Tintoretto e Canaletto, realismo e fantasia

2018: anno dell'arte veneziana. Protagonisti Tintoretto e Canaletto, con mostre in ogni lato dell'Atlantico.

Tintoretto e Canaletto, realismo e fantasia

I grandi dell’arte veneziana

Per l’arte veneta non ci sono dubbi: il 2018 sarà l’anno di Jacopo Robusti, il Tintoretto. Palazzo Ducale e le Gallerie si uniranno, nel cinquecentenario della nascita del «più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura» come lo definì il Vasari, per accogliere la grande esposizione organizzata in partnership tra fondazione Musei civici, la direzione della Gallerie e la National gallery di Washington, che possiede un nucleo importante di opere dell’autore veneziano.

La mostra, che dopo Venezia si sposterà nella capitale degli Usa, offrirà con i suoi importanti prestiti l’occasione per una complessiva rivisitazione dell’opera di Tintoretto che, per continuare la citazione del Vasari, era «stravagante, capriccioso, presto, risoluto». Tanto “presto e risoluto” che spesso nelle sue opere si vedono «i colpi del pennello fatti dal caso e dalla fierezza piuttosto che dal disegno e dal giudizio».

Accanto ai capolavori già presenti nei musei, nelle chiese e nelle scuole veneziane, si potranno ammirare teleri di fondamentale importanza per la comprensione di questo manierista veneziano, come La Madonna delle stelle, La conversione di san Paolo, il Cristo davanti al mare di Galilea.

Il secondo anniversario di peso della pittura veneziana che già ha conosciuto il suo anticipo nell’ultimo scorcio del 2017 a Londra (mostra tradotta anche in uno splendido documentario rapidamente passato nelle sale italiane) e proseguirà nel 2018-19 è il 250° della morte di Giovanni Antonio Canal, universalmente noto come Canaletto, il cantore del paesaggio veneziano che seppe ritrarre, e certe volte anche reinventare, con una lucidità irripetibile.

Sulla scia dei due “big” della pittura veneziana, vanno ricordati alcuni altri artisti su cui le scadenze anniversarie puntano i riflettori. Pittori di fama internazionale, come Gustav Klimt, nel centenario della scomparsa. Klimt aderì alla cosiddetta Secessione viennese. I venti artisti che vi aderirono aspiravano, a portare l’arte fuori dei confini della tradizione accademica, in un connubio di arti plastiche, design e architettura che puntava alla rinascita delle arti e dei mestieri. In questo gruppo, sotto l’egida della dea Pallade Atena, si riunirono  simbolisti, naturalisti e modernisti.

Ci riporta in ambito veneto il 550° anniversario della nascita del pittore, scultore e architetto Giovanni Maria Falconetto.

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