Aperti a Natale. E la chiamano libertà...

Il giorno di Natale, in centro a Padova, rimarrà aperto per tutta la mattina un negozio che vende dolci. Dopo anni di polemiche sulle domeniche aperte, qualcuno ha scritto che è caduto così anche l'ultimo tabù. E tuttavia c’è come uno spiritello nuovo quest’anno. Per gennaio è annunciato un tavolo etico regionale per discutere delle aperture festive dei negozi. Lo vuole la Regione, stimolata dal movimento “Domenica no grazie” e dalle riflessioni di don Enrico Torta

Aperti a Natale. E la chiamano libertà...

Il giorno di Natale, in centro a Padova, rimarrà aperto per tutta la mattina un negozio che vende dolci. Dopo anni di polemiche sulle domeniche aperte, qualcuno ha scritto che è caduto così anche l'ultimo tabù.
E tuttavia c’è come uno spiritello nuovo quest’anno. La “solita” polemica sulle aperture festive dei centri commerciali non si risolve con i sì e i no, ma suscita un nuovo approccio, una nuova riflessione e pare che, finalmente, torni in auge il vecchio adagio del “Natale con i tuoi”, sul quale cominciano a mobilitarsi non solo i lavoratori frustrati, ma anche gli imprenditori e la politica.

«I dati dimostrano che le aperture festive e domenicali non servono e oltretutto non hanno prodotto assunzioni; anzi, per ogni posto creato nella grande distribuzione se ne bruciano sette nelle piccole medie imprese» sottolinea Tiziana D’Andrea del movimento “Domenica no grazie”, movimento che raccoglie le istanze dei dipendenti, degli imprenditori e di parte della stessa grande distribuzione. «Non siamo talebani delle domeniche, ma riteniamo ragionevole proporre un massimo di 12 aperture domenicali, escludendo qualsiasi altra festività e lanciando una piattaforma di discussione da cui partire».

La richiesta è sostenuta anche dal parroco di Dese, don Enrico Torta, tra i fondatori del movimento, che mette l’accento sulla deriva delle relazioni, in cui a prevalere sono i consumi e gli interessi economici
«Tutta la realtà sociale dipende dal denaro e sta diventando il dio che schiaccia tutto. L’uomo, la sua dignità deve venire prima di tutti» ha spiegato don Torta, avanzando l’esigenza di una rivoluzione morale e di un impegno politico che metta al centro la dignità dell’uomo. Dietro alle aperture festive dei centri commerciali secondo don Torta c'è infatti la stessa logica disumana dei disastri bancari degli ultimi mesi, che hanno condotto centinaia di risparmiatori alla rovina.

Così a gennaio sarà convocato un “tavolo etico” regionale, aperto alle associazioni di categoria e con il coinvolgimento dei parlamentari veneti, per condividere una strategia finalizzata a chiedere e ottenere la modifica delle norme statali.
La liberalizzazione degli orari di vendita e i giorni di apertura domenicale e festiva degli esercizi commerciali, infatti, è normata dal “Decreto Salva Italia” del 2011 e quindi la regione non ha la possibilità di intervenire, ragion per cui al “tavolo etico” è caldeggiata la presenza dei parlamentari e della stessa grande distribuzione, parte della quale si è schierata contro le aperture.
«Il tema è di carattere nazionale e necessita di un intervento del parlamento, ma ci sono almeno due altri elementi da considerare: uno è economico e si basa sul dato di fatto che con le aperture domenicali il fatturato della grande distribuzione non è aumentato di un euro in quanto le vendite si sono rimodulate su sette giorni invece che su sei, senza però crescere. Il secondo elemento è di natura etica e riguarda il diritto di chi è impiegato nelle attività commerciali di rimanere a casa con la propria famiglia», ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo economico e al commercio Roberto Marcato.

«L’obiettivo ottimale sarebbe che le competenze tornassero alle regioni, in modo da poter modulare sul territorio le aperture. Ho già avuto incontri con la grande distribuzione constatando che c’è un varco, in quanto una parte è contraria alle aperture indiscriminate. Si tratta di creare ora le condizioni culturali perché si arrivi a una determinazione politica a livello nazionale con il coinvolgimento dei parlamentari».

Sul tema è intervenuta anche l’assessore alle politiche sociali Manuela Lanzarin: «Oggi ci chiediamo come rilanciare le politiche a favore delle famiglie, ma devono essere trovati anche gli spazi perché la famiglia possa stare insieme, soprattutto in occasione delle festività. Questo risponde anche alla nostra preoccupazione per una migliore qualità della vita».

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