Resilienza a teatro: la storia della coop Zanardi in "Basta volerlo"

Una storia di resilienza e rinascita quella che coinvolge i lavoratori della Zanardi, azienda nel campo della legatoria che nel 2014 era a un passo dal fallimento. I lavoratori hanno creato una cooperativa, mettendo assieme sforzi ed energia. il gruppo Officine arte e teatro ha voluto inscenare lo spettacolo "Basta volerlo" raccontando la forte esperienza degli stessi lavoratori. In scena giovedì 22 alle 19.30 e alle 21.

Resilienza a teatro: la storia della coop Zanardi in "Basta volerlo"

Una storia che sarebbe potuta finire ancor prima di essere scritta. Un manoscritto bianco lasciato lì come qualcosa di intentato, ma non per i lavoratori della Zanardi, azienda nel campo della legatoria, che hanno deciso di scriverne uno tutto personale. Loro che hanno visto nascere e passare dalle proprie mani centinaia di libri, si sono rimessi in gioco quando il fallimento bussava alla porta, dopo la crisi dei mercati, il declino e il tragico suicidio di uno dei due titolari.

Nel maggio 2014 i lavoratori si sono uniti creando la cooperativa Zanardi: ognuno imprenditore di se stesso, ognuno fiero artigiano. La storia dell’azienda Zanardi è fatta di rinascita e resilienza, di chi ha stretto i denti davanti allo sconforto, fronteggiando le intemperie e trovando un nuovo slancio.

Il loro animo ha ispirato il gruppo “Officine arte teatro” che, spinto da un racconto emozionante e attuale, ha deciso di inscenare lo spettacolo Basta volerlo all’interno dell’Elefante festival del tempo lungo: «Dopo un momento di forte difficoltà hanno scelto di prendere in mano il loro lavoro, muovendosi in prima persona – racconta Claudia Stefani, psicologa e membro di Officine – Nel racconto dell’esperienza Zanardi lo spettatore o l’attore, immedesimandosi, può ritrovare qualcosa di proprio e per questo abbiamo deciso di lavorare non con attori professionisti, ma con cittadini intrecciando vissuti differenti».

Così Officine arte teatro, nato nel 2012 con l’obiettivo di utilizzare il teatro come strumento di "potenziamento" e collegamento tra arte e società, ha lanciato un invito al quale hanno risposto circa 20 persone, tra studenti e lavoratori di differenti età.
Tecniche di recitazioni, modellazione della voce e uso dello spazio e poi la scrittura partecipata della rappresentazione: «Abbiamo colto l’input dei lavoratori – confida Claudia Stefani – che, quasi scherzando, ci avevano consigliato di narrare la storia seguendo, in parallelo, la genesi di un libro. Ci ha molto affascinati: è un percorso emotivo che segue le varie fasi dalla preparazione dei fogli, ai tagli, alla cucitura e rilegatura».

Non ci saranno palchi o sipari tradizionali: la performance Basta volerlo verrà eseguita proprio all’interno dell’azienda, seguendo il percorso di creazione di un libro. Un’immersione totale e un senso di restituzione: «Loro ci hanno donato le storie e noi vogliamo renderli testimoni privilegiati dello spettacolo – spiega Claudia – Per questo, il 20 giugno ci esibiremo solo per loro».

Programmi radiofonici, approfondimenti e articoli hanno raccontato la storia dell’azienda che ora conta 40 addetti e che nel 2016 ha chiuso con un utile di 3,5 milioni di euro.
Prima di oggi, mai una rappresentazione teatrale, cosa aspettarsi? «Si entra più in profondità nei legami e c’è più libertà per esprimersi – spiega Mario Grillo, presidente della Cooperativa lavoratori Zanardi – È un modo per rivivere le motivazioni che ci hanno spinto a ripartire: dopo due anni e mezzo è il momento di ricordare quello che abbiamo fatto e cosa dobbiamo ancora fare. Siamo stati temerari nell’accettare la proposta e siamo molto curiosi di vederla dal vivo».

Basta volerlo sarà in scena giovedì 22 giugno, alle 19.30 e alle 21 (prenotazione obbligatoria su www.elefantefestival.it) nello stabilimento Zanardi in via Venezuela 3.

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