Come tutelare i nostri risparmi? I consigli di Bankitalia

La ricchezza delle famiglie in Italia è pari a 10 mila miliardi di euro. Che cosa fare in concreto per tutelarla? Alla luce dei drammatici eventi di questi ultimi anni (vedi le vicende delle banche popolari venete) che hanno portato al disastroso risultato di impoverire migliaia di risparmiatori, di aziende e dunque l’intera economia, diventa fondamentale capire quali azioni e regole adottare al fine di evitare il ripetersi di queste “moderne pestilenze”.

Come tutelare i nostri risparmi? I consigli di Bankitalia

Un’autorevole risposta arriva dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che in un recente intervento al Senato ha affrontato in modo puntuale il tema.

La ricchezza delle famiglie in Italia è pari a 10 mila miliardi di euro (in vecchie lire 20 milioni di miliardi!). Di questi, 6 mila miliardi sono dati dal valore degli immobili (l’abitazione in particolare) mentre i restanti 4 mila miliardi riguardano attività finanziarie (depositi e conti correnti postali e bancari, titoli, azioni, fondi comuni, fondi pensionistici, polizze assicurative, ecc.).

Per dare un’idea dell’importanza dell’aggregato, basti dire che questo “monte risparmi” è pari a due volte e mezzo il prodotto interno lordo annuo del paese.
Il “peso” delle singole attività è cambiato nel tempo e ha seguito l’andamento dell’economia, con una tendenza verso forme di investimento in attività finanziarie meno liquide e più complesse.

La crisi economica ha fatto peraltro “tirare i remi in barca” a tanti risparmiatori con un ritorno ai prodotti più semplici e facilmente monetizzabili, a scapito naturalmente della redditività che in molti casi si è ridotta allo zero.

A oggi la situazione è questa: il circolante e i depositi bancari e postali costituiscono il 30 per cento del totale (erano scesi all’inizio degli anni 2000 al 20 per cento); il possesso di titoli obbligazionari, compresi i titoli di stato, che alla fine degli anni Ottanta era pari al 30 per cento, è diminuito al 10,7 di cui peraltro un quinto nella forma più rischiosa di titoli subordinati; le azioni sono calate dal 25 per cento del 1990 all’attuale 23,3 per cento.
Va però evidenziato in termini di rischio che soltanto il 2,2 per cento sono azioni di società quotate in Borsa, trattate dunque in un mercato ufficiale e trasparente; infine sono cresciuti in maniera significativa gli investimenti in fondi comuni e gli strumenti assicurativi e i fondi pensioni.

La situazione mostra in modo evidente come sia oggi ancor più decisivo di un tempo il tema della tutela del risparmio che – dice il Visco – trova la sua prima e importante difesa nelle autorità pubbliche a tal fine preposte: la stessa Banca d’Italia per il risparmio bancario; la Consob per i prodotti finanziari quali azioni ed obbligazioni; l’Autorità garante della concorrenza e del mercato per i profili relativi alle pratiche commerciali scorrette.

«Le tutele pubbliche – avverte però il governatore – riducono i rischi che derivano da possibili comportamenti scorretti degli intermediari, ma possono agire solo indirettamente sulla capacità del risparmiatore di compiere scelte finanziarie in grado di assicurare risultati soddisfacenti nel medio periodo».

Dunque, l’altra faccia della medaglia della difesa del risparmio deve poggiare sull’educazione finanziaria dell’investitore.
È compito oggi ancor più urgente se il livello di alfabetizzazione finanziaria degli adulti e dei giovani risulta essere in Italia particolarmente basso.
Molte iniziative sono in corso da tempo. Vanno privilegiate in particolare quelle di educazione finanziaria nelle scuole (nell’attuale anno scolastico sono coinvolte circa 5 mila classi e oltre 110 mila studenti).
Ricorda poi Visco che per gli adulti sono state realizzate “Guide pratiche” sui prodotti più diffusi che spiegano in modo semplice le principali caratteristiche e il loro funzionamento.

L’obiettivo è quello di realizzare una vera e propria strategia nazionale al fine di «rafforzare tra i cittadini la consapevolezza che un buon livello di cultura finanziaria si riflette, attraverso scelte economiche più consapevoli, in un maggior benessere, individuale e sociale».

È necessario conoscere quelle che Visco chiama le “leggi fondamentali” della finanza.
La prima: rendimenti maggiori possono essere conseguiti solo esponendosi a rischi maggiori.
La seconda: diversificare, ovvero suddividere i propri investimenti in un “giardinetto” di prodotti diversi per livelli di rischio tenendo conto dell’età e delle esigenze di spesa.
Infine, ricorrere alla consulenza finanziaria professionale piuttosto che ai suggerimenti dei familiari, dei colleghi e degli amici.

Renzo Cocco

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