I messaggi di Parolin, Mattarella e Zaia alla Caritas italiana riunita da ieri ad Abano

Le parole del cardinal Montenegro e di mons. Carlo Redaelli. Nella mattinata di oggi, martedì 17 aprile, dopo la preghiera e la lectio guidata da p. Hermes Ronchi, è atteso l’intervento del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Gualtiero Bassetti.

I messaggi di Parolin, Mattarella e Zaia alla Caritas italiana riunita da ieri ad Abano

“Una dedizione sempre più piena alla causa degli ultimi e dei poveri, giungendo fino alle periferie umane ed esistenziali dell’odierna società per essere autentici apostoli della carità, animati dagli stessi sentimenti dell’unico Maestro e Buon Samaritano dell’umanità”.

Questo l’auspicio che tramite il Segretario di Stato card. Pietro Parolin, papa Francesco ha fatto pervenire al card. Francesco Montenegro Presidente di Caritas Italiana e agli oltre 600 direttori e operatori riuniti da ieri fino a giovedì 19 aprile per il 40° Convegno nazionale ad Abano Terme.

Al messaggio del Papa si è aggiunto anche quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

La nostra comunità nazionale – ha sottolineato il Presidente - ha apprezzato negli anni il lavoro tenace delle Caritas diocesane, la fedeltà quotidiana alle persone, l’impegno sincero ad includere, ad emancipare dal bisogno, a rispettare la dignità e la libertà di ciascuno... Costruire insieme un umanesimo condiviso richiede dialogo e apertura, amicizia e impegno, solidarietà e progettualità, capacità di affrontare il tempo nuovo con visione e ideali, superando sterili spinte all’individualismo che rischiano di alimentare egoismi, paura, sfiducia”.

Particolarmente significativa è la sede di questo 40° Convegno, Abano Terme, in quanto, come hanno ricordato papa Francesco nel suo messaggio e lo stesso card. Montenegro nel suo saluto introduttivo, si trova nella diocesi di mons. Giovanni Nervo, primo presidente e di mons. Giuseppe Pasini, due sacerdoti che con il loro pensiero e la loro testimonianza di vita hanno lasciato alla Chiesa un'eredità che continua a produrre proposte nuove e frutti di autentica misericordia e carità. E proprio dal territorio è arrivato anche il plauso del Governatore del Veneto, Luca Zaia, che in un messaggio al delegato regionale delle Caritas del Nord Est, don Marino Callegari, ha sottolineato come in “un sistema unico di presa in carico delle situazioni di impoverimento e di marginalità...gli sportelli e i centri di ascolto delle Caritas sono le prime antenne nel territorio, interfacciandosi con i problemi e i nuovi volti della povertà”.

Giovani e comunità sono state le due parole-chiave del confronto che si è aperto ieri con la preghiera presieduta da S.E. Mons. Carlo Redaelli, Arcivescovo di Gorizia e membro di presidenza di Caritas Italiana e il saluto delle Autorità presenti. Con il coordinamento della giornalista Micaela Faggiani è stato dato spazio a esperienze e voci di giovani. Voci che hanno parlato di contatto con la povertà di strada e del Sud del mondo, di carcere, droga, mancanza di lavoro e di prospettive.

Ma anche di speranza, di fede, di servizio, di vita nuova nata proprio dalle esperienze e dagli errori fatti. “Lasciamoci dunque interpellare e poniamoci in ascolto in maniera sempre nuova, dinamica, generativa – ha esortato il card. Montenegro - per opporre alla società dello “scarto” un nuovo modello che non metta da parte gli esclusi; per costruire un ecosistema favorevole all’uomo, verso quella “ecologia integrale” indicata da Papa Francesco nella Laudato Si’, in cui il valore della solidarietà unito a quello dell’assunzione di responsabilità, personale e collettiva, possono produrre risultati concreti. Utopie? Forse. Ma – come sottolineava don Tonino Bello al quale venerdì prossimo, a 25 anni dalla morte, anche papa Francesco renderà omaggio recandosi ad Alessano e Molfetta – “così a portata di mano, che possono finalmente diventare carne e sangue sull’altare della vita”. “I poveri – ha aggiunto il cardinale - da noi oltre al servizio si aspettano l’amicizia. Dobbiamo avere uno sguardo nuovo, imparare a stare accanto a loro, anche senza dare risposte e costruire insieme comunità frizzanti, aperte e non chiuse come ripostigli.

Nella mattinata di oggi, martedì 17 aprile, dopo la preghiera e la lectio guidata da p. Hermes Ronchi, è atteso l’intervento del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Gualtiero Bassetti.

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Fonte: Comunicato stampa