"Parola e mistero": sabato 27 si apre il premio San Sabino

Il concorso biennale di Torreglia, giunto alla sua nona edizione, sta cercando di affermare una poesia che diventa «mezzo per penetrare l’escatologia della vita o almeno venire a patti con i grandi temi dell’esistenza». Sabato 27 maggio la premiazione nella chiesa di San Sabino.

"Parola e mistero": sabato 27 si apre il premio San Sabino

Sabato 27 maggio, alle 16.30, si terrà nella chiesa di San Sabino, a Torreglia, la cerimonia di premiazione della nona edizione del concorso di poesia religiosa “Parola e Mistero” promosso e organizzato dalla parrocchia di Torreglia in collaborazione con il gruppo culturale La Perla, che cura anche la lettura dei testi poetici.

Sarà ospite d’onore il poeta irlandese James Harpur, una delle più autorevoli voci della poesia religiosa e spirituale, che interverrà anche nel pomeriggio di domenica 28 maggio, al teatro La Perla, per una lectio magistralis e un reading delle sue poesie.

La premiazione di sabato sarà allietata dall’arpa di Alessandra Casarin.
Il premio continua così sulla scia della precedente edizione, quella del 2015, che ha segnato un momento di rilancio dell’iniziativa attraverso un più fitto collegamento con la rete della comunicazione poetica, che ha portato ad annodare rapporti con gli enti, gli istituti e le associazioni in qualche modo connessi con il premio e la sua area d’interesse, culminato nel gemellaggio con il premio di Camposampiero, anch’esso biennale (la cadenza coincide con gli anni di sosta del San Sabino) e dedicato alle sillogi edite.

Questo lavoro di collegamento ha portato a una migliore diffusione sui canali specializzati dell’informazione poetica, nazionale e internazionali, della manifestazione, puntando a una partecipazione qualificata. Quest’anno il numero dei partecipanti, una settantina, è leggermente inferiore a due anni fa, il che dimostra che va migliorata, soprattutto a livello giovanile, la corretta percezione che il premio ha presso il vasto mondo di coloro che amano esprimersi con la poesia.

A questo fine va sottolineata la testimonianza dell’ospite d’onore James Harpur: «La poesia mi apparve una missione, il mezzo che mi avrebbe permesso di penetrare l’escatologia della vita o, almeno, di venire a patti con i miei rapporti personali, con i grandi temi dell’esistenza. Da questo punto di vista, per me scrivere era ed è tuttora un’attività sacra, quasi quanto la meditazione e la preghiera».

Parole che tolgono al “sacro” ogni sapore confessionale per collocarlo tra le dimensioni chiave dell’esperienza umana. Un altro momento di sviluppo del premio riguarda le iniziative collaterali, che hanno raggiunto una dimensione notevole, con risultati incoraggianti.

A tale capitolo vanno ascritte le varie pubblicazioni, come quella dedicata alla poesia in latino che Niccolò Tommaseo dedicò a Torreglia e all’abate Giuseppe Barbieri che qui aveva la sua villa.

Il filone non si è affatto esaurito, tant’è vero che l’antologia delle poesie meritevoli del premio 2017, anch’essa curata e diffusa a livello editoriale, come la precedente, da Proget edizioni, conterrà la versione in endecasillabi sciolti di Enzo Ramazzina, segretario del premio, della poesia Tauriliae descriptio di Tommaseo e il primo libro delle Veglie tauriliane del Barbieri, dedicato al paese di Torreglia, con un saggio-ritratto dell’abate di Francesca Favaro.
L’antologia, curata da Giulio Osto, direttore artistico del premio, Enzo Ramazzina e Stefano Valentini, presidente della giuria, sarà arricchita dalle opere grafiche, dedicate ai paesaggi tauriliani, di quattro artisti: Matteo Albertin, Massimo Berretta, Angelo Marcolin e Debora Spolverato.

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