oltre a essere un’occasione per incontrare e accogliere il nuovo vescovo, rappresenta un momento di fraternità e festa per tutta la nostra realtà ecclesiale, non solo per Vo Centro. Oggi, del resto, è difficile distinguere le cinque parrocchie: il consiglio pastorale è unico, quelli per la gestione economica, pur formalmente distinti, si riuniscono insieme e molti fedeli vanno a messa dove l’orario è più comodo».

La ricorrenza di Vo Centro, tuttavia, cade in un momento in cui, al centro della discussione del consiglio pastorale, sta proprio il rapporto tra l’unità e le singole comunità.
Un equilibrio, questo, evidentemente sempre in divenire, a dispetto del fatto che, nel caso specifico, una parrocchia come quella dell’Ausiliatrice abbia trascorso quasi la metà della propria esistenza all’interno di un contesto di collaborazione più ampia.
All’epoca, la nascita dell’unità pastorale aveva suscitato malumori anche forti nella parrocchie coinvolte. «La decisione di unificare da subito più ambiti possibili, aveva permesso di superare le tensioni, assicurando anzi un certo slancio – racconta don Gazzillo – Da qualche anno, però, l’entusiasmo è andato progressivamente calando, fino alla sensazione di navigare un po’ troppo a vista, senza un obiettivo, se non mantenere ciò che si è sempre fatto anche se le forze sono diminuite e andrebbero ridistribuite».

E così, dallo scorso autunno il consiglio pastorale ha iniziato a chiedersi a che punto si trovasse, dopo ventitré anni di cammino insieme, la chiesa di Vo, interrogandosi sulla strada da intraprendere.
«Ogni consigliere si è impegnato a intervistare tre persone: un operatore pastorale, un assiduo della messa e un frequentatore saltuario. Abbiamo chiesto cosa piacesse dell’unità pastorale, cosa mancasse della parrocchia “di una volta” e cosa fare per rendere l’unità pastorale più a misura di comunità». Ne è emerso un quadro in sospeso tra la nostalgia degli storici campanili e posizioni di segno opposto: «Tra gli aspetti positivi dell’unità pastorale è stata evidenziata l’esperienza della catechesi. Delle parrocchie com’erano un tempo si rimpiangono i sacerdoti sempre “in piazza”, una presenza oggi difficile da assicurare, tra sette celebrazioni festive e impegni di gestione. In generale, secondo i fedeli è venuta meno quell’identità forte che ciascuna comunità possedeva e che, forse, invogliava maggiormente le persone a rendersi disponibili».
Nell’ultimo incontro del consiglio a giugno si cercheranno di tirare le somme e individuare azioni concrete da attuare fin dal prossimo anno pastorale. Con una certezza: «Nessuna delle nostre parrocchie riuscirebbe a stare in piedi senza le altre».

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