Solagna ricorda l'accoglienza che i profughi ricevettero a Codogno cent'anni fa

Tra i 500 mila profughi che dovettero scappare dalle loro case in seguito alla ritirata di Caporetto, si furono anche gli abitanti della parte finale della Valbrenta, troppo vicina alla nuova linea del fronte. Solagna ricevette l’ordine di evacuazione il 9 dicembre 1917 e venerdì 14, dopo aver raccolto i loro beni in chiesa, murandone le porte (l’espediente non ebbe successo perché al loro ritorno trovarono il tempio depredato) 1200 persone, vecchi, donne e bambini furono caricate su di un treno e trasferite a Milano. Qui fu data loro la possibilità di scegliere: Codogno, un grosso centro in provincia di Lodi, o la Calabria. Optarono per Codogno, e fu una decisione fortunata perché i fittavoli delle grandi cascine cercavano mano d’opera per i lavori dei campi e i vicentini furono accolti a braccia aperte.

Solagna ricorda l'accoglienza che i profughi ricevettero a Codogno cent'anni fa

Un primo scaglione di 600 persone, guidato dal sindaco Giovanni Bellò, partì da Milano il 18 dicembre; l’altra metà, con il parroco don Antonio Busellato, giunse il 21. Il sindaco di Codogno Tranquillo Ercoli e il vescovo di Lodi Pietro Zanolini predisposero l’accoglienza e la comunità poté usufruire perfino della chiesa della Trinità, dove fu collocata l’immagine della Madonna che si era portata dietro nell’esilio. La buona sistemazione, la possibilità di restare uniti e di lavorare attirò anche altri solagnesi e alla fine della guerra, al rientro del 17 aprile 1919, i solagnesi di Codogno erano 1700. In tutto furono ospitate 347 famiglie mentre altre 57 furono disseminate nei paesi vicini. Qui, a Vittadone, nacque anche il 13 dicembre 1918 un solagnese illustre, mons. Giovanni Nervo il fondatore della Caritas italiana.

A cento anni di distanza, il ricordo di questi avvenimenti non si è affatto affievolito: i rapporti tra Solagna e Codogno si sono mantenuti vivi e ora, in occasione dell’importante anniversario, una delegazione di vicentini si è recata nel Lodigino, splendidamente accolta. La visita sarà ricambiata mercoledì 6 dicembre.

In questa data – spiega il vicesindaco di Solagna Diego Andolfatto – abbiamo predisposto un intenso programma di festeggiamenti. Viene inaugurata una mostra sulla prima guerra mondiale e il profugato che resterà aperta fino a tutto gennaio con immagini e le sculture di schegge di Francesco Todesco, recentemente scomparso. La commemorazione, ospitata nella chiesa di Solagna a ricordo della protezione della Madonna e del tentativo, per quanto vano, di salvare i beni delle famiglie del paese, sarà accompagnata dallo spettacolo serale Erano come naufraghi, della compagnia Piccionaia (che verrà ripetuto anche la mattina di giovedì 7 per le scuole)».

In occasione della sagra della “Madonna fredda”, l’8 dicembre, gli abitanti di Solagna rievocheranno i momenti più drammatici e intensi del profugato con scene in abiti d’epoca, tra le 15.30 e le 18.30.

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