Restaurata la bibbia di Lutero della biblioteca antica del seminario

È stata stampata nel 1556, dieci anni appena dopo la morte di Lutero, e nella stessa città di Wittemberg in cui 500 anni fa furono affisse le famose 95 tesi sulle indulgenze che diedero il via ufficialmente alla riforma luterana. È un esemplare importante quindi questa bibbia della biblioteca antica del seminario di Padova, restaurata in occasione del cinquecentenario ed esposta, assieme ad altre bibbie manoscritte e a stampa, nella sala Barbarigo del palazzo vescovile fino a venerdì 26 gennaio, In questa data, alle ore 18, si terrà una tavola rotonda aperta al pubblico “Attorno a una Bibbia luterana nel Seminario Vescovile di Padova”.

Restaurata la bibbia di Lutero della biblioteca antica del seminario

Il restauro eseguito da Melania Zanetti dello studio Res è stato reso possibile dalla generosità di due sponsor (Studio Verde. Image consulting di Ferruccio Ruzzante e la fondazione di clubs Lions 108 Ta3 Luigi Marchitelli) e dalla collaborazione del museo diocesano di Padova, dell’ufficio per i beni culturali della diocesi e della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e del Trentino Alto Adige, che hanno il merito di aver reso di nuovo visibile al pubblico uno dei pochi esemplari del 16° secolo censiti nei cataloghi delle biblioteche italiane della bibbia tradotta in tedesco da Martin Lutero. Si tratta, per di più, dell’unico esemplare, fra quelli segnalati in Italia, stampato a Wittenberg da Hans Lufft, lo stesso tipografo che curò la stampa della prima edizione, nel 1534.

Un volume importante

Il volume padovano è di grande formato, stampato in caratteri gotici, illustrato da numerose incisioni e ricchissimo di annotazioni sui margini, in particolare nella parte dell’Antico Testamento, di mani diverse, alcune forse già del 16° secolo, altre del secolo successivo. Le annotazioni potrebbero provenire da parroci o teologi che hanno usato questo esemplare della bibbia per preparare le loro prediche e le loro lezioni.

La legatura in pelle su assi lignei è decorata con ferri a secco ed è coeva all’edizione: reca la data 1557 e le iniziali “BC”. Nel contropiatto della coperta anteriore è incollata un’incisione, colorata ad acquerello, con il ritratto di Martin Lutero e il suo “epitaffio”. L’incisione, datata 1551, è opera di Lucas Cranach il Giovane e testimonia la devozione di cui il riformatore di Wittenberg era stato fatto oggetto già negli anni immediatamente successivi alla sua morte.

Il fiuto del bibliotecario

Ma come è arrivato questo libro nella biblioteca del seminario? Si sa che vi è giunto all’epoca della soppressione dei conventi e dei monasteri voluta dalle legge napoleoniche, quando all’inizio dell’Ottocento la lungimiranza dell’allora bibliotecario Andrea Coi lo portò ad acquistare quello che di interessante veniva posto in vendita. Il suo successore, Giuseppe Valentinelli, racconta nella storia della biblioteca del seminario di come egli abbia approfittato della presenza nel mercato di numerosi libri provenienti dai conventi e dai monasteri soppressi per arricchire le collezioni del seminario. Nella dissoluzione delle biblioteche degli ordini regolari – testimonia Valentinelli – grandi corpi di opere furono esposte alle vendite pubbliche e private, parecchie voluminose e di raro pregio, altre di scrittori acattolici «od empi, o immorali cui le pie cure de’ religiosi sottraevano all’uso comune. Il Coi, senza scorta di danaro, ma solo assistito da un fermo volere, acquistava le tre Poliglotte complutense, parisina, londinense colla dedica a Carlo I, la Bibbia ebraico-rabbinica del Bustrofio, tedesca originale di Lutero...».

Un restauro emblematico

«Probabilmente – commenta il direttore della biblioteca, don Riccardo Battocchio – il libro è arrivato qui già in uno stato di conservazione precario, con alcuni fogli sciolti, danni sulla legatura, margini in parte frastagliati, forse a causa dell’azione di roditori o per infiltrazioni d’acqua. Per essere messo a disposizione degli studiosi e del pubblico, il volume aveva bisogno di un adeguato intervento di restauro. Il 2017, anno nel quale è ricorso il quinto centenario del gesto dal quale tradizionalmente si fa iniziare la Riforma protestante, è sembrato il momento giusto per mettere mano al restauro, per consentire una migliore conoscenza dell’esemplare e della sua storia, probabile testimonianza dei rapporti fra il mondo luterano e l’ambiente veneto nel corso dei secoli successivi alla Riforma. Senza dimenticare i drammi e le fatiche di una storia segnata dalla divisione fra i cristiani, questo recupero potrà favorire una migliore conoscenza delle vicende religiose del 16° secolo e aiutare il cammino delle chiese cristiane dal conflitto alla comunione».

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