Cooperazione sociale: crescono i numeri. E anche le sfide

La cooperazione sociale di Legacoop Veneto continua a crescere, per fatturati e posti di lavoro. Nel quinquennio 2012-2016 il numero delle cooperative sociali è salito a quota 105, con un aumento del 36 per cento; i soci superano quota 12 mila (+ 48 per cento) e gli addetti sono oggi 9.162 (+ 30 per cento) per un valore della produzione che sfiora i 300 milioni di euro (+ 66 per cento) e un patrimonio netto vicino ai 54 milioni (+ 57 per cento).

Cooperazione sociale: crescono i numeri. E anche le sfide

Un settore, insomma, che continua a dimostrare, anche in anni di crisi e di “insistenti” tagli pubblici, significativa capacità di tenuta, nonché di sviluppo.
Ma non solo: quello che è evidente – ben oltre i numeri – è la sua capacità di immaginare e sperimentare nuovi modelli di welfare, portando innovazione nelle risposte, rigenerando relazioni e reti sociali nelle comunità.

A partire da questi numeri incoraggianti si è dipanato il convegno di apertura del congresso del settore sociale di Legacoop Veneto, svoltosi a Padova presso la sede di Banca Etica, che ha visto sul tappeto del confronto e del dibattito il tema della recente riforma dell’impresa sociale e del terzo settore.
«Una cornice normativa che chiama pure la cooperazione sociale a misurarsi e a innovarsi – ha evidenziato Loris Cervato, responsabile del settore sociale di Legacoop Veneto – aprendo un orizzonte rinnovato in termini di prospettive e, nel contempo, di sfide».

Tra le principali novità per il settore c’è, infatti, l’ampliamento dei campi di attività possibili per le imprese e le cooperative sociali: nella sanità, nell’istruzione, nelle attività culturali di interesse sociale con finalità educative e nella formazione extrascolastica. Senza dimenticare i servizi finalizzati all’inserimento o al reinserimento nel mercato del lavoro di persone “svantaggiate”, ossia con fragilità sociale, categoria che oggi – in un contesto di crisi che ha visto nascere nuove forme di bisogni – è inevitabilmente estesa ai disoccupati.

Un altro aspetto, non meno importante, introdotto dalla riforma è la garanzia di una maggiore trasparenza nella gestione di tutte le imprese sociali, chiamate alla compilazione di scritture contabili e del bilancio sociale (secondo linee guida stabilite dal ministero del lavoro), ma anche sottoposte ad attività di controllo interno all’impresa e di ispezione esterna.
«Queste misure rappresentano un passo avanti nell’ottica della legalità e della lotta alle false cooperative – ha spiegato Cervato – lotta che la nostra organizzazione, assieme alle altre centrali cooperative, porta avanti da anni».

Immancabile nel dibattito il tema sempre caldo degli appalti, sul cui fronte la cooperazione sociale di Legacoop rilancia il proprio appello anche alla regione Veneto.
«Non dimentichiamo – ha ricordato Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto – che già nel nuovo codice degli appalti sono contenute disposizioni, spesso non applicate purtroppo, in grado di valorizzare la qualità dei servizi a scapito dell’offerta esclusivamente economica, che di frequente porta al massimo ribasso».
Alla regione anche la richiesta di riconoscere e di fare propria più complessivamente la riforma dell’impresa sociale e del Terzo settore, a partire dal riconoscimento dell’ampliamento dei settori di intervento delle cooperative sociali e delle imprese sociali.

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