Thiene, è il weekend del grande mercato rinascimentale

La città vicentina ricorda così otto secoli di commercio che l'ha resa uno dei gangli vitali di tutta la regione, ma non solo, nel grande mercato rinascimentale "Thiene 1492" (l'anno in cui il doge concesse di tenere la fiera) a essere rievocato è un intero stile di vita che ha segnato in profondità la cultura pedemontana. Grandi festeggiamenti che si tengono proprio mentre il vicariato ricorda i 1.100 anni dal passaggio di queste terre alla diocesi di Padova.

Thiene, è il weekend del grande mercato rinascimentale

Otto secoli di storia... e verrebbe voglia di fermarsi qui, anche se la citazione corretta dello slogan del mercato rinascimentale europeo “Thiene 1492”, che affolla e colora le strade della città vicentina l’1 e 2 ottobre, aggiunge “...mercantile”. Perché attorno alle innumerevoli bancarelle che rievocano lo stile degli antichi mercati non si vuole solo ricostruire un glorioso passato commerciale, che ha fatto di Thiene uno dei principali gangli di scambio e comunicazione della regione, ma un intero stile di vita in cui l’elemento umano è protagonista.

«Il nostro proposito – sottolinea il coordinatore della complessa e variegata manifestazione, Giuseppe Restiglian – è quello di riscoprire il gusto di “andare al mercato”, che era un luogo in cui si andava a comperare, certo, ma anche a incrociare gli sguardi, i rapporti, le notizie, in una dimensione serena e rasserenante. Con la legione di volontari che partecipano a questa manifestazione abbiamo concordato di “vendere” anzitutto il sorriso e la cordialità, senza la pretesa di fare grandi cose, ma le piccole cose di ogni giorno, “facendo il bene e facendolo bene” come mi ha insegnato san Murialdo alla scuola dei Giuseppini, che ancora frequento in campo sportivo».

È insomma questo il sapore che dà gusto ai saperi messi in campo nelle due giornate di sabato 1 (dalle 15 alle 22) e domenica 2 (dalle 9.30 alle 19.30), nelle varie dislocazioni del campo della terra, l’arena del castello, il borgo dei popoli, l’arena e il campo della torre civica, la contrada delle arti e dei mestieri, il campo dell’allegrezza, il borgo delle merci foreste, i presìdi delle milizie.

Accanto alle bancarelle di mercanti e artigiani, che consentono oltretutto di degustare il meglio della gastronomia locale, ci sono, come di consueto, animazioni musicali e di danza, spettacoli di arena e di strada, sfilate di gruppi in costume con la partecipazione di musici sbandieratori, giocolieri, danzatori e narratori.

Tutti concorrono a ricordare la concessione dogale del mercato franco alla città, come riconoscimento al valore dimostrato nella guerra di Rovereto del 1487. Una data importante, ma non è l’unica che il Thienese e tutto l’Alto Vicentino si appresta a ricordare in questo periodo. Tra il 915 e il 917, quindi 1.100 anni fa, un altro governante, l’imperatore Berengario del Friuli trasferiva al vescovo di Padova il pieno dominio della Valle del Brenta e delle zone adiacenti con la giurisdizione su tutti i soggetti di condizione libera che vi risiedevano. È il presupposto per cui un’ampia fetta del territorio vicentino, e non solo, da Valdobbiadene ad Arsié, da Asiago a Thiene fino a Lastebasse, appartiene ancora oggi alla diocesi di Padova.

Il vicariato ha intenzione di ricordare questi eventi l’anno prossimo; intanto, commenta il vicario foraneo don Antonio Guarise, «per iniziare a recuperare i passaggi di una storia che ci ha segnato, per ritrovare il senso di appartenenza alla chiesa, abbiamo voluto iniziare dalla fede, con una missione al popolo di due settimane che si sta svolgendo in tutte le sette parrocchie cittadine, animata dai Cappuccini: è partita l’Olmo, seguirà Conca a metà ottobre e quindi San Sebastiano, Santo, Rozzampia, San Vincenzo e Duomo».

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