Immagini e volti di popoli in movimento

Viene inaugurata giovedì 16 giugno, alle 18.30 a palazzo Chiericati (piazza Matteotti, Vicenza), la mostra "Popoli in movimento. Migranti alle porte dell'Europa" che raccoglie gli scatti del fotogiornalista Francesco Malavolta.

Immagini e volti di popoli in movimento

La drammaticità delle immagini dei migranti che attraversano il mediterraneo in un luogo simbolo della classicità: è la scommessa di fondazione Zoé, (Zambon open education) che, con il comune di Vicenza, ha deciso di portare le fotografie scattate da Francesco Malavolta nelle navi di soccorso nel Mediterraneo, nei porti di approdo, nelle isole greche, nelle terre di confine cariche di tensione, a palazzo Chiericati, capolavoro finale di Andrea Palladio, sede di una importante collezione di arte antica. Titolo della mostra (16 giugno - 16 luglio) curata da Zoé con Spazio Bad è “Popoli in movimento. Migranti alle porte dell’Europa”. 

Francesco Malavolta, fotogiornalista, da anni si dedica alla documentazione delle migrazioni collaborando con l’Unchr, l’agenzia Onu per i rifugiati, l’Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni, Frontex, l’agenzia dell’Unione europea per il controllo delle frontiere, e con agenzie di stampa internazionali come Associated press. Ha iniziato a seguire i fenomeni migratori all’inizio degli anni Novanta, quando nel porto di Brindisi si trovò a fotografare il grande esodo dall’Albania. Di qui, la voglia di scoprire cosa spingesse le persone a lasciare le proprie case, le proprie città e soprattutto quali storie ci fossero dietro i loro volti. In vent’anni ha documentato tutti i margini dell’Europa, dallo stretto di Gibilterra fino all’Evros, passando per le isole di Lesbo e Lampedusa fino alla rotta balcanica.

La specificità di Malavolta è nella capacità di restituire il lato umano dei migranti, mostrandoceli come “persone” con la loro fierezza e la loro dignità, in netto contrasto con l’immagine che ci viene comunemente data di gente disperata che “invade” le nostre terre in cerca di lavoro. «Sui barconi – spiega l’autore – non ci sono soltanto persone povere, senza speranza. Ma anche uomini e donne che nel proprio paese avevano una vita, un lavoro, affetti. Persone che sono state costrette ad abbandonare tutto per via delle guerre o delle rivoluzioni politiche. Una volta ho fotografato un ex banchiere arrivato indossando un abito classico: con quel gesto voleva simboleggiare la sua speranza di poter ricominciare, pur senza dimenticare il passato da cui proveniva. Il mio intento è svegliare le anime, le coscienze che si fanno abbindolare dagli stereotipi messi in circolazione dai cattivi politici, svegliare tutti i creduloni che sono convinti che i migranti, appena scesi dal barcone, finiscano negli alberghi di lusso o nelle case o che percepiscano denaro».

La mostra sarà aperta a palazzo Chiericati dal 16 giugno al 3 luglio dalle 9 alle 17, dal 5 al 16 luglio, dalle 10 alle 18. L'ingresso libero.

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Fonte: Comunicato stampa