Eroi e dame in miniatura per scoprire il Giappone

C’è un po’ di Sol Levante “padovano” nella mostra “Giappone. Dai samurai a Mazinga” aperta alla Casa dei Carraresi di Treviso. Una delle sale ospita infatti una decina di “bambole” del museo di antropologia dell’università di Padova, provenienti dalla collezione portata a Venezia alla fine dell’Ottocento da Enrico di Borbone, conte di Bardi.

Eroi e dame in miniatura per scoprire il Giappone

I modellini raffigurano personaggi mitici come il samurai Sukeroku, eroe del teatro kabuki, o il generale Toyotomi Hideyoshi, che nel Cinquecento riunificò il Giappone dopo un periodo di anarchia, ma anche semplici attendenti, portavessilli o tipiche bellezze femminili vestite di abiti preziosi e con l’ombrellino in mano. Venivano esposte nella festa delle bambine, il 3 marzo, e in quella dei bambini, il 5 maggio.
«Le bambole – spiega Maurizio Carrara conservatore del museo universitario padovano – alcune delle quali sono state ripulite e restaurate per l’occasione, costituiscono la parte più rilevante della trentina di oggetti prestati da Padova a Treviso: ci sono anche alcuni pannelli di legno laccati e intarsiati con avorio e madreperla, un chimono, un rotolo portapergamene, un koto, strumento musicale a 13 corde usato dalle donne. Siamo lieti che questa mostra consenta di far uscire dal lungo oblio ed esporre in una sede prestigiosa questi piccoli tesori che provengono dal deposito “temporaneo” di duemila oggetti lasciato all’ateneo in due momenti, nel 1935 e nel 1942, dal Museo di arte orientale di Venezia per interessamenti del professor Raffaello Battaglia, al tempo direttore dell’istituto di Antropologia».
La grande collezione del museo di antropologia sarà esposta a dicembre nella storica sede di palazzo Cavalli a Padova.

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