1943: quando lo sterminio passò per Padova

La Comunità di Sant'Egidio, insieme alla Comunità ebraica, ricorda con un “pellegrinaggio della memoria” l’arresto degli ebrei padovani che furono internati prima a villa Venier di Vo Vecchio per essere poi deportati ad Auschwitz.

1943: quando lo sterminio passò per Padova

Non è consuetudine ricordare il 3 dicembre 1943. Eppure quella data segnò l’avvio di uno dei momenti più drammatici della storia recente di Padova: il prelevamento degli ebrei della città, in esecuzione dell’ordinanza n. 5 della Repubblica sociale italiana, e l’apertura del campo di concentramento di Vo Euganeo. Il 17 luglio 1944, i 47 internati del campo furono deportati ad Auschwitz. Sono passati settant’anni.
Per fare memoria di quei tragici eventi, martedì 3 dicembre alle 18, la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità ebraica di Padova promuovono una marcia silenziosa aperta a tutta la cittadinanza. Un “pellegrinaggio della memoria” che, a partire da palazzo Moroni, si snoderà per le vie del centro, attraverso il ghetto, perché tutti, soprattutto le giovani generazioni, non dimentichino la deportazione degli ebrei padovani.
Il titolo della marcia è “Non c’è futuro senza memoria”, perché «chi dimentica il proprio passato è condannato a riviverlo», come diceva Primo Levi. Nell’ordinanza di polizia numero 5, emanata il 30 novembre 1943 dal ministro degli interni della Rsi Guido Buffarini Guidi si disponeva che «tutti gli ebrei, anche se discriminati, a qualunque nazionalità appartengano e comunque residenti nel territorio nazionale debbono essere inviati in appositi campi di concentramento».
Il provvedimento impresse un’ulteriore terribile accelerazione alle persecuzioni antiebraiche del precedente quinquennio. L’emanazione delle leggi razziste nel 1938 aveva comportato la progressiva emarginazione degli ebrei dalla vita sociale, non a caso a partire dalla scuola e dall’università. Quel 3 dicembre 1943 cominciarono gli arresti a Padova e in provincia, arresti che continuarono nei giorni successivi. Una caccia che non si sarebbe fermata nelle settimane e nei mesi seguenti.
Quel giorno, la secentesca villa Venier a Vo Vecchio venne individuata quale campo di concentramento. Il parroco dell’epoca, don Giuseppe Rasia, scrisse: «Il primo gruppo arrivò qui alle quattro pomeridiane del 3 dicembre 1943. Uomini e donne chiusi in una corriera sottochiave. Una signora anziana fu portata di peso fino al penultimo piano. Con loro arrivò anche un camion di paglia. Furono fatti dei sacconi e sistemati tutti per quella notte al piano terreno sul pavimento freddo ed umido».
La permanenza degli ebrei nel campo di Vo ebbe tragicamente fine nell’estate dell’anno successivo. Nel pomeriggio di lunedì 17 luglio 1944, infatti, giunsero in paese soldati tedeschi che fecero salire gli ebrei su due camion distinti e li trasferirono di nuovo in città da dove, il 19 luglio, furono condotto alla Risiera di San Sabba, nei pressi di Trieste, e da lì ad Auschwitz. Di quei 47 internati solo 3 donne fecero ritorno alle loro case. I loro nomi, uno a uno, saranno letti al termine della marcia. Al loro numero si aggiunge quello degli ebrei padovani che furono arrestati in altre città italiane e successivamente deportati nei campi di sterminio nazisti.
Quegli eventi sembrano veramente molto lontani. Tuttavia, più si allontana quel giorno e più cresce la responsabilità di mantenerne vivo il ricordo. È memoria di tutte le vittime dei campi di sterminio nazisti: assieme agli ebrei, gli zingari e tutti quelli che subirono le discriminazioni delle leggi razziste. Ricordare è impedire che il male prevalga. Ricordare è ripetere: mai più! È anche un impegno a diffondere una cultura del dialogo e della solidarietà con tutti, una cultura della pace. C’è un’eredità da trasmettere: è il patrimonio di umanità e di pace che abbiamo ricevuto. Occorre ripeterlo con forza, perché ogni forma di intolleranza e razzismo non abbia più spazio nella nostra società e in ogni parte del mondo.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: Ebrei (18), deportazione (3), Sant'Egidio (30), shoah (8), Padova (503)